OSSERVATORIO POLITICO

Le vacanze segnano talvolta il momento dei buoni propositi. Non essendo impegnati nello stress quotidiano delle scadenze, si ha più tempo per dedicarsi a qualche riflessione su noi stessi. Il mio buon proposito é stato quello di tentare di essere meno polemico e cercare il più possibile di capire le ragioni degli altri. Soprattutto per quel che riguarda il mio divertimento-impegno di scrivere di politica.

Ma nonostante tutti i buoni propositi, purtroppo non posso fare a meno di scrivere tutto il male possibile del governo Prodi, poichè per quanto mi sforzi non riesco a vedere nessun provvedimento di questo che sia, anche minimamente, positivo per il nostro Paese. Anzi non riesco a vedere azione alcuna. Finora l'unica azione di rilievo dei cultori dell'Ulivo é consistita nell'occupazione totale e definitiva della RAI. Operazione andata in porto con la collaborazione attiva dei Presidenti di Camera e Senato, che ormai fanno anche loro parte del Governo, e senza la minima critica da parte di quella stessa stampa che in occasione dell'analoga operazione condotta dal Polo, anche se su scala infinitamente ridotta, si strappò le vesti gridando contro il grave attentato alla Democrazia ed alla libertà d'informazione. A parte questa edificante performance, passati cento giorni, non si riesce a trovare null'altro che possa caratterizare questo Governo, se non la sua totale inazione.

Per quel che riguarda la famosa "manovrina" economica , non dimentichiamo che in realtà questa era un’eredità del governo Dini. Il quale a sua volta in un anno di attivita’, si fa per dire, é riuscito solo a varare una semi-riforma delle pensioni, oltre che a sballare ogni previsione di bilancio. Infatti, nonostante la "manovrina", il deficit per il 1996 non sarà di 109.000 miliardi , ma ormai corre tranquillamente verso i 130.000, se non di più. Il risanamento della finanza pubblica prosegue quindi a passi di gambero. Il tutto in una situazione economica in forte peggioramento, se proprio non vogliamo parlare di recessione. Ciampi, esattamente come affermò tre anni fa di questo periodo, fine estate 1993, afferma ora che "ce la faremo", basta avere fiducia.

Per ora siamo al "Credere", speriamo che gli altri due imperativi questo regime ce li risparmi. Rispetto al 1993 il regime ha però qualche preoccupazione in più. E’ vero che ormai ha occupato saldamente tutte le stanze del potere, al punto tale che Istituzioni, Governo e Informazione sembrano ogni giorno di più la stessa cosa, senza cosiderare poi l’appoggio della grande finanza e di quello che é rimasto della grande industria, ma é anche vero che mai, da quando si può parlare di regime, ovvero da almeno 30 anni, il consenso elettorale é stato così basso: ricordiamo o meglio ricordino bene lor signori, che per la prima volta nella storia repubblicana i partiti del regime hanno raggiunto appena il 43% dei voti. In altre parole la grande maggioranza degli Italiani ne ha le scatole piene.

Nel 1993 Ciampi e compagni potevano sperare in un radioso (per loro) futuro. L’entrata in campo di Berlusconi gli ha scombinato i piani. Alla fine hanno prevalso, ma come si suol dire, ormai stanno, e purtroppo anche noi, alla frutta. Questa invero é la loro ultima chance, se fallissero sentono che per loro sarebbe la fine. Per questo hanno bisogno del massimo della propaganda possibile.

Mi rendo conto, anche per i buoni propositi di cui sopra, che questo modo di scrivere mal si concilia con quello che dovrebbe essere una divergenza democratica di opinioni. E' nostra convinzione d'altra parte che potremo cominciare a parlare di vera Democrazia, quando coloro che, secondo noi, sono stati fra i massimi responsabili della situazione anomala in cui si trova l'Italia, e in assoluto e rispetto all'Europa, avranno fatto definitivamente le valige. Ovviamente in senso politico e culturale, ovvero quando in Italia la cultura clerico-stalinista sarà finalmente qualcosa di affidato alla Storia. Ma proprio perché sentono che potrebbe essere la fine del loro mondo, non sarà tanto facile liberarsene. Come tutti i regimi che si rispettino anche il nostro ha bisogno di nemici e complotti. Complotti che non verranno mai risolti e nemici sempre sul punto di essere sconfitti, ma mai definitivamente.

Leggasi "1984" . Nemici e complotti son trent'anni che si chiamano, P2, Mafia, Massoneria,Terrorismo rossonero, Cia, Imperialismo, ed ora, visto che non fa più comodo, anche Bossi. Ma come in "1984" nulla è mai chiaro, definitivo e risolto, ma guai a chi non ha fede nella definitiva e risolutiva vittoria del Bene sul Male. Un Bene ed un Male scritti a priori come si addice alle verità rivelate o scientifiche che siano. Il tutto in un continuo gioco di dossiers, rivelazioni, smentite, confessioni e pentimenti, e naturalmente servizi sempre deviati, nonostante siano stati già riformati tre o quattro volte. Com'é lontana l'Europa, quell'Europa di cui, senza conoscerla , tanto volentieri straparlano i nostri reggitori e vati.

Tornando a terra, diciamo comunque che non si può vivere solo di propaganda e promesse: lo stato della finanza publica é un nemico ben reale, così come reali sono i nostri partners europei ed i parametri di Maastricht. Prima della fine dell'anno dovrà essere approvata la manovra finanziaria per il 1997, quello sarà il primo vero banco di prova per il Governo. Anche se non sarà qualche aggiustamento del bilancio a risolvere il problema di un Paese che, a chi vive in Europa, sempre più dà l'impressione di allontanarsi dal gruppo dei paesi industrializzati e occidentali.

Se purtroppo non avessimo a che fare con un regime, si sarebbe già capito che l'unica speranza per l'Italia é una riforma radicale del sistema : secondo noi in chiave PRESIDENZIALISTA, con elezione popolare diretta, perché una delle cause maggiori di questa nostra tragedia è l'impossibilita per il Governo, qualsiasi Governo, di procedere in tempi ragionevoli all'attuazione del proprio programma elettorale; ed in chiave AUTONOMISTA perché ormai solo con una forte autonomia regionale si può sperare di rimediare alla divisione di fatto del nostro Paese, divisione causata, non dimentichiamolo, da trent'anni di malgoverno di quella stessa classe politica che ora pretende di portarci fuori da quei guai che lei stessa ha combinato.

Pagina successiva

Hosted by www.Geocities.ws

 : < = > ? @ H P OSSERVATORIO POLITICO _ 9/3/96 9/3/96 ¤ 1