EUROPATHETICS

di Massimo Galanti

I cosidetti (per autodefinizione) "Three Bigs of Europe", saranno forse grandi in tante cose ma certo non in analisi e "leadership". Come alcuni nostri politici di cui parleremo fra poco, anche loro soffrono di alcuni problemi d'identita`.

Il primo ministro inglese sembra convinto di essere colui che eradichera` il terrorismo dal mondo. Noi ci saremmo accontentati, visto che eventualmente ci penseranno gli americani a vincere il terrorismo globale, che Blair avesse risolto il problema del terrorismo a casa sua. Compito in cui tutti i governanti inglesi si cimentano da almeno trent'anni senza alcun successo. Pensare che uno o due missili, tra l'altro comprati dall'America, sparati da un sottomarino nucleare, per lo piu` a tecnologia americana, con pesanti ripercussioni finanziare per il contribuente inglese, possano sconfiggre il terrorismo, ci sembra indubbiamente un po` esagerato.

Con questo non vogliamo togliere nulla allo spirito encomiabile con cui gli inglesi si sono schierati sinceramente e prontamente a fianco dei loro cugini, e nostri alleati, d'oltre oceano. E' sul piano pratico che l'iniziative inglesi, fuori da un contesto europeo finora ignorato, piuttosto che ad un Big, fanno pensare alla formichina della barzelletta, che al seguito di un branco di elefanti infuriati, tutta tronfia, pur non sapendo bene cosa stesse succedendo, era lo stesso convinta di essere corresponsabile del gran putiferio che gli elefanti stavano provocando. Ma almeno gli inglesi qualcosa la stanno facendo.

Gli altri Due Grandi invece hanno promesso truppe, si stanno organizzando, si incontrano ad alto livello, nell'attesa, e speranza, che nel frattempo la guerra sia finita e vinta dagli Americani. E' un peccato che questi Tre Grandi non si rendano conto che sono almeno 200 anni, dai tempi di Napoleone, che con le loro pretese egemoniche, con le loro manie di voler plasmare il continente a loro immagine e somiglianza, sono stati solo capaci di recare gran danno all'Europa, relegandola infine ad un ruolo di minipotenza, nemmeno regionale: vedi il caso della Bosnia e del Kosovo, lasciando a Stati Uniti, Russia e Cina, nell'ordine, il ruolo di Grandi Potenze.

I Tre Grandi europei che come tanti altri leader continentali vivono tutta una loro realt� (virtuale) fatta di Grandeur, sembrano non accorgersi che il destino del Mondo viene deciso in questi giorni dagli incontri cino-russo-americani. Da oggi il mondo comincia in Turchia, passa per l'Asia Centrale per il Giappone, abbraccia tutta l'area del Pacifico e finisce negli Stati Uniti. L'Atlantico e l'Europa sono marginali, come un giorno lo divento` il Mediterraneo. I nostri Tre Grandicelli (che sembra non siano mai cresciuti), invece di prendersi la responsabilita` della guida dell'Europa, pensano bene d'irritare gli altri pArtners con iniziative discutibili ( ed anche un po` cafonesche), pur legittime ed anche normali in altre circostanze.

Bisogna pero` riconoscere che e` pur sempre un passo avanti dai tempi in cui le loro iniziative finivano nei soliti macelli a base di milioni di morti. Oggi fortunatamente si limitano solo ad irritare qualche partner piu` suscettibile di altri. E` un peccato che l'Europa non abbia oggi dirigenti in grado di comprender l'ovvio, di vedere la realta` cosi` com'e`. Il Presidente francese si e` quasi scusato di aver organizzato il famoso incontro, dicendo che si trattava di questioni militari di carattere privato, concernenti i tre.

Ma come si fa a non vedere che la forza militare di ogni singolo Stato Europeo, anche del piu` forte, non e` che un decimo, se non molto meno, di quella americana? Come si fa a non vedere che l'unico modo affinche` gli Stati Europei siano oggi credibili sul piano militare e` quello di avere una politica estera e di difesa genuinamente comune ovvero europea? Basta pensare al caso della Bosnia e del Kosovo, dove si e` potuto intervenire solo quando gli Americani hanno deciso di prendere in mano la situazione, per accorgersi che l'Europa ha una capacit� autonoma d'intervento quasi nulla. Le vicende dei Balcani hanno dimostrato che l'Europa come potenza militare non esiste nemmeno a livello regionale, figuriamoci i singoli Stati.

