torna all' home page | apocalisse

Utopie

Spunti  sulla filosofia dell'utopia alla luce di questioni d'attualità.

Aspetti non-utopici presenti nelle grandi utopie (distopie).

 Londonio, giovane  pastore XVIII sec.

29/12/97 Gonzalo, il consigliere del re di Napoli  ne “La Tempesta  [scritta e rappresentata da Shakespeare nel 1611 (5 anni prima della morte)] riassume bene le utopie dell’epoca.

02/02/98 Il collega De Girolamo che segue varie biografie per L’Enc.Multimediale di  Eco (500 e 800), parla del Nulla in Scoto Eriugena fino a Schelling (testo di Scholem), della Cabala come parte della filosofia occidentale. Per questo gli riporto Gabriel Naudé, “Le antiche memorie del nulla”, pubblicato ora da Carlo Ossola, traendo parti delle raccolte di due volumi “Encomia paradossali”. Il testo pubblicato ha come tema “la miniera del niente”. Ai contributi tipici della curiositas libertina (iniziata a Ve-Parigi 1623) sul soggetto “de nihilo” rispondono gli ortodossi con a testa il card. Tesauro. La polemica finisce nel 1625, e secondo Ossola si inserisce nella linea: “Prosopopeia Neminis” di Geoffroy Tory 1513, e “La metafisica del Niente” di Emanuele Tesauro 1623 su slancio degli umanisti Alberti, Erasmo, Rabelais, fino al lacerante concetto pascaliano di scommessa, capace di “trasformare la cosmogonia dei libertini in una drammatica cosmoagonia”: tutto il tema si inserisce nella crisi della scienza aristotelica  e oltre al tema religioso tocca i livelli alti della matematica-fisica con gli aspetti emergenti dell’infinitesimalità, del corpuscolarismo e atomismo (Torricelli esperimenta il vuoto del 1643).

Gonzalo: "Nella comunità vorrei che ogni cosa fosse fatta al contrario di ciò che si fa ordinariamente. Non ammetterei alcuna specie di traffico, alcun autorità di magistrato. L'istruzione vi dovrebbe essere sconosciuta: non ci dovrebbero essere né ricchezza, né povertà, né impieghi servili; non contratti, non successioni, non divisioni, non confini di  terre, non coltivazioni, non vigne; nessun uso di metalli, di grano, di vino, di olio; nessuna occupazione: tutti gli uomini in ozio, tutti; ed anche le donne, ma innocenti e pure; nessuna sovranità...[...] La natura dovrebbe produrre tutte le cose in comune senza sudore e senza pena: non ci avrebbero a essere tradimenti, non fellonia, non spade, non picche, non pugnali, non cannoni e nessun bisogno di alcun altro arnese di guerra. La natura dovrebbe generare da se stessa ogni grascia, ogni abbondanza per nutrire il mio innocente popolo. [...] E regnerei, signore, così perfettamente da lasciarmi addietro l'età dell'oro."

(Shakespeare, La tempesta, atto II, scena I, tr. G.S. Gargano, FI:Sansoni ed. 1964)

4/1/02 Bisogna distinguere - come fa Vita Fortunati presidente del Centro Interdipartimentale di ricerca sull'Utopia ( v. e-mail nelle referenze) -  l'utopia come genere letterario (e quindi descrittiva) dall' utopismo (atteggiamento che tende a superare la realtà del presente, in una visione migliorativa della società). Qui io intendo elaborare il tema dell'utopismo (politico, economico, filosofico: temi quali bisogno-lavoro, eguaglianza, felicità, virtù, fratellanza, comunione, prosperità, pace) sia a partire dai contenuti letterari che a partire dai processi storici (dove si realizza l'innesto tra teoria e  movimenti di massa e modificazioni sociali: filone questo aperto da Mannheim, sviluppato da Ernst Bloch ne "Il principio speranza", v. George  FOX sul movimento del quaccheri). 

14/1/2000 Paola Gatti ( [email protected] n.1967 ricercatrice alla Gregoriana Roma- studio in http://mneme.cjb.net ©1999) vede un intento unico, migliorativo-progettuale, sia nel discorso utopico che in quello distopico [del non-non-luogo, ovvero dell'utopismo reale oggi tradotto in "socialismo reale" assimilato con un cortocircuito mediatico-lessicale al comunismo].

