...QUEL BUON FRUTTO DEL RAMO LIBERAL-COMUNISTA E...QUELL'INEDUCATO DI BERLUSCONI

di Monello

Come assiduo lettore del Corriere leggo sempre con piacere gli editoriali del suo direttore. Anche se non voglio dire di quale piacere si tratti. Leggendo il suo ultimo editoriale (Domenica 13 ottobre) mi e' venuto in mente quello che scrisse sul doppiopesismo (v. Doppiopesismo nel numero DUE). Mi pare vi si facesse cenno ad un ministro di Prodi gratificandolo del titolo di liberal-comunista.

Cosa volesse dire lo sa solo lui. Noi, che da tanti anni viviamo all'estero, abbiamo preso qualcosa del modo di ragionare degli stranieri e non riusciamo a comprendere quelle che a noi sembrano solo delle antinomie.
Ma lungi da noi il credere di essere nel giusto. In fondo chi puo' negare che un ateo non possa essere anche un buon cattolico? Alcuni mormorano, forse malignamente, che alcuni papi del passato potrebbero esserlo stati.

Ma un modo per risolvere certe contraddizioni forse potrebbe esserci, e potrebbe anche soddisfare quella che dovrebbe essere la normale curiosita' di un giornalista. Ed il modo potrebbe essere una bella intervista ad alcuni grandi ex-comunisti nell' occasione del 40esimo anniversario della Rivoluzione Ungherese.

Questo lo diciamo perche' sembra che in Italia tutti si siano dimenticati di questo grande e tragico evento accaduto nel lontano 1956, che invece e' oggetto di una grande rievocazione storica sulla BBC. Comprendiamo comunque che in Italia forse qualcosa del genere sarebbe poco opportuno ed anche un po' imbarazzante. Meglio continuare nei tentativi di rimbambire totalmente gli Italiani con le varie Lune Nere o Bianche mandate in onda quotidianamente dalla nostra RAI .

Pero' un po' di speranza ce l'abbiamo ancora e, nel caso qualcuno volesse fare un bel servizio storico-giornalistico su quegli avvenimenti, ci piacerebbe sapere come la pensavano nel lontano 1956 alcuni dei nostri bravi "liberal-comunisti", quando i soldati della gloriosa patria dei lavoratori ( l' URSS, per intenderci ) massacravano i lavoratori ungheresi.

Tornando comunque all' ultimo editoriale ( " Mal di cimice ma non e' Watergate " ) del direttore del Corriere, non possiamo non apprezzare come ancora una volta Mieli riesca a darci il senso piu' profondo di quel che regna oggi in Italia: un' incredibile totale definitiva grande confusione. A tutti i livelli, materiali, organizzativi o politico-culturali.

Perche' quando si va a suggerire che maggioranza, minoranza e magistratura " ..si siedano ad un tavolo e comincino a discutere tra loro", allora vuol dire proprio che siamo alla fine.

L'altra grande illuminazione la si ha dal sottotitolo: " Berlusconi doveva telefonare a Prodi ".
E voi credevate che il fatto grave fosse che qualcuno stava spiando il capo dell' opposizione?, e no!
Pure io, che pur cerco di stare attento a quel che succede, c' ero cascato, e pensavo, meschino, che quello fosse il problema.
E invece che scopriamo? Che il fatto veramente grave e' che Berlusconi non ha telefonato a Prodi.

Diavolo di un Berlusconi. Ma quand' e' che imparera' a vivere?

Sommario

Hosted by www.Geocities.ws

1