LE MOSCHE D'INVERNO

di Tito Livio

"Fastidioso come una mosca d'inverno": è un modo di dire comune per indicare una persona particolarmente petulante e fastidiosa.

La similitudine deriva dall'osservazione che le mosche, al sopraggiungere dei primi freddi autunnali, diventano ancora più fastidiose di quanto non lo siano normalmente d'estate, visto che resistono con maggiore protervia ad ogni tentativo di scacciarle.

Questa condizione è insita nel naturale ciclo vitale della mosca: nell'ultima parte del ciclo infatti, si genera sotto le ali una sorta di fungo che ne ostacola il funzionamento, riducendo quindi l'autonomia "di volo" dell'insetto. Ne consegue che, una volta scacciata, la mosca è costretta a posarsi nuovamente dopo pochissimi secondi, spesso quindi sul medesimo luogo da dove è stata scacciata. Ecco dunque perché, in inverno, le mosche danno l'impressione di una particolare insistenza nell'infastidirci.

Comunque sia, le conseguenze per la mosca non sono particolarmente rosee: o finiscono subito sotto un colpo di "acciacchino" oppure, se la fanno franca, ci pensa il fungo a chiuderne in breve il ciclo vitale.

Questa reminiscenza dallo studio liceale della biologia, non ci viene dalla passione per l'entomologia, ma dall'osservazione del comportamento degli esponenti dell'attuale maggioranza parlamentare.

Nella verde stagione dell'Ulivo, questa specie parlamentare svolazzava petulante e resistente a tutte le avversità.

Resisteva infatti agli sgambetti di Palazzo che videro saltellare Prodi, D'Alema e Amato, resisteva alla perdita della faccia conseguente alla bocciatura della guerra alla Serbia e relativo salvataggio da parte dell'opposizione, resisteva alla compravendita di parlamentari ed alla creazione e/o spaccatura di partiti a seconda delle necessità momentanee di sopravvivenza, resisteva stoicamente alla malsane condizioni climatiche portate dall'Arcobaleno (la Missione in Albania), resisteva (anzi, si nutriva) all'invasione di clandestini e all'arroganza dei contrabbandieri.

A questa apparente vitalità, non corrispondeva tuttavia altrettanta vitalità degli Italiani. Infatti, se è vero che le mosche non sono vettori obbligati di particolari agenti di malattie, certamente esse sono responsabili della diffusione di molti microorganismi patogeni. E così, nel corso della loro stagione vitale, gli esponenti dellla maggioranza hanno diffuso tra la popolazione italica alcune epidemie particolarmente virulente. Tra queste, non si può dimenticare l'epidemia di "povertà", che ha colpito in ogni anno dell'Ulivo circa un milione di persone in più, consolate però dal sapere che la loro povertà si poteva ora misurare in Euro anziché in Lire, col vantaggio di vederla ridurre di quasi 2000 volte.

Un'altra epidemia che ha toccato il 12% dell'intera popolazione, con picchi anche del 32% per alcuni gruppi più esposti, è quella della disoccupazione, conseguente all'applicazione di teorie economiche che hanno già devastato buona parte del pianeta nel secolo appena concluso.

Più subdola, ma altrettanto letale, è stata l'epidemia di "verdite", contagiata a piene mani dai ministri verdi: grazie al micidiale cocktail di confusione, ideologie, incompetenze, velleitarismi e inconcludenze di cui si nutrivano, hanno portato ai peggiori disastri ecologici che gli Italiani ricordino.

Qualche effetto benefico l'hanno pure portato, a dire il vero, ma solo ad esponenti della stessa famiglia: parliamo di licenze e di privatizzazioni, forse l'unico programma dell'Ulivo concepito (già nel '92) e portato a compimento.

Poi, col calare dell'autunno, più nulla. Fine degli svolazzi.

In effetti, da qualche mese a questa parte, forse consci di una fine imminente, i suddetti personaggi hanno rinunciato a qualsiasi parvenza di proposta per l'avvenire, di programma elettorale, di seppur evanescente strategia, per limitarsi a correre dietro agli avversari, demonizzandoli come untori, ma senza il più piccolo accenno di critica analitica, o addirittura cercando di scimmiottare propagandisticamente i loro programmi. Seguire Rutelli per averne l'esilarante conferma.

L'unica cosa per cui si fanno notare è la fastidiosa petulanza con cui i vari Amato, Veltroni, Mussi, Rutelli, Parisi, Castagnetti, Gennaro e compagni si attaccano ad ogni gesto o parola degli esponenti del centrodestra, per gridare "Ha bestemmiato! Crucifige!", naturalmente stracciandosi le vesti e compiendo i soliti gesti rituali, come gli spot di nonno Libero.

Comportamento suicida? Forse. Ricordiamo però che non esistono antidoti all'apparizione del fungo alla fine di un ciclo vitale, e per la sinistra marxista italiana crediamo proprio che il fungo sia apparso a Berlino già nel 1989 ed il suo ciclo sembra destinato verosimilmente a chiudersi a Roma nel prossimo mese di aprile.

Coraggio dunque, si tratta di avere ancora un poco di pazienza, anche se, certamente, un colpo di "acciacchino" da parte di Ciampi subito dopo la Finanziaria, risparmierebbe al Paese tanti inutili fastidi!

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