SCIOPERI CORPORATIVI

di Massimo Galanti

La Casa delle Liberta` non e` stata gratificata della fiducia degli Italiani per continuare a fare quello che hanno fatto gli innumerevoli governi che si son succeduti dal 1947 ad oggi, bensi` per iniziare quella rivoluzione che dovrebbe cambiare finalmente il volto al Paese mettendolo su una strada piu` consona alle sue potenzialita` ed alla sua storia.

Da quando abbiamo fondato questa rivista telematica, nel lontano 1996 all'indomani della sconfitta del Polo delle Liberta` nelle elezioni politiche, abbiamo tentato di spiegare quali, secondo noi, sono i motivi che hanno limitato lo sviluppo socio-economico, impedendo all'Italia, nonostante 50 anni di pace e relativa prosperita`, di diventare appieno una moderna democrazia di tipo occidentale. Ma forse giova ripetersi.

Uno dei motivi principali, forse la madre di tutti i problemi, si puo` trovare in quella grande alleanza antistatale che si e` andata concretizzando nel tempo fra alcuni dei piu` importanti protagonisti della societa`.

Quest'alleanza, tuttora in piedi e forte come non mai nonostante la vittoria del centro-destra, comprende le grandi Organizzazioni Sindacali con i loro molti pensionati ed i pochi operai, la Burocrazia, la Magistratura, gli operatori dei media, i salotti buoni del Grande Capitale, una parte significativa della Chiesa Cattolica, i resti di quelli che erano i Grandi Partiti di massa.

Questi gruppi organizzati costituiscono delle vere e proprie Corporazioni. Verrebbe da pensare ad una qualche continuita` dell'Italia repubblicana con lo Stato Fascista, se non fosse che a differenza delle Corporazioni del passato regime, tutte inquadrate in un'unica grande organizzazione sotto il controllo dello Stato, le moderne Corporazioni sono caratterizzate da una smaccata difesa egoistica dei propri interessi particolari e da una forte insensibilita` verso gli interessi nazionali.

Di fronte ad un Stato sempre piu` debole ed assente e` stato facile organizzare gli interessi particolari in gruppi sempre piu` potenti. Il PCI, che puntava per la presa del potere alla disgregazione dello Stato, e` stato il referente principale di questo processo. Questo Partito aveva tutto l'interesse a scardinare lo Stato "borghese", mentre l'alleanza con importanti gruppi della societa` faceva crescere sempre di piu` la sua influenza. Da parte loro le Corporazioni trovavano nel PCI un alleato che permetteva loro di accrescere il proprio potere a spese dello Stato e della Comunita`.

L'evolversi della situazione internazionale, la caduta dell'illusione di un mondo senza frontiere, la rinascita dello Stato-Nazione con il suo ruolo fondamentale per lo sviluppo della democrazia, la nuova attenzione che si ha verso l'immigrazione non piu` paragonabile all'emigrazione del passato, ma vista finalmente come un fenomeno nuovo che puo` avere grosse conseguenze per la stabilita` del paese ospite, il nuovo terrorismo, sono tutti motivi che hanno messo in crisi le sinistre di tutto il mondo, che solo fino all'altroieri ancora vaneggiavano su nuove "internazionali" e su "governi mondiali".

A dire il vero c'e` chi vaneggia tuttora. La vittoria del centro-destra in Italia ha fatto eplodere tutte le contraddizioni della simbiosi Sinistra-Corporazioni. Il cemento principale dell'alleanza Sinistra-Corporazioni e` stato l'esercizio del potere con i relativi privilegi. La perdita di questi o anche la sola paura di poterli perdere ha reso la crisi inevitabile.

Sintomatico e` il caso della CGIL e della Corporazione dei Magistrati, ambedue deluse e critiche verso il loro maggiore sponsor, il partito dei Democratici di Sinistra, che si accingono a scioperi disperati e pretestuosi con l'intento di recar danno al Governo e ritardare quelle ormai inevitabili riforme che ridimensionerebbero sia le personali ambizioni, che la speranza di un futuro Stato socialista.

