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 Johannes Kepler

(Weil Wurtemberg 1571  - Ratisbona 1630)

Giovanni Keplero astronomo della corte imperiale di Praga Thomas-Stift Strasburgo)

  

Nel ‘600 la rivoluzione SCIENTIFICA si realizza in un’area limitata del mondo: precisamente nell’ambiente in cui si è sviluppata la borghesia commerciale (spinta a intensificare i commerci sulle rotte oceaniche verso le Indie orientali e verso le Indie occidentali cioè le Americhe): Inghilterra, Olanda, Francia.

KEPLERO ha per primo matematizzato l' ASTRONOMIA.  Egli stabilì le prime leggi dell’astronomia. Per Keplero Dio è essenzialmente l' ENTE matematico.

 

Da genitori protestanti, dopo aver studiato a Tubinga filosofia e teologia e - in via privata - matematica e astronomia presso M. Maesterlin cultore del sistema copernicano (il cui insegnamento era proibito dai protestanti) - nel '94 insegna matematica al ginnasio di Graz, località da cui fu poi cacciato in quanto protestante. Ebbe una vita di stenti e difficoltà: dei suoi 12 figli , la maggior parte non riuscì a superare l'età infantile, la prima moglie morì pazza, la madre settantenne fu trascinata in un giudizio sotto l'accusa di stregoneria e solo l'impegno del figlio nella difesa legale la sottrasse al rogo. Ma la passione per la ricerca del vero non lo abbandonò mai. Per mantenersi fece anche l'astrologo (e in tale settore acquistò buona fama). Chiamato a Praga da Tycho Brahe astronomo di corte dell'imperatore (Rodolfo II Asburgo), nel 1601 ne ereditò la carica ("matematico imperiale") ma non riuscì mai a farsi pagare. Proseguì, come gli aveva raccomandato Tycho sul letto di morte, la rilevazione quotidiana dei dati astronomici. Per vedere riconosciuti i suoi diritti si presentò direttamente alla dieta imperiale che si teneva a Ratisbona, ma giuntovi già malato, ivi morì. ------------------ 

Nella sua prima opera Mysterium Cosmographicum, in cui cerca di dimostrare l'esistenza di rapporti matematici delle distanze dei pianeti dal sole, fa risalire la causa del moto dei pianeti a una forza diffondentesi dal sole e decrescente con la distanza; individua nell'attrazione della luna la causa delle maree, afferma che una pietra è attratta dalla terra ma la attrae a sua volta. Queste intuizioni preannunciano in qualche modo la legge di gravitazione di Newton.  

Nel 1627 pubblica le Tabulae Rudolphinae, che sono state usate per più di un secolo per calcolare la posizione di un pianeta. 

Nel prolungato studio delle orbite della terra e di Marte, arriva infine, dopo faticosi e infruttuosi calcoli, alla certezza che non si tratta di orbite circolari, bensì ellittiche. Ne ricava le due prime leggi (esposte in Astronomia nova ... de motibus stellae Martis): 

1. Le orbite dei pianeti sono ellissi delle quali il sole occupa uno dei fuochi

2. Le aree descritte dal  raggio vettore sole-pianeta sono proporzionali ai tempi impiegati a percorrerle

Nella sua seconda opera Harmonices mundi (ove cerca di trovare una armonia tra distanze tra pianeti e  intervalli musicali) pone la terza legge: I quadrati delle durate di rivoluzione dei pianeti sono proporzionali ai cubi dei semiassi maggiori delle loro orbite. 

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