ITALIANI NEL MONDO N.6:
OCCASIONE PERDUTA?

di Calogero

Sull'onda delle successive approvazioni della legge per il voto degli italiani all'estero, il Governo decise un anno fa di organizzare la terza conferenza mondiale dell'emigrazione italiana (le sesta, se si considerano anche quelle sull'informazione per l'emigrazione).

Era il tempo in cui l'Ulivo sembrava ancora verde, e l'idea del Governo era di farne una cassa di risonanza elettorale, trattandosi di uno degli ultimi atti ufficiali prima delle elezioni politiche. Per lasciar credere che finalmente, e solo grazie al Governo in carica, l'Italia prendeva in conto le trentennali istanze degli emigrati, a questa "Conferenza Mondiale degli Italiani nel Mondo" fu dato il titolo di "Prima" Conferenza.

Va da s� che l'impegno del Governo e delle organizzazioni fiancheggiatrici era quello di far s� che la partecipazione di delegati orientati a sinistra fosse la pi� ampia possibile, onde sottrarre al centrodestra, in particolare ad AN, quel ruolo di rappresentante ufficioso dell'emigrazione, consolidatosi di fatto nel corso degli anni.

Da allora il clima � cambiato, ed il centrosinistra � diventato minoranza nel Paese. Il voto all'estero si presenta dunque ad alto rischio per l'attuale maggioranza, ragion per cui l'iter della legge subisce ostacoli a ripetizione. Cos�, dietro la maschera delle ottimistiche dichiarazioni ufficiali, la possibilit� di arrivare al voto alle prossime elezioni politiche � molto bassa.

Sar� forse per questo, sar� forse perch� lo sbando della maggioranza si ripercuote inevitabilmente su tutte le attivit� in cui essa tenta di impegnarsi, il fatto � che questa Conferenza degli Italiani nel Mondo sembra diventata l'ennesima occasione perduta per fare seriamente il punto sulla presenza italiana e fissare degli obiettivi precisi e mirati per gli anni a venire.

Occasione perduta perch� le risultanze delle preconferenze continentali sono in buona parte una serie di dichiarazioni generiche, di rivendicazioni di principio, destinate a rimanere tali in assenza di analisi di dettaglio e di metodologie propositive, inframezzate poi pretestuosamente di affermazioni ideologiche che poco hanno a che vedere con le problematiche degli Italiani all'estero.

I grandi temi dell'emigrazione italiana sono sempre stati l'informazione, l'assistenza scolastica, l'assistenza sociale e la rappresentativit�. Limiteremo le nostre considerazioni all'Europa ed alla preconferenza europea di Berlino, cui abbiamo avuto modo di partecipare, nell'improvvisazione organizzativa che l'ha contraddistinta.

Il primo tema, l'informazione, che ha monopolizzato l'attenzione negli anni passati, pu� considerarsi ormai in via di definitiva soluzione, grazie all'evoluzione della tecnica: disponibilit� dei quotidiani italiani dello stesso giorno, cronache locali italiane su Internet, televisione satellitare, consentono agli Italiani in Europa di essere ampiamente informati, ed infatti le rivendicazioni sull'informazione hanno avuto nella preconferenza di Berlino un ruolo marginale.

Viceversa il tema dell'assistenza scolastica e culturale continua ad essere un aspetto estremamente sensibile, con problematiche tutt'altro che omogenee da Paese a Paese. Per dare un'idea, si passa da Paesi ove gli Enti Gestori dell'assistenza scolastica forniscono corsi di Italiano quale bagaglio culturale a dei ragazzi eufemisticamente definiti "di seconda o terza generazione" ma che di italiano non hanno pi� nulla, essendo totalmente assimilati al tessuto sociale locale, a Paesi ove gli stessi Enti devono ancora fronteggiare i problemi scolastici di un'emigrazione tradizionale che non accenna a cambiare (ragazzi italiani posti in classi differenziali a causa delle difficolt� linguistiche, quale primo stadio di un'emarginazione che li accompagner� negli anni successivi e nel mondo del lavoro).

Le difficolt� degli Enti Gestori non sono solo di carattere economico ma anche giuridico nei Paesi in cui operano (v. L'assistenza scolastica in Olanda) e organizzativo/gestionale con le Autorit� italiane. In questo quadro gli Enti Gestori costituiscono l'elemento essenziale sia per l'assistenza scolastica propriamente detta, che per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano all'estero. Sarebbe dunque stato logico aspettarsi a Berlino un'approfondita discussione "tecnica" sulle problematiche degli Enti Gestori, se non in seduta plenaria, almeno nella Commissione apposita, con la formulazione di proposte concrete da sottomettere ai tecnici del Ministero degli Esteri.

