POLTERGEIST NELLA CASA DELLE LIBERTA'

di Massimo Galanti

Si dice che in ogni casa si annidino dei "fantasmini", delle "presenze" poco definibili ma le cui azioni possono provocare danni d'ogni genere, quali rotture di piccoli oggetti, scatole, bicchieri, soprammobili.., oltre a provocare cadute o altri tipi d'incidenti. Accorgendosi di una tale presenza, il rimedio e` semplice, se pur lungo e doloroso, basta chiamare il solito esorcista.

Vi sono poi delle situazioni, limite direi, in cui per il gusto del pericolo e del rischio si creano ad arte le condizioni per cui la casa possa essere letteralmente invasa da questi "poltergeist". In genere ci si pente amaramente perche` il danno che ne deriva e` senz'altro piu' grande del divertimento. Il panorama politico italiano comprende moltissime di queste "presenze" ormai politicamente defunte o quasi. Brave persone, in genere, ma pur sempre rappresentative di un passato che anche a voler essere gentili non fu proprio esaltante.

Parliamo ad esempio della DC e dei suoi innumerevoli ex, non dei simpatizzanti o dei semplici iscritti, ma di coloro che avevano la responsabilita` delle scelte politiche, ed essendo la DC il maggior partito nei governi di allora, anche delle scelte gestionali della Nazione. Gran parte della DC si e` battuta, a cominciare dagli anni sessanta, per un grande progetto, portare il PCI al governo. Per molti il successo di un tale progetto avrebbe significato la trasformazione definitiva del nostro Paese in uno Stato social-confessional-integralista a liberta` limitata e vigilata.

Questo progetto aveva anche un nome: Compromesso Storico. Nel nome, freudianamente, confluivano sia il carattere cedevole e pacifista, sia l'aspettativa catartica e liberatrice della Storia, tipici di molti pensatori cattolici integralisti. A questo progetto, che senz'altro avrebbe rappresentato un esempio per il resto del mondo poiche` con un po' di fantasia avrebbe portato alla fine della guerra fredda e ad un grande abbraccio universale, com'e` sempre nei sogni dei soliti utopisti, molti sacrificarono anche l'interesse e lo sviluppo del Paese. Ancora una volta l'Italia, come troppo spesso e` accaduto in passato, come non fosse proprieta' degli Italiani, diventava laboratorio privato per i progetti egemonici di gruppi di potere confessionali od a sfondo ideologico. Addirittura, da qui il nome roboante, per la prima volta si tentava la sintesi fra la parte confessionale e quella laica socialmente "avanzata" della societa`.

Purtroppo sin dai tempi della cosiddetta "donazione di Costantino" l'Italia non e' piu' considerata come proprieta' dei popoli italici. L'Italia, con buona pace del presidente Amato, e` oggi, dal punto di vista dello sviluppo moderno, l'ultimo, e di gran lunga, fra i grandi paesi, sia vinti che vincitori, che uscirono alquanto malconci dall'ultimo conflitto mondiale, con l'eccezione naturalmente della Russia, che dopo 40 anni di comunismo post-bellico e' gia' un miracolo che ancora riesca a sopravvivere.

Eppure la Germania ed il Giappone, ma anche la Francia e la stessa Inghilterra, ne uscirono alquanto peggio di noi. Nonostante questo e nonostante 50 anni di pace, piu' che sufficienti per far sviluppare economicamente e democraticamente un popolo, dovesse anche partire da zero, ci troviamo oggi con le strutture piu' misere ed antiquate del mondo occidentale, con una grande industria in via di smantellamento, e si parla di industrie non nate ieri ma anche piu' di cento anni fa, senza un sistema di trasporti moderno ed efficiente, senza un'industria di punta, senza ricerca scientifica, con la piu' alta disoccupazione del mondo occidentale, ma con la disperata necessita` di immigrati per poter fabbricare a prezzi stracciati, magliette, sedie e tavolini.

