AZZURRI NEL MONDO
DELEGAZIONE DEI PAESI BASSI

PRIMA CONFERENZA DEGLI ITALIANI NEL MONDO

GLI ITALIANI NELL'UNIONE EUROPEA

Siamo qui in rappresentanza della delegazione olandese di "Azzurri nel Mondo". La nostra Associazione ha come scopo quello di dare voce a chi sente forte l'impegno ad operare, pur vivendo al di fuori dei suoi confini, per il bene dell'Italia, per un miglioramento delle sue condizioni politiche, economiche e sociali, per migliorarne il livello di democrazia e di Liberta', per rafforzarne il suo ruolo nel mondo.

Nella nuova dimensione di un mondo sempre piu' piccolo e "globale", la descrizione dell'emigrato italiano soggetto passivo di sfavorevoli condizioni sociali, deve lasciare il posto a quella di un cittadino di una realta' piu' vasta e piu' stimolante , capace di diventare soggetto attivo dello sviluppo sociale e quindi artefice del proprio avvenire.

Per troppo tempo sono stati dimenticati quei diritti che derivano da una Costituzione che non fa distinzione, ricordiamocelo, fra cittadini residenti in Patria e cittadini residenti all'estero. Certo la classe dirigente del Paese e` portata culturalmente a vedere il Popolo piu' come suddito che come collettivita` di liberi cittadini, non vi e' da meravigliarsi quindi se, al di la' della retorica stantia dell'italiano esportatore di lavoro nel mondo, di fatto i Governi italiani si sono preoccupati poco o niente delle comunita' italiane all'estero.

Oggi ci sembra che il clima cominci a cambiare e ci si stia accorgendo dell'esistenza e dell'importanza delle comunita' italiane all'estero. Ma non possiamo, né obbiamo aspettarci semplicemente che l'Italia finalmente affronti e risolva tutti i nostri problemi, cerchiamo quindi di evitare che il risultato di questa conferenza sia un elenco delle molte, e senz'altro giuste, lagnanze.

Piuttosto dovrebbe essere questa l'occasione per noi di prendere definitivamente coscienza di essere a pieno titolo cittadini e non sudditti, e cittadini capaci e decisi ad esercitare gli stessi diritti, e doveri, dei nostri connazionali in Patria, e primo fra tutti il diritto-dovere di partecipare attivamente alla vita politica, e quindi alla costruzione del futuro della Madrepatria.

Una Madrepatria che necessita fortemente dell'attenzione e del contributo, nei limiti delle proprie capacita` ed aspirazioni, di tutti i suoi cittadini, in un momento storico particolarmente delicato, in cui sono forti alcune tendenze culturali e politiche che porterebbero, secondo noi, alla dissoluzione ed alla distruzione della nostra identita` nazionale, in nome di utopiche ideologie internazionaliste o di una supposta inevitabile societa' multiculturale.

Inoltre non possiamo chiudere gli occhi di fronte al declino economico-industriale dell'Italia che ormai prosegue da troppi anni. Declino economico cui si accompagna un inevitabile declino culturale e sociale.

Noi vogliamo invertire questa tendenza e per questo chiamiamo tutti i cittadini, siano essi in Italia o nel mondo a dare il loro contributo affinche' il futuro dell'Italia sia quello che Le spetta dalla sua storia trimillenaria e dalle indiscusse capacita' dei suoi figli.

E' in quest'ottica che apprezziamo non tanto la "concessione" del voto, ma il fatto che dopo 50 anni alla fine venga riconosciuto alle Comunita' Italiane all'estero un diritto per troppo tempo negato benché sancito dalla Costituzione. Ora abbiamo in via di principio la possibilita' di contribuire piu' attivamente allo sviluppo delle nostre comunita' e della Madrepatria, non piu' vista come un sogno lontano in cui si scorgevano deformate solo le caratteristiche folcloristiche, ma come una realta' dinamica, viva e pulsante di cui noi facciamo parte integrante.

Qui, secondo noi, è tuttavia opportuno effettuare una riflessione.

Mentre i diritti fondamentali devono essere gli stessi, diversissime possono essere le circostanze e la storia delle varie comunita', e quindi diversissime le aspettattive, i punti di vista, e gli sbocchi dell'azione politico-sociale.

Basti pensare alla diversa realta' di un cittadino italiano che viva in un paese dell'Unione Europea e di quello che, pur conservando il passaporto italiano, viva, magari perfettamente integrato, in un Paese dell'Oceania o dell'America, avendo anche la cittadinanza di quel Paese. Sarebbe sommamente sbagliato ignorare questa realta' e fare di tutta l'erba un fascio.

