UNA RIVOLUZIONE ITALIANA

di Ruggero Nazareno

Abbiamo vinto le elezioni. Diciamo "abbiamo" non solo per le nostre simpatie Poliste, ma anche perche` son cinque anni, gli anni di vita di questo giornale, che noi personalmente abbiamo aspettato, sognando e credendo, questo momento. Cinque anni esatti dal giorno della sconfitta nell`aprile del 1996.

Secondo la nostra opinione quel giorno fu l'intera nazione a perdere. La sconfitta, detta anche vittoria dell'Ulivo, fu voluta fortemente da alcuni Poteri Forti quali la Grande Burocrazia, la Grande Finanza, ed alcuni Poteri economici e politici esteri. Una sconfitta voluta fortemente da chi vuole un'Europa centralista e burocratica, al servizio di alcuni grandi banchieri ed industriali, un`Europa con alcune Grandi Nazioni di prima fila, ed altre ridotte al rango di comparsa.

Il Belgio, con la sua posizione privilegiata, sede di quasi tutte le piu` importanti Istituzioni Comunitarie, sede di tutte le Grandi Lobby Economiche, sempre pronto a servire gli interessi delle Grandi Nazioni, e` l'interprete piu` interessato e genuino di questa visione europea nordica, centralista e lobbista. Non e` quindi una sorpresa l'interesse del governo belga alla vittoria dell'Ulivo che condivide questa filosofia europea, ed alla sconfitta della Casa delle Liberta`.

Non e` una sorpresa che in questi giorni proseguano gli attacchi patetici di un patetico ministro degli esteri belga. Non e` una sorpresa che l'intreccio europeo fra grande finanza e grande burocrazia, veda come fumo negli occhi uno sviluppo dell' economia basato sulla vera concorrenza e sul libero mercato, accompagnato da un ruolo nuovo, di difesa della democrazia, del concetto di stato-nazione. Per le grandi corporazioni economiche europee il libero mercato va molto bene fin tanto che possono godere dell'appoggio incondizionato dei governi e delle istituzioni.

Per questo abbiamo assistito con preoccupazione alla vittoria dell'Ulivo. Dinanzi a noi era chiara la visione di un`Italia asservita alle Grandi Nazioni, non piu` padrona della propria economia, un`Italia che stava per rivivere in chiave moderna la sua lunga storia di preda agognata dei grandi Potentati Nordeuropei. Come era facile prevedere i cinque anni dell`Ulivo sarebbero stati anni di decadenza, di de-industralizzazione, di abbandono per le grandi infrastrutture del paese.

L`unico grande risultato dell`Ulivo e` stato l'aggancio alla moneta unica con la promessa agli Italiani di un futuro sviluppo economico. In realta` si e` trattato dell`asservimento dell'Italia ai grandi poteri interni ed esterni, in cambio i signori dell'Ulivo hanno visto legittimato il loro ruolo di Valvassori.

La controprova di questa affermazione si deduce dal ruolo svolto dalla grande stampa nazionale ed internazionale Mai la stampa internazionale europea, proprieta` delle grandi corporazioni economiche-finanziarie, e` entrata cosi` pesantemente e fallosamente negli affari interni di un`altra nazione, tentando in tutti i modi di soccorrere l'Ulivo, denigrando fino alla calunnia la CdL ed i suoi elettori. E possiamo essere sicuri che questo comportamento servile e truffaldino della grande stampa internazionale continuera` ancora per molto tempo.

E` facilmente prevedibile che, deciso ormai il risultato elettorale, si tentera` con questi attacchi di spaccare la CdL sperando che venga meno la maggioranza parlamentare. Troppo grande la posta in gioco. Troppo importante l'esito della lotta.

Una lotta che si combattera` su due fronti. Uno quello della rivalutazione del ruolo dell'Italia sulla scena internazionale. L'altro quello della rivalutazione dello Stato-Nazione, difensore degli interessi democratici del popolo in un mondo sempre piu` "globalizzato".

Si tratta di una vero e proprio progetto rivoluzionario che non puo` certo far piacere ai detentori del vero potere. La Casa delle Liberta` ha vinto promettendo una rivoluzione, e rivoluzione dovra` essere, a dispetto degli attacchi e delle minacce dei guardiani della stabilita` europea, una stabilita` che dovrebbe relegare in eterno l'Italia ad un ruolo subalterno.

Gli Italiani hanno votato la Casa delle Liberta` non per quieto vivere, ma consapevoli di un grande progetto rivoluzionario democratico ovvero una rivoluzione nel rispetto delle regole fissate dalla democrazia. Finita la sbornia del trionfo bisognera` rimboccarsi le maniche ed ognuno dovra` fare la propria parte.

Per quel che ci riguarda continueremo con il nostro lavoro di giornalisti dilettanti a controllare giorno per giorno che nessuno tradisca questo sogno di una rivoluzione italiana.

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