Volere dare il merito di questo sconsolante risultato, dopo ben cinquant'anni di pace e di sviluppo, al solo Prodi ed ai governi che l'anno seguito, D'Alema e Amato, od all'ex ministro del Tesoro Ciampi, ci sembra oggettivamente un po' esagerato. Diciamo che questi signori al massimo hanno tentato di dare il colpo di grazia al paese, fortunatamente senza riuscirci, dato che si tratta di un paese di una vitalita` eccezionale, temprato da tremila anni di storia che ne hanno fatto la culla della civilta` occidentale. In altre parole il paese era gia` abbastanza conciato male quando l'Ulivo ne ha presa la direzione, e quindi le colpe vanno equamente distribuite anche fra coloro che, come abbiamo scritto innanzi, hanno anteposto agli interessi del Popolo Italiano  quelli dei loro sogni ideologico-egemonici.

Fra i politici pentapartitici della Prima Repubblica vi sono anche quelli che, pur essendo stati in principio contrari al disegno egemonico dei comunisti e degli ex-comunisti, di fronte alla nota offensiva integral-giustizialista a senso unico, hanno pensato bene di guadagnarsi un salvacondotto saltando sul carro dei persecutori-vincitori. Altri invece, contando sulla loro capacita` di abili politici cresciuti alla scuola della sopravvivenza e del potere, saltano di qua e di la' a seconda della convenienza politica de momento. In tutti i casi si tratta di sopravvissuti... o di zombi, politicamente s'intende.

La Casa delle Liberta' dovrebbe fare molta attenzione nell'aprire le sue porte a questi "fantasmini", alcuni anche particolarmente dispettosi. Il programma della Casa delle Liberta' e' un programma rivoluzionario data l'attuale situazione italiana, che non puo' accettare compromessi a meno di non fallire miseramente come tanti altri hanno fallito in passato. Anche Craxi penso' ad un certo punto che sarebbe stato sufficiente ritornare alla Presidenza del Consiglio per cambiare l'Italia, e pur di arrivarci si avvicino' troppo ai metodi del vecchio regime, fino a copiarne gli aspetti piu' sgradevoli. Sappiamo come e' andata a finire. Di fronte ai poteri forti che decretarono l'offensiva giustizialista a mezzo stampa, il PSI si squaglio' come neve al sole, ed il povero Craxi rimase solo.

Alcuni illustri suoi collaboratori si salvarono alla grande, anzi passano tuttora per salvatori della Patria, mettendosi addirittura alla testa dei persecutori-vincitori con una piroetta a 180 grandi. Altri si accontentarono piu` modestamente, date anche le loro capacita`, di appoggiare i vincitori. Altri, anche alcuni di quelli che abbandonarono il Capo nel momento del pericolo, stanno ora tentando di riorganizzarsi.

La Casa delle Liberta` e` forte delle sue idee e dei suoi ideali, ed il carattere degli aderenti alla Casa delle Liberta` e` di quelli che antepongono gli ideali alla vanagloria personale. Vincere perche` poi tutto rimanga come prima a causa di troppi "poltergeist" che si divertono a sfasciare piuttosto che a costruire, sarebbe peggio di una sconfitta. Non si puo` dimenticare che troppe volte la sinistra e` riuscita a farla franca in questi anni grazie ai giri di valzer ed alle sottigliezze politiche di troppa gente della prima repubblica, od almeno con quella mentalita`, e che riuscirono a farsi eleggere nelle file del Polo, per poi passare spudoratamente dall'altra parte.

La Casa delle Liberta` nasce dall'allenza fra il Polo delle Liberta`, nelle sue componenti rimaste fedeli agli ideali anche nei tempi difficili, e la Lega, che da sempre e` rimasta fedele ad un suo ideale di cambiamento nella forma dello Stato. L'ideale della Casa delle Liberta` deve essere laico, liberale, riformista e presidenzialista con un forte federalismo. Nell'ora della possibile vittoria bisogna rimanere super vigili affinche` questo ideale non venga annacquato o sabotato da chi in realta` persegue altri scopi.

In politica conta la vittoria, ma di fronte ad una vittoria senza possibilita` di rivoluzione, dovremmo preferire di poter continuare a lottare per un cambiamento effettivo dell"Italia, anche se dai banchi dell'opposizione. Troppo forti sono i poteri che si oppongono ad un vero sviluppo liberale e democratico del popolo italiano. Solo una convinta e profonda unita` e determinazione possono far sì che attraverso la vittoria della Casa delle Liberta`, il Popolo Italiano possa liberarsi del peso di un'élite tanto arrogante quanto egoista ed incapace, degna erede di quelle classi elitarie che troppo spesso in passato hanno avvilito e soffocato le legittime aspirazioni di un grande popolo.

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