THE TURNING POINT

di Massimo Galanti

Per non essere meno "provinciale" di Veltroni & C. anch'io mi permetto di scrivere qualcosa di straniero. Che non si dica che " we do not care" per i suggerimenti dei nostri massimi "curatori" e salvatori della Patria. Cosi' almeno si autoincensano Veltroni e D'Alema, ben conosciuti per il loro grande senso della misura. Dice infatti il Presidente del Consiglio, che se non fosse stato per la sua coalizione politica, l'Italia avrebbe fatto bancarotta. Come e' possibile addivenire a simili comiche affermazioni e' presto detto.

La coalizione politica di cui e' a capo l'Onorevole D'Alema, avendo il sostegno dei mezzi di comunicazione (vedi "par condicio") che sono per il 90% in mano ai loro sponsor confindustriali o direttamente a loro disposizione, come la RAI, puo' permettersi, con un processo molto ben descritto nel famoso libro di Orwell "1984", di riscrivere la storia a proprio piacimento, basta che non si alzi nessuna voce contradittoria a meno che non sia piccola e marginale e tacciabile di conservatorismo.

Comunque non c'e' da disperare. Anche l'Unione Sovietica aveva il monopolio dell'informazione: eppure e' crollata. E' crollato il Muro, crollera' pure questo patetico sistema di potere che impedisce all'Italia di volare.

Quando accusiamo i nostri compagni di essere dei comunisti, non pensiamo certo che nell'anno 2000 questi abbiano ancora in mente di instaurare la dittatura del proletariato, non li facciamo certo cosi' deficienti. Nel nostro chiamarli comunisti vogliamo lanciare il messaggio che i loro metodi non sono affatto cambiati. Un vero comunista infatti non verra' mai a contestare l'avversario politico sul piano delle idee, dove si troverebbe in non poche difficolta', ma lo riempira' degli epiteti piu' infamanti, da servo dei padroni, a nemico della pace, affamatore del popolo, ladro, bancarottiere e pedofilo, fino al tentativo dell'eliminazione fisica o almeno dell'imprigionamento.

Questa e' la storia del comunismo e dei suoi avversari politici. Chi non ricorda il modo in cui per anni venne descritto il dittatore yugoslavo Tito, reo di voler fare una politica indipendente dall'URSS? Se i miei ricordi d'infanzia non vanno errati, l'epiteto piu' gentile era "porco" o "cane" e nello stesso modo veniva disegnato, con la divisa lacerata e piena di medaglie e gli arti d'animale.

Un'altra abitudine che non hanno perso e' quella di martellare l'opinione pubblica con affermazioni non vere, sapendo che, in mancanza di serie contestazioni, prima o poi anche la piu' grande balla puo' diventare la Verita', lo diceva Stalin, se non vado errato. Una conferma, in piccolo, ci viene dall'episodio della contestazione fisica di cui e' stata presunta vittima l'On. Castagnetti, gran capo degli ausiliari del PPI. Grazie anche alla grande stampa padronale un episodio marginale, forse mai avvenuto, e' diventato un'aggressione squadrista in piena regola.

Ma la Grande Balla che da anni si cerca di far passare come Verita' Assoluta e' quella che si riferisce a fantomatici governi "conservatori" che avrebbero portato la situazione finanziaria italiana al limite della bancarotta. Corollario della Grande Balla e' che solo grazie alla serieta' e competenza degli ex-compagni e dei loro alleati, social-catto-comunisti, o utili idioti, come si diceva una volta, la situazione sta lentamente ma decisamente migliorando. Come scoprire l'inganno dietro queste ridicole affermazioni?

Atteniamoci a qualche fatto. Si scoprira' che questo fantomatico cambio della guardia,"The Turning Point", fra una classe dirigente dedita allo spreco ed alla finanza allegra ed una nuova tutta dedita ad un'oculata amministrazione, in realta' non e' mai avvenuto. L'inganno e' nella parte in cui si insiste sui governi conservatori, in contrapposizione all'attuale progressista e (sic!) riformista. Ed allora andiamo ad analizzare questi fantomatici governi conservatori. Premettiamo, tanto per rispondere a ricorrenti falsita' enunciate con martellante ripetitivita', appunto come e' nello stile dei comunisti, che non ce la sentiamo di includere, a causa della sua brevissima durata, il Governo Berlusconi, fra i governi che hanno inciso in maniera determinante e negativa nella vita economica del paese.

Eppure se vogliamo essere obbiettivi, ma senza darvi particolare risalto, possiamo dire che fu l'unico governo del decennio a saper coniugare crescita economica, superiore al 3%, con stabilita' dell'inflazione e dei cambi. Ma l'Onorevole Veltroni non perde occasioni per proclamare in un crescendo di falsita' che il governo Berlusconi avrebbe quasi rovinato l'Italia se non ci fosse stato lui e compagni a salvarla all'ultimo momento.

