GLI ORFANI DELLA GUERRA CIVILE

di Massimo Galanti

Mentre la stragrande maggioranza degli italiani e' contenta di vivere in pace e per nulla al mondo cambierebbe questa sua condizione, sembra che qualche grande vecchio, con il seguito di qualche giovane plagiato, guardi forse con rimpianto ai bei tempi quando gli italiani, o almeno alcuni, si sparavano addosso in preda ad un odio ideologico senza limiti.

Bisogna anche ammettere ad onor del vero che l'attuale classe politica di maggioranza e' l'erede di coloro che arrivarono al potere attraverso una guerra civile vittoriosa, e forse per questo pretende oggi di avere piu' diritto di governare di altri malignamente tacciati di fascismo, onde poterli accommunare ai nemici di allora.

Ai fascisti e' possibile imporre il diritto dei vincitori e quindi una volta dimostrato che l'opposizione e' fascista, sarebbe un "dovere morale" il "cercare d'impedire con ogni mezzo" che costoro possano un giorno tornare al potere. Non c'e' quindi da meravigliarsi se gran parte dello sforzo politico delle sinistre ed in partcolare di alcuni dei suoi massimi dirigenti, si stia concentrando sul tentativo di far apparire qualsiasi iniziativa del centro-destra come risultato dei suoi presunti cromosomi fascisti. Direi che quasi patetica e' la ricerca ossessiva di episodi o frasi di esponenti della Casa delle Liberta' che possano avvalorare la tesi di un centro-destra fascista e poco affidabile.

L'episodio che ha dato fuoco alle polveri riguarda la presunta aggressione del professore di religione ebraica da parte di alcuni skinheads. In quell'occasione, in modo a dir poco vergognoso, molti esponenti della sinistra accusarono il clima d'intolleranza che era stato instaurato a Verona e nel resto del Paese dai componenti della Casa delle Liberta', ed in particolare dalla Lega. La solita sparuta minoranza di studenti di sinistra venne mobilitata per organizzare una marcia contro la sporca aggressione nazifascista mentre i telegiornali di Stato si associavano all'iniziativa parlando di sdegno degli studenti, che per la Rai non sono mai di sinistra ma sempre o quasi semplicemente "gli studenti", quasi a voler sottintendere "tutti gli studenti".

Qualche giornale timidamente, dato il clima, tento` di accennare a qualche stranezza o incongruenza nel racconto dell'aggressione, ma senza molta convinzione per paura evidentemente di essere tacciato di fiancheggiamento. A nulla valsero le negazioni dei supposti aggressori. Poi si scoprì che l'aggressione era stata inventata e quindi la CdL non aveva instaurato nessun clima d'intimidazione ed intolleranza. La Citta' di Verona, ingiustamente accusata, non ricevette le scuse di nessuno e la Sinistra, tanto per non perdere l'abitudine a far ridere di se stessa, involontariamente s'intende, parlo` d'ignobile speculazione della destra.

Come dire che se uno viene accusato ingiustamente e poi si scopre la sua innocenza, diventa ignobile se pretende le scuse dell'accusatore bugiardo. E' questa pseudo-logica della sinistra, di chiaro stampo staliniano, che talvolta fa dubitare della sua sincerita' nell'aver abbracciato con convinzione la democrazia di tipo occidentale.

Poi vennero i referendum delle regioni del Nord, tutte rette dalla CdL, e la sinistra arrivo' al punto di parlare di clima e di tentativi di balcanizzazione dell'Italia. Ora tutti abbiamo sotto gli occhi gli orrori delle guerre civili balcaniche ed arrivare al punto di evocare spettri di balcanizzazione ad un popolo come quello italiano, che molto difficilmente puo' provare odio per qualcuno, tanto meno per i suoi fratelli, e' obiettivamente ed effettivamente assurdo. Ma sembra che la sinistra, nella sua brama di potere, non si fermi di fronte a nulla.

Poi venne l'episodio dei libri di testo. Ed ecco i nostri scriba e farisei cospargersi il capo di cenere, strapparsi le vesti e gridare al cielo: "Ha bestemmiato!". Povero Storace, che tra l'altro sembra sia un tipo molto mite, se avessero potuto l'avrebbero anche crocifisso. In effetti in questo caso la reazione fu terribile.

Finalmente si poteva dire che la CdL puzzava di fascismo al punto tale di voler gettare sul fuoco i libri non di suo gradimento. Effettivamente anche in questo caso le cose non stanno come le prospetta la sinistra, si stava cercando solo di mettere l'accento sul fatto che i libri di testo non dovrebbero essere uno strumento di propaganda politica. Il fatto e' che Storace aveva colto nel segno. Sono cinquant'anni che la sinistra pretende di usare la cultura a scopi di propaganda politica e quindi l'idea che la CdL voglia e possa ridimensionare una certa cultura di sinistra, l'unica veramente ammessa, che ammorba l'aria ed impedisce agli italiani di liberare le proprie energie e la propria creativita', e' qualcosa cui la sinistra guarda con terrore.

Togliere alla sinistra il monopolio della cultura e' come volerle togliere il piu' importante degli strumenti con cui controlla la societa' italiana. Nessuna meraviglia quindi che i massimi esponenti della sinistra abbiano reagito come i guardiani del Tempio.