Modelli utopici: l'impostazione assunta è quella di Lewis Mumford (Storia dell'utopia, Bologna 1968, pp. 9-10) secondo il quale l'utopia è destinata ad accompagnare la storia dell'uomo:

a)della giustizia nella Repubblica di Platone [Cosimo Quarta, L'utopia platonica, Milano 1985, p. 83]

 b)dell'eguaglianza nella la Città del Sole di Campanella (lavoro e istruzione per tutti),

 c) della felicità nell'Utopia di More.

19/3/2000 Si propone di fronte all'invasività tecnica (specie nella forma della biotecnologia, con molto hw e sw interrelato al biologico - specie sul e nel corpo umano) l'utopia come un recupero della ragione - ipotizzando situazioni estreme e di non ritorno a partire dalla realtà tecnologica - in:

30/6/2000

 NONLUOGHI http://www.nonluoghi.org/ e' una rivista online di giornalisti volontari, sorta per dare voce a notizie "dimenticate o distorte dai mass media"
Un percorso fra emergenza e utopia, sui temi dell'ingiustizia sociale, della conversione ecologica della produzione e dei consumi, della partecipazione allargata al potere, della pace e dell'azione nonviolenta.

"Non considero il Sessantotto soltanto come un periodo storico definito, un crogiuolo di idee innovatrici; e' una categoria dello spirito. E' il perenne risvegliarsi dell'uomo di fronte alle ingiustizie, alla sopraffazione, alla tracotanza del potere. Per un libertario, e io mi definisco tale, il Sessantotto ha rappresentato una grande occasione per rilanciare le idee di libertà e uguaglianza, nella diversità. (...) Dopo aver spezzato l'immaginario sociale bigotto e conservatore dell'Italia di allora, bisogna saper andare avanti per far progredire le idee che un tempo erano dirompenti e che adesso devono venir rafforzate. (...) Un'utopia, certo, ma che serve a far progredire la società". (F. De Andre'). Ernesto Di Nisio <[email protected]>

9/7/2000

Come mi scrive Paola Gatti, il fatto che gli utopisti contemplino la pena di morte, quale estrema difesa della società nei confronti di colui che si macchia di gravi delitti non può certo togliere la funzione di rottura dagli schemi tradizionali  posta in essere con le loro opere. "More e Campanella invocano un sistema giudiziario che preveda una condanna realmente proporzionale alla colpa commessa. Nella Città del Sole la pena di morte è prevista generalmente per   l'omicidio premeditato, mentre negli altri casi il "rigore" consiste nell'esclusione temporanea dalla mensa comune, dagli onori e dal commercio con le donne. Analogamente More invoca la soppressione del reo in caso di adulterio  reiterato e di continua ribellione alla pena disposta dal magistrato, la quale di per sè è volta sempre ad evitare che il colpevole venga ucciso. E' proprio More poi ad accusare la società inglese di infliggere  pene gravi e tremende, incredibilmente sproporzionate alla infrazione compiuta quale, ed esempio, il  furto. Per quanto riguarda Platone non ricordo la presenza nella "Repubblica" di pagine dedicate al sistema repressivo dello Stato. Mi sembra invece che il problema della espiazione della colpa sia stato da Platone strettamente legato alla sorte dell'anima nel mito escatologico di Er. [...]. Ciò che va difesa, a mio avviso, non è la singola, concreta soluzione offerta dagli utopisti a questioni che per noi, forse, hanno assunto forme diverse, ma lo spirito  di giustizia, di ricerca del bene sociale e individuale che anima queste costruzioni, il quale, solo, è ciò che sopravvive nei secoli illuminando il tratto di storia che spetta a noi  percorrere."

22.10.2000  I primi romanzi filosofici sono posti da Savinien de Cyrano 1629-1655: negli Estats et empires de la lune" (1657) e negli "Etats et empires du soleil" (1662) riassumono - attraverso viaggi immaginari - le idealità di Giordano Bruno e Tommaso Camapanella aprendo allo sviluppo parallelo di ragione e di immaginario.

Nell'Italia controriformista emergono forti spinte ideali, vere e proprie "fughe dalla realtà" che preparano il terreno all'opera di Campanella. In questa direzione viene indicata la pubblicazione del giurista Ludovico Agositni che traccia a Pesaro una "repubblica immaginaria" governata con spirito cristiano ma aristocratico. (JEDIN1970,61)  