Questi sono fatti sotto gli occhi di tutti, difficile da contestare. Purtroppo l'arroganza dei Tre, che a lungo andare si rivelera` immancabilmente molto dannosa, se non mortale per l'Europa, non si limita all'episodio di cui stiamo parlando. Chiunque viva in ambiente europeo ha modo di constatare tutti i giorni che alcune nazioni, e quindi anche i loro piu` alti funzionari, considerano l'Europa una semplice estensione del loro Stato.

L'esperienza ha anche dimostrato che l'Italia, di fronte alla prepotenza ed arroganza dei suoi partners, si trova il piu' delle volte a mal partito ed e' pronta a cedere per mancanza di volonta` di lottare. La spiegazione della condotta italiana si trova nella cultura dei nostri funzionari e politici che, condizionati da anni di propaganda interna antinazionale, si trovano disarmati, con il loro Europeismo di matrice internazionalista cattomarxista, di fronte al nazionalismo, talvolta anche ostentato, dei nostri partners, rifiutadosi di riconoscerlo come tale.

Gia' abbiamo avuto modo di stigmatizzare con vari articoli su questa rivista, l'entusiasmo fuori luogo che molti nostri politici, quasi bramosi di perdere il controllo della politica monetaria in favore di un organismo centrale la cui legalita` democratica lascia ancora oggi qualche dubbio, manifestarono il giorno della coniatura del primo Euro. Ricordiamo bene come illustri politici e giornalisti, dimostrando scarso senso del ridicolo ed incredibile mancanza di capacita` analitiche, abbiano brindato quel giorno alla fine dello Stato Nazionale in nome di una ancora non meglio identificata Europa. Basta seguire tutto quello che sta succedendo in questi giorni, ed anche all'episodio di Gand, per capire che la realta` di molti politici e giornalisti italiani e` fatta essenzialmente di pii desideri, tanto sono imbevuti di sessantottismo e amore universale.

E' un peccato che la nostra classe politica e giornalistica, nel suo provincialismo esasperato, molto dovuto ad ignoranza, non riesca a vedere il nazionalismo degli altri politici europei e dei funzionari prEposti alle varie organizzazioni intergovernative, funzionari che molte volte hanno come unica guida l'interesse delle loro rispettive Nazioni, o del Club di Nazioni di cui tacitamente fanno parte. Sarebbe ora che l'Italia aprisse gli occhi e cominciasse a studiare la questione anche sul piano della gestione dei grandi organismi europei. L'episodio di Gand non e` un episodio a se`, bensi` e` lo specchio della situazione normale di un Europa che ancora oggi, nella testa di alcuni grandi Stati Europei, serve soprattutto a realizzare quei sogni di Grandeur nazionale che si sono dimostrati irrealizzabili per altre vie. L'Italia ha veramente un compito importante davanti a se`, se solo ne prendesse coscienza.

Fortunatamente non abbiamo sogni di gloria, la gloria del passato e` tanto grande ed insuperabile che qualsiasi tentativo di emulazione cadrebbe nel ridicolo, se non nella tragedia, come di fatto e' accaduto nel recente passato. Il grande compito che abbiamo di fronte e` quello di costruire l'Europa, prendendone con coraggio l'iniziativa, non in nome di un provinciale nazionalismo, ma per il beneficio di tutti i popoli europei senza distinzione alcuna.

Per far questo e` necessario partecipare con forza e determinazione, e con le idee chiare, a tutti i processi costruttivi e decisionali, sia a livello politico che a livello della grande amministrazione. Bisogna preparare funzionari capaci che abbiano ben chiari i compiti e le responsabilita` che competono loro ed il fine della loro azione. Bisogna far sacrifici sul piano finanziario per costruire gli strumenti, anche militari, che ci consentano di intervenire dove abbiamo il dovere di farlo. Dobbiamo avere coscienza delle nostre capacita' e del nostro ruolo. Non dobbiamo, ne` possiamo, lasciare la costruzione, o la distruzione dell'Europa, nelle sole mani di governi incapaci di guardare al di la` dei loro interessi di bottega.

Da parte nostra dovremmo finirla con l'affidare il nostro destino a Papi o Imperatori stranieri, la Storia ci ha reso edotti di tutto il danno che ci puo` derivare da una simile condotta. Dobbiamo finalmente prendere coscienza, con orgoglio, dei doveri che abbiamo verso la nostra Patria, ed oggi uno di questi doveri, forse il piu' importante, si chiama Europa.

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