Ebbene, a Berlino non c'� stato nulla di tutto questo. Nella Commissione "Identit� Culturale e Valorizzazione del Patrimonio d'Origine" non vi � stata alcuna possibilit� di discussione o di semplice replica ai vari interventi, non essendo stato previsto lo spazio temporale necessario. Il tutto si � quindi ridotto ad una passerella di interventi ripetitivi e generici sulla necessit� di aumentare le disponibilit� finanziarie per l'assistenza scolastica, e di interventi pi� o meno evanescenti a base di consapevolezze, identit�, multiculturalit�, fattori di arricchimento ecc., senza confronto dialettico.

Vale la pena di citare l'unico scontro dialettico a base di fischi e schiamazzi, con cui la platea ha accolto l'idea di una delegata appartenente al "sindacato scuola CGIL", di utilizzare all'estero solo insegnanti ministeriali italiani (controllabili cio� dal sindacato), idea che � l'esatto opposto della richiesta delle comunit� italiane di utilizzare insegnanti inseriti nella realt� locale e che parlino la lingua del posto!

Il risultato � stato un documento finale ove -leggere per credere- non c'� traccia dell'esistenza degli Enti Gestori se non all'interno di una parentesi, ma dove, in compenso, si "ribadisce il diritto all'apprendimento della lingua materna nelle scuole pubbliche e la diffusione dell'italiano come lingua straniera in tutte le scuole di ogni ordine e grado". Ove si ignorano i problemi gravissimi creati dalle modifiche allo status giuridico degli Enti, non accompagnate dall'adeguamento delle normative e delle interfacce, ma in compenso si chiede di "superare la competenza esclusiva del Ministero degli Esteri", allargandola ad altri Ministeri.

E ove si chiede (a chi?!) la definizione e sperimentazione di attivit� integrative (gemellaggi con scuole italiane, soggiorni e attivit� didattiche comuni con scuole italiane), ignorando che tutto ci� gi� viene fatto da alcuni Enti Gestori, senza bisogno di aspettare la Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo.

Quanto all'assistenza sociale (vedasi il documento conclusivo della Commissione "Integrazione e promozione sociale..."), non possiamo non condividere gli auspici formulati ma, bon Dieu, che diavolo significa "...promuovere [...] progetti finalizzati a stimolare l'autonoma espressione delle necessit� e delle peculiarit� dei giovani"?

Comprendiamo meglio l'auspicio a "...sostenere interventi [...] finalizzati al superamento delle situazioni di isolamento e disagio nella condizione degli anziani", ma ci chiediamo se non sarebbe stato pi� proficuo presentare una relazione sulla piaga sociale (non singoli episodi, si badi bene) degli anziani italiani senza alcuna pensione sociale (per non aver raggiunto le condizioni minime) ed abbandonati dalle mogli olandesi per non condividere la pensione sociale che esse percepiscono in semplice virt� della loro nazionalit� (incredibile? No, tragicamente vero) e proporre un qualche schema concreto di intervento? Magari non dimenticando che essi vengono ora assistiti, senza alcun clamore, dal Consolato e dalla Missione Cattolica Italiana?

Utopie in ogni caso: se la sinistra � riuscita a creare ogni anno un milione di nuovi poveri in Italia, figuriamoci se pu� occuparsi di quelli all'estero.

La perla viene comunque dalla Commissione "Partecipazione e Diritti Politici" che, con un contorto giro di parole sulla reciprocit� con Paesi extracomunitari, conclude "...in maniera specifica si chiede l'introduzione del diritto di voto agli immigrati in Italia, richiedendo in seguito la reciprocit�"!

Eh s� ragazzi, dobbiamo ammettere che siamo davvero dei gran distratti. Sono dodici anni che lavoriamo all'estero e non ci eravamo ancora accorti che la maggiore esigenza degli Italiani nel Mondo, quelli che non possono votare per il proprio Paese, era quella di assicurare il diritto di voto agli immigrati extracomunitari in Italia!

Sotto la regia dei parlamentari della maggioranza e con le relazioni delle varie Commissioni di fatto preparate in anticipo dagli attivisti, sono queste le conclusioni tirate alla preconferenza continentale europea di Berlino, e che dovrebbero sintetizzare i problemi degli Italiani in Europa.

E` chiaro ora perch� parliamo di ennesima occasione perduta?

Pagina successiva

Sommario Pagina di copertina Commenti alla Redazione

Hosted by www.Geocities.ws

1