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Pierre Bourdieu - teorie e ricerche
Pierre Bourdieu | biografia
| fonti | introduzione
Le sue prime pubblicazioni affrontano l'impatto tra le società tradizionali (in
Algeria) e l'egemonia dell'economia moderna ( v. fonti
1958, 1963, 1964a)
Furono queste delle esperienze che lo avvicinarono agli studi etnografici:
l'analisi dei sistemi di parentela, le strutture ideologiche e sociali, la
dominazione maschile, sono stati dei temi presi in esame nei suoi studi
etnologici effettuati in Kabilie (1972) L'osservazione delle forme rituali del
matrimonio subirà una modifica sostanziale in etnologia: all'interpretazione
strutturale degli atti simbolici, inseriti in un sistema di differenze, è
subentrata un'analisi delle strategie socialmente definite, risultato dell'agire
e dalle pratiche di riproduzione del sociale messe in atto dagli individui e dai
gruppi sociali (1980).
Appena un anno prima, partendo da una analisi del gusto, iniziò a costruire una
teoria della società in funzione delle relazioni di distinzione che esistono
tra gli individui ed i gruppi sociali (1979). Il senso che questi ultimi danno
alle loro azioni si caratterizza attraverso una differenziazione sociale e
l'esame delle distinzioni sociali, che non vertono unicamente sulle risorse
materiali che contraddistinguono il rapporto tra dominanti e dominati, fu il
tema principale delle indagini sviluppate precedentemente ed anche
successivamente.
Dallo studio di altre risorse essenziali per un'analisi sociologica della società,
quelle culturali intese come capacità intellettuali e titoli di studio (1964b),
all'osservazione della violenza simbolica delle classi dominanti riprodotta dal
sistema scolastico (1970); dalla descrizione del capitale linguistico come
gestione e uso legittimo della lingua, il linguaggio come segno di distinzione e
strumento di potere (1982), all'indagine sulla la costituzione delle istituzioni
sociali e culturali, una sociologia del mondo universitario (1984); ha
sviluppato una sociologia critica smascherando meccanismi dissimulati del mondo
sociale e delineando inoltre una sociologia delle élites e della distinzione
culturale (1989).
La teoria antropologica sviluppata e matura nel corso degli anni è stata il
fondamento della sua ricerca scientifica (1994), una teoria che concepiva la
sociologia come scienza riflessiva (1992), capace di diventare uno strumento di
liberazione e contraddistinguere gli individui come esseri coscienti delle
differenti forme dei rapporti di dominazione tra singoli e gruppi sociali. Una
riflessione avviata precedentemente analizzando la costruzione scientifica della
sociologia, condizione essenziale per praticare e sviluppare una ricerca
sociologica capace di affermare la sua funzione essenzialmente critica (1968),
una sociologia capace di mettere in discussione la rappresentazione ordinaria
del mondo sociale (1984b e 1987)
Le instancabili ricerche sulla distinzione sociale, dallo studio delle leggi
sociali della fotografia alla fruizione dei beni culturali (1964c e 1966),
conducevano, insieme alla sviluppo della teoria antropologica fondata sulla
concezione della società come luogo di ambiti differenziati di relazionali,
all'approccio sociologico della genesi e della configurazione dello spazio
sociale applicato al mondo dell'arte: l'analisi delle logiche interne al campo
di relazioni preso in esame e alle sue peculiari problematiche (1992b).
La teoria dei campi sociali veniva inoltre approfondita anche
attraverso delle ricerche sull'avanguardia artistica e il settore giornalistico
e mediatico (1994b e 1966), andando anche ad analizzare in modo molto più
approfondito le proprietà della conoscenza scientifica e il funzionamento del
campo sociale delle scienze naturali (2001).Le inchieste sulla miseria sociale e
la natura delle relazioni di genere (1993 e 1998), la denuncia dei rischi
perversi del processo di globalizzazione dell'economia, dove le economie
provviste di maggiori risorse traggono profitti dalle risorse delle economie
dominate (2000), hanno reso in maggior misura evidente l'impegno sociale e
politico di Bourdieu. L'analisi critica delle forme di dominazione e delle
violenze simboliche insite nelle relazioni sociali ha reso possibile una presa
di posizione critica rispetto all'esistenza sociale, in modo particolare
rispetto alle manifestazioni sociali della sofferenza dell'alienazione della
rassegnazione e dell'asservimento. In particolare nel Dominio maschile
1998 smaschera sistematicamente le strategie del potere, nelle classi sociali,
nell'apparato statale, nelle istituzioni. Parte dall'analisi della cultura
kabyla algerina (modello per l'area mediterranea): gli attributi maschili
(virilità, forza, dimensione pubblica, lavori agricoli) viene sempre conferito
un valore superiore a quello femminile (sfera privata, passività,
sottomissione). Il potere si esercita e riproduce sui corpi stessi: l'uomo ha
figura retta, la donna curva e limitata da confini fisici e simbolici, dall'infibulazione
alle mura al vestire (anche questa è la funzione dei tacchi alti, della borsa
da tenere sempre in mano, delle gonne strette: conferma dell'insicurezza,
limitazione del movimento, tutto finalizzato all'essere oggetto. Anche sul
lavoro la funzione diventa quella di immagine-rappresentanza delle disponibilità,
così come quella maschile è immagine di forza e di dominio.. L'uomo è un
bambino che gioca a fare l'uomo prendendosi sul serio (come mostra Virginia
Woolf ne "Una gita al faro"). Limite di B. è quello di
non avanzare ipotesi di cambiamento. E' questa del resto la condizione che gli
consente di dedicarsi totalmente all'analisi fenomenologica della società.
[ho sintetizzato un contributo del sociologo Orazio Maria Valastro (mailto:[email protected]
- sito personale: http://digilander.libero.it/valastro,
vedi anche
Osservatorio dei Processi Comunicativi: http://www.analisiqualitativa.com), più una
recensione di Barbara Caputo su "Diario" 1999 24 febbraio).
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