ITALIANI ALL'ESTERO N� 5:
SPESE VERE E FINANZIAMENTI VIRTUALI

di Calogero

Che i burocrati italiani siano un p� ottusi � un luogo comune, giustificato dal fatto che la maggior parte degli italiani non conosce i burocrati stranieri.

I burocrati italiani rifiutano questa etichetta, accusando "il sistema", che ha sviluppato una burocrazia "borbonica" che impedirebbe, secondo loro, un efficiente svolgimento dei loro compiti al servizio del cittadino.

All'estero i burocrati non si giustificano affatto, per la semplice ragione che non si rendono nemmeno conto di essere ottusi. Di fronte al "caso particolare", non previsto dalle norme o dalla prassi, il burocrate italiano trova sempre, se vuole, una via d'uscita, quello straniero semplicemente si blocca.

Diamo quindi volentieri atto ai nostri burocrati di essere mediamente pi� intelligenti e brillanti di certi stranieri. Resta per� il problema del 90% dei casi, quelli (purtroppo) "normali", quando il cittadino straniero viene rapidamente servito dal suo "ottuso" burocrate, mentre quello italiano viene spesso perseguitato dal suo burocrate "brillante".

Qualcuno pensa che la causa vada ricercata nel diverso approccio del burocrate al lavoro per il quale � pagato: quello straniero ottuso ci mette tutta la buona volont� di cui � capace, ed � inoltre soggetto ad un controllo di produttivit�, quello italiano brillante ci mette tutta la superficialit� di cui dispone, nell'assenza di ogni controllo di merito, magari giustificando questo atteggiamento col classico "per lo stipendio che mi danno, faccio anche troppo":

Noi non siamo in grado di giudicare se sia davvero cos�. Resta il fatto che un Ente di assistenza scolastica per gli italiani all'estero, di cui non facciamo il nome per discrezione, sta vivendo da sei mesi una situazione kafkiana, assurda, o pi� semplicemente grottesca, per un contenzioso con il Ministero degli Esteri italiano.

Nell'esercizio finanziario 1999, l'Ente ha materialmente speso per l'organizzazione dei vari corsi di lingua italiana circa 164 milioni di lire. Per queste attivit�, il Ministero degli Esteri ed il Fondo Sociale Europeo avevano stanziato un contributo totale di 160 milioni, mentre l'Ente ha avuto introiti propri (iscrizioni ecc.) per circa 10 milioni. Il bilancio consuntivo 1999 ha dunque evidenziato un attivo di 6 milioni di lire.

In realt�, in questo bilancio le uniche cose "reali", dotate di consistenza materiale, sono state (purtroppo) le uscite, rappresentate da fatture, bollette e stipendi degli insegnanti, mentre la maggior parte delle "entrate" sono state (e rimangono ancora alla data odierna) del tutto "virtuali".

S�, perch� i contributi ministeriali formalmente attribuiti, arrivano di questi tempi con ritardi oscillanti tra uno e tre anni, tant'� vero che nel giugno 2000 mancavano ancora all'appello quasi 80 dei 160 milioni stanziati, la met� cio� dei cofinanziamenti pubblici, senza tener conto degli arretrati ancora mancanti degli esercizi 1997 e 1998.

Questo ritardo aveva anche creato una situazione drammatica per gli amministratori dell'Ente che, nel 1999, dovettero indebitarsi per parecchie decine di milioni e sopprimere due terzi dei corsi operanti nell'anno scolastico precedente, come gi� evidenziato in Italiani nel mondo N.3.

Ebbene, non ridete per carit� di Patria, nell'esaminare il bilancio consuntivo dell'Ente, nel giugno u.s., il Ministero di null'altro si � preoccupato, che di rilevare l'avanzo attivo (virtuale) di 6 milioni e quindi di domandarne l'immediata restituzione, con l'invio di una ricevuta bancaria a prova dell'avvenuto rimborso (non � possibile infatti riportare un eventuale residuo attivo di cofinanziamento pubblico da un anno all'altro)!

I funzionari ministeriali in realt� non si sono accorti che l'avanzo attivo � dovuto agli introiti propri dell'Ente, non ad un surplus di cofinanziamenti pubblici, quindi non soggetto a restituzione al Ministero. E questa sarebbe una distrazione veniale.

Quello che � tragico(mico) � stata la pretesa di versamento immediato sul conto bancario del Ministero della somma di 6 milioni, quale avanzo su un finanziamento non ancora ricevuto! A quella data infatti, l'Ente era ancora creditore, come detto, di ben 80 milioni, la met� del totale!

Inutile dire che l'Ente ed il Consolato hanno ufficialmente segnalato al Ministero l'incongruenza di tale richiesta, resistendo oltretutto alla tentazione di far uso di una poco diplomatica, ancorch� appropriata, ironia.

Storia finita? Equivoco chiarito? "Ma manco pe' gniente" direbbero a Roma: a fine settembre, ignorando totalmente la segnalazione suddetta, i medesimi funzionari ministeriali sono tornati alla carica, reiterando con un telegramma la richiesta di restituzione immediata dei 6 milioni, con relativa certificazione bancaria. E ignorando nuovamente che si pretende la restituzione di soldi non ancora dati o, se preferite, la restituzione in "denaro sonante" di denaro virtuale!

Pare che in questa occasione gli amministratori dell'Ente non abbiano saputo trattenere un pesante sarcasmo nella lettera di risposta al telegramma ministeriale. Non sappiamo a quale ulteriore livello di esilarante (tragi)comicit� arriver� questa vicenda, ma non mancheremo di tenervene informati.

Resta il dubbio sul perch� i funzionari ministeriali agiscano cos�. Un'ipotesi l'abbiamo vista all'inizio. Qualcuno ha ipotizzato invece che i contabili del Ministero abbiano avuto una svista iniziale e che, avendola ormai formalizzata davanti a qualche altro organismo dello Stato (Corte dei Conti, Ragioneria Generale,...) senza possibilit� di correzione, esercitino pressioni sugli amministratori dell'Ente nella speranza che questi si decidano a pagare non ostante tutto, pur di chiudere la vicenda (magari sopprimendo qualche corso di italiano), consentendo cos� ai contabili ministeriali di rimediare alla vista.

Sar�, ma a noi resta un dubbio. E' nota l'abitudine di Amato di effettuare scorrerie notturne nei risparmi degli italiani per coprire i suoi deficit di bilancio (1993). E' nota altres� l'abitudine di Visco di prelevare dalle tasche degli italiani il doppio delle somme che poi pomposamente vengono presentate come "bonus fiscale" ed altre presunte riduzioni. Ebbene, non sar� che anche il Ministro degli Esteri ha mangiato la foglia e cerchi di farsi dare in anticipo dagli italiani all'estero quei soldi che poi verranno pomposamente concessi per il mantenimento della cultura italiana o per l'organizzazione delle "Conferenze degli Italiani all'Estero"?

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