Di fronte a questo clima d'intolleranza che evidentemente ha cominciato anche ad influenzare la destra, si e' tentato ad un certo punto di pronunciare qualche parola di pace affinche' la campagna elettorale possa proseguire in un clima piu' sereno, come si addice ad un paese civile. Ha fatto quindi un certo effetto, di fronte a questi appelli, il richiamo di stimati e vecchi filosofi e dei loro giovani epigoni, al "dovere morale" di fermare Berlusconi a tuttti i costi. Propio tutti, comprese rivolte di piazza e tentativi rivoluzionari?

E' questa l'Italia normale in cui spera appunto qualche giovane epigono, rappresentante di culture trapassate e respinte dalla Storia? C'e' da chiedersi del perche' di un simile attacco al confronto civile, all'indomani stesso dell'appello a rasserenare il clima. La risposta sta evidentemente nella paura della sinistra di perdere un potere che non e' solo quello politico ma che pervade ogni aspetto della societa' e che deriva appunto dalla vittoria nella guerra civile di 50 anni fa, Vittoria che, è tuttavia bene ricordare, fu di tutte le forze amanti della libertà, e non solo di quella sinistra che da 50 anni pretende di monopolizzarne il merito.

E' evidente, ed auspicabile secondo noi, che la vittoria del centrodestra porterebbe ad una rivoluzione nella societa' italiana, trasformandola in una moderna societa' liberale di tipo occidentale, liberandola finalmente da tutte quelle pastoie culturali ed ideologiche che vorrebbero fare di essa il piu' importante Paese del Terzo Mondo, come accadrebbe se dovesse vincere il centro-sinistra.

Queste elezioni non rappresentano quindi il classico eventuale cambio della guardia in un Paese che comunque ha già scelto la sua strada e che ora deve solo decidere da chi farsi condurre per qualche anno. Queste elezioni rappresentano bensi' l'evento conclusivo di una lotta fra chi vorrebbe che il Paese portasse a termine quella rivoluzione terzomondista e pauperista asupicata dalle forze clerico-marxiste fin dai tempi del compromesso storico e chi vorrebbe che nel Paese prevalesse un concetto di democrazia liberale di tipo occidentale. Le cose sono ad un punto tale che probabilmente la vittoria dell'uno porterebbe alla sconfitta quasi definitiva del progetto dell'altro.

In questa situazione e' diffcile che la sinistra, che sente vicina la sconfitta, possa rinunciare ad una campagna aggressiva, sentendosi forte di un presunto diritto che le viene dalla vittoria contro il fascismo. Fortunatamente nessun italiano pensa seriamente alla restaurazione di un regime fascista quindi ancor piu' ridicola appare la posizione assunta dalla sinistra. Il motivo principale dell'imbarbarimento di questa campagna politica lo si deve cercare nel fallimento della politica del governo, prima con Prodi e poi con D'Alema, in quanto Amato si sta limitando solo ad una politica elettoralistica i cui danni li sentiremo negli anni a venire. Difficilmente la sinistra puo' limitarsi ad una campagna elettorale sulla base dei risultati di cinque anni di governo, quando anche il suo fiore all'occhiello, la partecipazione all'Euro, si sta rivelando un fiasco senza precedenti.

In questi cinque anni il Paese ha sperimentato il piu' basso tasso di crescita fra i paesi industrialmente avanzati ed una stasi completa nel rinnovamento delle sue strutture, quali strade, porti, ferrovie, urbanizzazione, scuole etc. Ma anche il blocco della spesa per investimenti non e' bastato a far diminuire il debito che si mantiene intorno al 110-120% del PIL. La ricerca scientifica ha raggiunto e sta per superare il punto piu' basso da quando Galileo fu messo in prigione. Esportiamo qualche bravo scienziato ed importiamo poverta' dal terzo mondo. Le grandi industrie continuano a tagliare posti di lavoro mentre cresce la produzione di beni a scarso valore aggiunto, resa possibile dallo sfruttamento schiavistico degli immigrati. Crescono i lavori precari e mal retribuiti. Cresce l'insicurezza dei cittadini dovuta ad un'impennata dei crimini socialmente piu' rilevanti, quali scippi, furti ed aggressioni per rapina. L'unico programma che il centrosinistra sta portando avanti con successo e' quello sull'eguaglianza sociale basata sulla diffusione della poverta'. L'unica eguaglianza possibile d'altra parte e` quella basata sulla poverta', evidentemente non si puo' essere tutti ricchi allo stesso modo.

Questo e' il bel bilancio che puo` vantare il centrosinistra. Nessuna meraviglia che preferiscano una campagna elettorale basata sull'aggressione verbale e personale, piuttosto che una civile discussione basata sui numeri e sui programmi.

Fortunatamente gli italiani sono insensibili al richiamo della violenza e sembrano sempre piu' disgustati delle battaglie ideologiche. Alle prossime elezione gli Italiani sanno che non dovranno scegliere fra fascismo ed antifascismo ma piu' semplicemente fra un Italia capace di crescere e modernizzarsi in un clima piu' sereno e piu' sicuro ed un'Italia sempre piu' stracciona ma con tanta eguaglianza.

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