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Divano occidentale-orientale

Raccolgo materiale che riguarda i rapporti tra filosofia occidentale e filosofia orientale

 25.2.89

I Ching, [("Libro della Luna"), v. I CHING 1975,   http://guide.supereva.it/arte_e_cultura/ e www.aheyboer.com/yi_index.html] tremila anni fa, primo libro che affronta da un punto di vista "laico" il valore della vita. E' la  MUTAZIONE. Sommiamo le esperienze di generazioni nella osservazione della natura, cerchiamo la sintesi [in ciò aiuta il cinese che, lavorando per ideogrammi, "pulisce" l'espressione da soggetti contingenti: morte significa tutti i possibili significati del morire, con tutti i possibili soggetti - è il contesto che te li rende noti], e in tale modo si forma il primo accumulo di saggezza orientale. Quale diversità rispetto alla Bibbia, tutta orientata, non solo nei termini, su SOGGETTI e su storie di soggetti. 

Il nutrimento della mente è l'obiettivo del libro delle mutazioni I Ching. Scandaglia la natura attraverso la" misura" del TEMPO [l'unica forma di "assoluto-infinito" che ci può apparire, con cui si può "trattare"]. Ching=divinazione, anche, nel senso che, attingendo a tale riserva di sapienza, si è più preparati al cambiamento, si è preparati ad OGNI cambiamento. Nella nostra realtà il Ching è ancora da costruire perché da noi la spinta allo scientifico ha negato in partenza valore alle osservazioni scientifiche "non metriche", obbligando l'individuo (e la società) alla scissione scienza-sentimento (e/o filosofia-fede ecc. - per la società la polarità si traduce in pioggia tecnologica tramite consumismo/mito-occultismo-scaramanzia). L'individuo occidentale NON può attingere a una fonte unitaria del sapere, immediata gli si pone la scelta tra l'oggetto e il soggetto, la polarità V/F, i valori 0/1 (mentre come minimo oggi è ipotizzabile una verità di tipo "statistico" 0-1 v. teoria catastrofi).

Come sintetizzare le esperienze in forme utili per il futuro: questa risposta è reale solo se viene sia dalla scienza che dalla "fantasia" (nel senso dell'individuo che attraversa - astrattamente - regioni ed esperienze,sul metro di misura del tempo)-

La via è quella dell'intuizione, della consapevolezza che dall'individuale si allarga all'universale. 

L'intuizione afferra "germi", elementi a livello superiore alla dimensione spazio, dove l'oggetto e l'evento coesistono. Questi germi sono SIMBOLI, ARCHETIPI. Applicarli a una data situazione significa "predeterminare il futuro" solo nel senso che l'individuo si realizza e trasforma consapevolmente nelle circostanze  delle quali si fa consapevole, collabora on le forze di trasformazione circostanti e, ovviamente, trasforma se stesso. Gli esagrammi permettono di "cifrare" elementi costanti della realtà: ambiente-tempo. Secondo il curatore dell'ed. inglese J. Blofeld hanno importanza pari alla scoperta delle cifre e dello 0.

23/4/2000 Dal film di Jim Jarmush Ghost Dog parte l'interesse occidentale per Hagakure-il codice segreto del samurai che sintetizza gli insegnamenti del monaco giapponese del '600 Yasmamotyo Tsunetomo, raccolti in 11 volumi dall'allievo Tsuramoto Tashiro. Il dovere del samurai è pensare alla morte ogni istante per tutta la vita, essere pronto a morire. Nel 1967  tre anni prima del suicidio rituale, Mishima aveva commentato l'Hagakure (che significa  "nascosto tra le foglie") (La via del samurai, MI:Bompiani). Una filosofia dell'azione intesa da Mishima come deterrente contro la corruzione. Karl Löwitz sintetizza l'etica giapponese: non determinata da vita-libertà-perseguimento delle felicità individuali, bensì dall'indifferenza per la vita, dalla fedeltà, dal perseguimento di una morte onorevole. Heidegger vide la portata antimetafisica della "mitezza" insita nell'etica giapponese che si accosta al vuoto e alla morte.

7/7/2000

Riassumo le considerazioni di Carla Xodo (Univ. PD) L'occidente progetta-anticipa con l'idea il futuro, per porla come scopo da realizzare. Con Platone il modello ideale è l'unica possibile reazione dell'uomo alla minaccia di cambiamento che incombe sulla realtà. Il paradigma, modello del modello, è superiore alla realtà, è la vera realtà: l'azione dell'uomo è finalizzata alla realizzazione di forma e virtù attraverso la contemplazione (teoria) del modello.  Aristotele sottomette la teoria all'esperienza, ma solo a livello di poiesis, produzione tecnica, mentre al livello di praxis ci si ferma alla phronesis (al confine tra teoria e praxis ma nella modalità personalizzata non traducibile in conoscenza scientifica). Rimane sempre uno spazio tra tecnica e pragmatica, non unificabile concettualmente (v. p.e. Machiavelli e Clausewitz). L'efficacia, intesa come corrispondenza pensiero-realtà è  risolta nell'azione individuale attraverso l'umanesimo che individua nella virtù, centrata sull'uomo libero che attraverso la conoscenza modifica-domina la realtà, il vero modello.