Rientrano negli utopisti del libertinismo  Denis VEIRAS (1635 ca - 1685 ca)  che nel suo "Histoire des Séverambes" (1677) elimina differenze di censo, libertà di opinione, parità di diritti tra i sessi, abolizione della guerra, rifiuto di ogni fanatismo; e Gabriel DE FOIGNY (1630-1692) che ne "La Terre australe connue" (1676) prefigura in una società senza classi e nella comunità dei beni un'umanità libera dalle passioni e dall'avidità che gode di una beatitudine naturale (Ferrarini 1995, 65). MORELLY con La Basiliade (1753), testo base per la storia del libertinismo, pone nel regno utopico del principe Zeinzemin  il tema  della società necessariamente buona, dove cioè sia impossibile per l'uomo essere malvagio. Nel Code de la nature (1755) al centro è la proprietà comune, base per la socievolezza e - attraverso la ragione e l'attività produttiva - condizione per il passaggio al "comunismo conscio del futuro". La comunità regola la produzione e la distribuzione (evitando il commercio privato), sulla base di un'educazione collettiva morale  intellettuale e tecnica che consente ad ognuno di realizzare la propria professionalità (Ferrarini 1995,76).

10/12/2000: Tre linee assunte dall'utopia (secondo l'enc. filosofica edita dalla Queriniana indicatami dalla collega Tartarini): escatologismo, apocalisse, chiliasmo (millenarismo. Approfondire Bronislaw Baczko (Paola Gatti lo considera un' ottima guida per avventurarsi nel mondo della utopia). Per Vico e la sua istanza di scienza come realizzazione della produzione umana (ideativa, linguistica e pratica) da approfondire l'esistenza di un utopico come fantasia (sicuramente è da vedere in  termini di "funzione" sociale e anche mentale). 

UTOPIA all'interno del diritto positivo - Come ha dichiarato un rappresentante Usa di "Nessuno tocchi Caino", un condannato a morte "immagina e vive anticipatamente la morte e muore mille volte prima di morire" (cit. da Norberto Bobbio intervento alla comunità S. Egidio - TO 10.6.99, in ", "Sulla pena di morte", in "Nuova Antologia", 1999, fasc. 2212,32-35). La condanna rappresenta un rito ancestrale, da analizzare con gli schemi freudiani dell'inconscio collettivo. E' la società che viene attraversata dalla pulsione di morte, pulsione che si scarica nel condannato, che DEVE soffrire.

0. Dalla notte dei tempi alla fino alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo è prevalsa la legge del taglione (presente nella dialettica delitto-pena, che per Hegel significa diritto dell'omicida ad esser ucciso - diritto inevitabile come "superamento", riscatto dalla colpa). Con la Dichiarazione si proclama il diritto alla vita, ma ci si astiene sulla pena di morte. 

1. Nella scia della tradizione italiana risalente a fine '700 [Beccaria (riflessione teorica) e Granducato di Toscana (nella legislazione)], la Costituzione italiana (art. 27) proclama che "non è ammessa la pena di morte".

2. Solo con la Dichiarazione di Stoccarda 11.12.1977 (approvata dalla Conferenza per l'abolizione della pena di morte) si definisce la  pena di morte come punizione "definitiva, crudele, disumana e degradante" che "viola il diritto alla vita". 

Utopie dell'800: H.D. Thoreau, Walden ovvero la vita nei boschi (1853); W. Morris Notizie da nessun luogo (1890) sulla società pacifica realizzata nel lavoro-arte.

Utopie del 900: B.F.Skinner, Walden Due (1948) sull'armonia attraverso  l'autocontrollo; E. Callenbanch, Ecotopia (1975) sulla società libertaria..

Ad Assisi nel luglio 2001 è stato tenuto un convegno "Utopia versus politica" realizzato dalla rivista "Utopia socialista" di Firenze (borgo s.Frediano 66) ([email protected]) in cui sono stati analizzati i "Grandi utopisti" Campanella, Saint-Simon,  Babeuf, Fourier, Malatesta, Kropotkin, mentre come "politici" sono stati trattati Marx, Engels, Lenin, Rakowskij, Trotsky, Luxemburg, Korsch e Pannekoek. 

Arrigo Colombo (Centro di ricerca sull'utopia, Univ. Lecce) distingue tra utopia letteraria, utopia come fuga ideale, e utopia come progetto nella linea storica (a partire cioè da fatti). 

Altre utopie Jan Amos Komensky, Il labirinto del mondo e il paradiso del cuore (edito e presentato in Italia dalla "Silvio Berlusconi Editore" nel 2003, nel momento in cui il suo padrone deve rispondere in tribunale di molti reati da distopia (corruzione di giudici). 

Restif de la Bretonne, L'andrografo, Unica utopia che mira alla riforma globale dell'uomo. 

---

Referenze

Hosted by www.Geocities.ws

1