Senza volersi addentrare nelle tematiche che possono interessare ad un italiano di queste comunita' d'oltremare, forse non sarebbe del tutto sbagliato affermare che questo nostro connazionale, ormai perfettamente integrato nella realtà del suo Paese di adozione, sia piu' che altro in primo luogo interessato a sviluppare o a mantenere un solido legame culturale con la Madrepatria.

Diversissime possono essere invece le esigenze e le aspettative di un italiano che viva in un paese dell'Unione Europea, forse piu' interessato agli sviluppi politici e sociali dell'Unione e piu' legato, se non altro per ragioni di vicinanza, al proprio Paese. Meglio sarebbe riconoscere fin dall'inizio le grandi differenze che esistono fra queste realta'.

Nell'Unione il concetto di cittadinanza Europea è ancora più che altro un'affermazione di principio con limitate conseguenze pratiche. E inoltre, pur non negandole un valore simbolico, la Dichiarazione dei Diritti non sara` qualcosa di piu` di una mera dichiarazione retorica, che non dara` ai cittadini europei piu` diritti di quanti non ne abbiano oggi, almeno sulla carta.

E` anche per questo che consideriamo estremamente strumentale fare di questa dichiarazione una linea Maginot delle proprie aspirazioni europeiste, tacciando di antieuropeismo tutti coloro che per un motivo o per l'altro non sono d'accordo. Piu` che altro molti di noi non sono d'accordo con la retorica che serve solo gli interessi politici di parte e lascia invariate le cose nella sostanza.

La questione della Carta dei Diritti e` un buon esempio di come lavorono molti politici europei quando si tratta di affrontare i problemi reali dei cittadini.

I politici Europei, sotto la spinta degli interessi economici delle grandi lobbies economico-finanziarie, o dei grandi interessi geopolitici, hanno ben pensato, con risultati finora non proprio esaltanti, di introdurre una moneta unica, ma si sono disinteressati nel contempo del problema del rapporto fra i cittadini dei vari Stati e la nuova realta' Europea che si andava delineando.

Mentre l'Unione, anche attraverso la nuova moneta e la conseguente politica finanziaria, sta entrando pesantemente nella vita dei cittadini Europei, questi hanno ancora pochissimi strumenti per influenzare lo sviluppo dell' Unione come entita' in se' ed in funzione dei propri interessi.

L'introduzione di una moneta unica, senza preoccuparsi di adattare le istituzioni comunitarie e di lanciare una politica sociale Europea piu' consona alla nuova realtà, sta a dimostrare che gli interessi politici nazionali dei vari partiti, e quelli economici delle grandi corporazioni sono di gran lunga preponderanti rispetto a quelli dei comuni cittadini.

Questi problemi sono comuni a tutti i cittadini, siano essi residenti in Patria od all'estero, ma ben diverso e' per ora il significato di Unione per un cittadino che o per scelta o per necessita' viva fuori dai confini nazionali.

Pensiamo ad esempio alla possibilita' per un cittadino italiano di essere espulso dal Paese comunitario in cui vive, magari solo perche' ha perso il lavoro, come e` accaduto recentemente ad una famiglia italiana in Germania, che nottetempo e' stata costretta con la forza a fare i bagagli, ad abbandonare la casa ed a far ritorno in Patria. Magra consolazione sara' quando il viaggio di ritorno si potra' pagare in Euro.

E' necessario quindi lottare per il riconoscimento dei propri diritti, senza dover aspettare nuove e graziose concessioni. E` necessario lottare per un' Europa piu' libera e piu' democratica, per un' Europa che sia dei cittadini, che altrimenti rischia di rimanere l'Europa dei burocrati, dei grandi interessi economici, e degli egoismi nazionali.

Lavorare per un' Europa migliore, vuol dire inanzitutto lavorare per un' Italia migliore, visto che le migliorie e' sempre bene che inizino dalla propria casa.

E' questo quindi il nostro scopo: non l'enunciazione sterile delle nostre lagnanze, ma l'impegno a lavorare per un'Europa ed un'Italia migliori, attraverso quegli strumenti democratici costituiti dai cittadini che sono le organizzazioni politiche. Si spera sia finita l'epoca della retorica migratoria e si apra finamente l'epoca della piena cittadinanza e dei relativi diritti e doveri.

Da parte nostra diventa necessario chiarire che, pur rivendicando la nostra identita' politica e la nostra visione dell'Italia e dell'Europa che vorremmo, consideriamo sterile e controproducente voler ripetere a livello di comunita` espatriata le divisioni politiche, talvolta aspre, che esistono in Italia.

Come comunita' estera sarebbe giusto, e sara' nostro impegno, esaltare il piu' possibile i momenti di unita' e la ricerca di tematiche e lotte politiche comuni, per il bene comune di noi cittadini, per il benessere dell'Italia e dell'Europa.

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