EDITORIALE

compleanno

Eccoci qua a festeggiare ancora una volta il nostro compleanno, il quinto della serie.

E mai compleanno avrebbe potuto essere più festoso e significativo, giungendo negli stessi giorni in cui la maggioranza degli Italiani ha dato fiducia allo schieramento politico nel quale ci siamo riconosciuti in questi cinque anni di vita.

Nel maggio del 1996, con la formale vittoria elettorale dell'Ulivo di Prodi, si compiva la tragica commedia del congelamento della democrazia parlamentare italiana, iniziata col ribaltamento del legittimo Governo Berlusconi e proseguita col "Governo del Presidente". Congelamento della democrazia tanto più grave in quanto eseguito col concorso diretto dei vertici delle Istituzioni e ricorrendo a trasformismi e giuochi di Palazzo degni di una Repubblica delle Banane.

In quel maggio del '96 tutto sembrava perduto, la "normalizzazione" della vita politica italiana, dopo la "primavera del '94" sembrava compiuta, non diversamente da quanto era accaduto a Praga nel 1968, quando i "partiti fratelli" intervennero per "normalizzare" la "primavera di Dubcek".

Tutto sembrava perduto per la liberaldemocrazia italiana, ed è con una punta di orgoglio che oggi ricordiamo quella nostra decisione temeraria di dar vita ad una rivista di politica. Temeraria perché decidemmo di affidarci ad un mezzo, Internet, allora ancora sconosciuto ai più (nessun quotidiano o rivista o sito di opinioni vi aveva ancora fatto ricorso), e perché il nostro sostegno al "Polo per le Libertà" poteva apparire alquanto anacronistico nel momento in cui il Polo stesso rischiava di essere dissolto ed il suo leader di essere dubcekizzato.

Il tempo ci ha dato ragione e le elezioni del 13 maggio hanno premiato, con noi, tutti coloro che hanno continuato a credere nei valori liberaldemocratici ed hanno contribuito a ricostituire la fiducia in un futuro degno di un grande Paese. Certamente più degno dello sfacelo materiale e morale cui uno schieramento politico senza obiettivi, se non quello della gestione del Potere, ha costretto l'Italia in questi ultimi anni.

Ora però, tra un brindisi e l'altro, è già tempo di voltare pagina. La responsabilità che attende il nuovo Governo e la maggioranza che lo sostiene è enorme, tuttavia ci sono le condizioni perché l'impegno sia coronato da successo: i numeri parlamentari, le capacità personali, la spinta al cambiamento manifestata dal Paese, la necessità indilazionabile di riemergere dalle rovine. Siamo sicuri che ce la faremo!

Per quanto riguarda l'Osservatorio, un compito più impegnativo ci attende da oggi. Se infatti in questi anni le conseguenze del malgoverno ci offrivano facilmente spunti critici, esiste ora in teoria il rischio di finire appiattiti, magari inconsciamente, su posizioni filogovernative. Rischio tanto maggiore se, come speriamo, le cose italiane cominceranno a girare per il verso giusto.

Possiamo garantire che ciò non accadrà.

Come abbiamo mantenuto sinora la nostra indipendenza dai partiti e movimenti della Casa delle Libertà, pur identificandoci nei valori e nei programmi che li ispirano, così intendiamo mantenere la nostra indipendenza di giudizio e la libertà di analizzare, con spirito critico ma costruttivo, le azioni del Governo. Inoltre, con la annunciata ricostituzione del Ministero per gli Italiani all'Estero, crediamo che un ruolo anche propositivo possa configurarsi per l'Osservatorio, come naturalmente per le riviste nostre consorelle, e non mancheremo di esercitarlo opportunamente.

Nel frattempo, almeno per questo numero, godiamoci lo "stato di grazia" che ci viene dal 13 maggio, prima di rimboccarci le maniche perché uno "stato di grazia" si instauri nel Paese e vi rimanga consolidato.

A tutti i nostri amici, prosit!

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