"Anche se hai gli attrezzi per arare è meglio che aspetti il momento opportuno"(proverbio cinese).

Qui è l'inefficacia, cioè il non-attivarsi immediato, la vera efficacia. Il modello prevede che l'azione non sia mai preordinata all'analisi della situazione e il capire la logica degli eventi prevale sull'agire individuale (che anzi non viene considerato se non in quanto arte dell'insieme). L'efficacia per l'oriente è quindi la contestualizzazione (fino alla misurazione dettagliata di ogni situazione, che parte dal riconoscimento della non-centralità del soggetto, fino ad arrivare a non tenere presente la componente della libertà individuale. E' il modello rovesciato rispetto all'occidente, La verità del risultato non conta, conta invece, ed è questa l'efficacia, l'analisi delle forze in campo ed il possesso di tale analisi è la reale efficacia.

Dal punto di vista educativo ciò significa - secondo JULLIEN 1996, che la progettualità non è efficace quando viene pienamente realizzata (ciò contemplerebbe lo schiacciamento del soggetto educativo sul modello), ma quando consente l'inefficacia (cioè consente al soggetto di sentirsi vivere fuori dagli schemi a priori-astratti e dentro il flusso degli eventi). 

[29/7/2000] Dall'oriente attraverso gli arabi ci è arrivato lo zero (scoperto indipendentemente anche dai Maya). Il termine indiano sunya  sta per "VUOTO" e indica in genere ogni VARIABILE (e quindi anche lo zeroi). E' passato in arabo come sifr, da cui cifra e - indirettamente attraverso "zefiro" - ZERO. Il sistema posizionale fu usato dai Babilonesi per primi (poi da cinesi, indiani, maya). Da indiani e cinesi furono introdotti per esigenze contabili i numeri negativi (segnati in nero, per distinguerli dai positivi segnati  normalmente in rosso. Gli arabi usarono la virgola come separatore decimale 600 anni prima di Napier. I babilonesi individuarono la formula per la soluzione equazione di secondo grado. Egizi ( e parallelamente indiani e cinesi) scopersero il teorema "di Pitagora". Gli indiani definirono per primi il valore di un angolo attraverso la "mezza corda", che per un errore di traduzione occidentale dell'esatto termine arabo venne da noi chiamata seno. Sempre in India (nel 1000) e poi in Cina (1303) fu pubblicato il triangolo "di Pascal", cioè la rappresentazione del calcolo combinatorio. L'indiano Madhava ottenne 300 anni prima di Leibniz le serie infinite che calcolano le funzioni trigonometriche e lo sviluppo del pi greco. Una storia non eurocentrica della matematica è ancora da scrivere, ma il libro di JOSEPH 2000 da cui P.G: Odifreddi (in Repubblica del 21/7/2000) ha tratto le indicazioni abbatte almeno alcuni pregiudizi.

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  Livelli di consapevolezza ci sono anche in occidente, p.e. la scala spinoziana cognitiva dell' opinio-ratio-visio  e affettiva del conatus-appetitus-cupiditas ( l'intuizione intellettuale dell'ordo et connexio rerum ne costituisce l'apice  come amor Dei intellectualis in cui la laetitia i fa beatitudo, e virtù e fellicità coincidono), ma i livelli  per il buddismo sono più proiettati verso l'altro: tatto - gusto - odorato - vista - udito - intuizione sensibile - intuizione intellettuale - inconscio - intuizione dell'altro (cosmmicità). 

REFERENZE

I CHING, il libro delle mutazioni, a c. John Blofeld,  MI:Mondadori, 1975 [tr. da The book of Change, Allen-Unwin, 1955]

JOSEPH 2000: George Gheverghese Joseph, C'era una volta un numero, MI:Saggiatore,2000

Carla Xodo, Efficacia in Educazione, in "Nuova Secondaria", 2000,9, 15-19

François JULLIEN, Trattato dell'efficacia, TO:Einaudi, 1998 [tr. da Traité de l'efficacité, 1996]

 

Linkografia


Glossary of Terms in Eastern Philosophy a c. James Fieser, sintetica introduzione ai termini fondamentali del pensiero orientale (Zen, Yoga, Upanishads, ecc.).
Lexicon of Confucianism
a c.  Lao Sze-kwang (Chinese University of Hong Kong), buona introduzione al Confucianesimo

Glossary of Buddhist Terms
a c.  Paul Trafford, il sito offre un sintetico glossario della terminologia buddhista.

Glossary of Pali and Buddhist Terms
a c. "Access to Insight", il glossario copre una vasta area della terminologia propria del Buddhismo
Mysticism in World Religions
Realizzato da Deb Platt, questo sito prende in esame le tradizioni mistiche di sei religioni (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo, Hinduismo, Buddhismo, Taoismo), confrontando le loro affermazioni.

15/10/01 http://guide.supereva.it/cultura_indiana/ Maurizio Maccaferri propone  una guida alla cultura indiana
Sui rapporti Islam-Italia, con possibilità di porre temi <http://www.100links.it/schede/5787.html>

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