Venendo al caso specifico della Magistratura, ci troviamo di fronte ad un Ordine caratterizzato ormai da un'inefficienza che puo` essere solo motivo di scandalo, di cui i cittadini hanno il sacrosanto diritto di lamentarsi e di pretendere una riforma che porti ad una piu` utile funzionalita`.

Quando il 90% dei crimini rimane impunito, c'e' da chiedersi paradossalmente quale sia l'utilita` di una simile istituzione.

C'e' da chiedersi se una simile inefficienza non sia anche una conseguenza dell'automatismo delle carriere. Senza dimenticare che l'unico esame che un magistrato deve superare nella sua vita professionale e` quello per entrare nella Magistratura. Cosa che avviene in genere quando il nostro futuro magistrato e` giovanissimo e senza alcuna esperienza specifica.

La stragrande maggioranza dei processi importanti di cui il grande pubblico viene a conoscenza, finiscono con sentenze contradittorie fra primo e secondo grado, per non parlare degli innumerevoli vizi di forma che costringono la Cassazione ad annullare molti e delicati processi. Alcuni processi importanti fra vari gradi di giudizio e annullamenti si concludono solo dopo una decina di sentenze. Non e` eccezionale il caso che, per madornali sviste, alcuni importanti delinquenti, anche autori di stragi o di molti assassinii, si trovino improvvisamente liberi.

Di fronte a questo stato di cose vi e` paura a sollevare critiche o dubbi che dovrebbero essere il sale della democrazia, perche` succede spesso che l'inefficienza si accompagni ad una grande arroganza, vi e` quindi sempre la minaccia dell'accusa di calunnia o vilipendio, con certezza matematica della condanna dopo un processo brevissimo, condotto, in questo caso, con grande rapidita` ed efficienza.

Una simile situazione dovrebbe innescare, anche e soprattutto fra gli stessi magistrati, un forte dibattito alla ricerca delle cause e dei rimedi. E bisogna dire, ad onor del vero, che probabilmente la stragrande maggioranza dei magistrati si rende conto di questa insostenibile situazione ma, come spesso accade, si trova inibita ed intimidita dall'attivismo di quei magistrati militanti che generalmente trovano sempre gran seguito e validi alleati nei media e nei partiti della sinistra.

Tornando allo sciopero, e` evidente la disperazione di una tale mossa. Infatti quei magistrati che, nonostante gli inviti alla moderazione da parte del Presidente della Repubblica, hanno voluto testardamente lo sciopero, hanno recato un danno gravissimo e fatale alle tesi che la Magistratura sia un Potere dello Stato.

Non mi sembra che sia mai successo, in nessuna parte del mondo ed in nessuna epoca, che un Potere statale si metta a scioperare, la cosa tra l'altro sarebbe oltremodo ridicola. E` quindi evidente che con questa mossa la Magistratura ha dato ragione a chi da anni va cercando di spiegare che la Magistratura non e` un Potere ma solo un Ordine dello Stato, ed i suoi componenti sono soltanto degli impiegati. Giusto quindi, in quanto impiegati, che si mettano a scioperare.

Il governo si dovra` attendere ancora piu` forti resistenze di fronte ai suoi tentativi di riforme. L'opposizione maggiore verra` evidentemente dai sostenitori delle ideologie anticapitaliste che vedono nell'attivita` di questo governo un pericolo mortale per la realizzazione delle loro utopie. C'e' da aspettarsi invece, con il tempo, un adeguamento pragmatico delle varie Corporazioni alla nuova realta`, anche se alla fine ne dovessero uscire ridimensionate.

Il compito che attende questo governo, se veramente vuole rispondere a quei cittadini che gli hanno concesso la loro fiducia, e` immane. Ma tutto deve essere portato a compimento, non esistono altre possibilita`.

Sia questo ben chiaro anche a quei dirigenti di partito od a quei deputati e senatori dei partiti di maggioranza, che continuano perversamente, come se nulla dovesse mai cambiare, a seguire atteggiamenti e logiche politiche appartenenti al passato.

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