Se Veltroni si "curasse" di raggiungere un minimo standard d'obiettivita', dovrebbe riconoscere che il governo successivo a quello di Berlusconi, lascio' all' Italia un deficit di ben 160.000 miliardi, circa l'8% del PNL, l'Europa ne accettava al massimo il 3%, ed un cambio lira-marco superiore alle 1200 lire. Ora, se Veltroni si "curasse" di rinfrescarsi la memoria, scoprirebbe che quel governo era guidato dall'attuale ministro degli esteri Dini, aveva come ministro del Tesoro l'attuale Presidente della Repubblica Ciampi, ed era sostenuto dal suo partito. Forse che questo era uno dei governi conservatori di cui si parla?

Se poi vogliamo andare ai governi precedenti quello di Berlusconi, troviamo il governo di Amato, attuale ministro del Tesoro, e dopo di lui il governo di Ciampi, siamo nel 1993, che tra l'altro e' stato a lungo ministro del Tesoro prima nel governo Prodi e poi nel primo governo D'Alema, ed ancor prima e' stato governatore della Banca d'Italia, nominato proprio da Craxi, se non vado errato. Ambedue questi governi, oltre ad essere stati guidati da uomini chiave dell'attuale stagione politica, godevano, specie quello di Ciampi, delle simpatie dell'allora partito di D'Alema e Veltroni.

Erano forse questi i governi conservatori colpevoli della quasi bancarotta del sistema Italia? Tra l'altro quei geni della finanza di D'Amato e Ciampi furono i responsabili, in quei giorni, della piu' grande svalutazione, circa il 40%, che colpi' in pochissimi giorni la nostra moneta, con una conseguente speculazione che porto' alcuni misteriosi personaggi a realizzare guadagni tali da far impallidire Tangentopoli. Prima c'erano stati il governo Andreotti e De Mita, ambedue sostenitori dell'attuale governo. Ma anche in quella stagione troviamo personaggi come Prodi e Ciampi che certo non stanno all'opposizione, ma occupano posizioni di primissimo piano nell'amministrazione del Paese. Ciampi, come abbiamo detto, era Presidente della Banca d'Italia.

Sarebbe troppo chiedersi perche' non si dimise per protesta contro chi stava portando il Paese alla bancarotta? Ma proseguiamo la nostra sommaria storia. Arriviamo finalmente al famigerato governo di Bettino Craxi, di cui piangiamo in questi giorni la prematura ed ingiusta fine in terra straniera. Per inciso, e' mai possibile che nessuno dei nostri attuali dirigenti, cosi' grandi e strabboccanti d'amore, abbia "cared" per la tragedia umana di questo grande personaggio?

Era forse quello di Craxi il governo conservatore artefice massimo dell'aumento del debito pubblico? Ma chi era uno dei massimi responsabili economici di quel governo?, chi era il piu' ascoltato Consigliere dell'onorevole Craxi? Niente di meno che il Ministro dalle mille vite, l'attuale responsabile del Tesoro, il dottor sottile, Giuliano Amato. Visto che troviamo questo personaggio sempre in posizioni chiave dagli anni ottanta fino ad adesso, fosse lui uno dei conservatori cui si riferiscono i nostri ulivisti, responsabile della drammatica situazione finanziaria del paese?

Strano Paese il nostro, dove prima si organizzano disastri e poi gli stessi che l'hanno combinati pretendono di rimediarli, dandone la colpa ai soliti marziani conservatori se non fascisti, magari anche un po' imperialisti e guerrafondai. Forse che una parte dei debiti di cui soffre l'Italia, non e' dovuta alle richieste assurde dei nostri sindacalisti, attuali sostenitori del centro(-)sinistra?

Ricordate il salario variabile indipendente? O le riforme maldestre della Sanita' e delle Pensioni, volute anche dall'opposizione comunista? Od i soldi gettati nell'Industrializzazione del Sud, programmata a livello centrale, al di fuori di qualsiasi regola di mercato, voluta soprattutto da quelle correnti democristiane che ancor oggi fanno parte della maggioranza e del governo, e dall'allora opposizione di sinistra? Od i soldi buttati per sostenere, momentaneamente, in quanto alla fine spazzate irrimediabilmente dal mercato, industrie decotte, sempre sotto la spinta dei sindacati, dei cattocomunisti, e della cosiddetta opposizione di sinistra?

La semplice verita' e' che l'attuale classe politica governativa ed il sindacato, hanno la massima responsabilita', anche a livello delle singole persone fisiche, della drammatica situazione finanziaria, ma anche morale, del paese. Come e' vero che il falso risanamento e' dovuto semplicemente all'aumento delle tasse ed al blocco delle spese, con il conseguente risultato di trovarci con un paese allo stremo delle forze ed incapace di imboccare la via della ripresa.

Sono di questi giorni le notizie sull'aumento dell'inflazione, dovuto tutto a cause interne, e che ci allontana sempre piu', nei fatti, dall' Europa. Il mondo economico internazionale sta ancora aspettando quelle riforme strutturali, ma anche di mentalita' diciamo noi, che sole potrebbero portare al risanamento del paese. Oggi l'Italia offre l'aspetto di un Paese, ultimo rapporto dell'Eurispes, pauroso, alla deriva e senza speranza. Rimangono soltanto D'Alema e Ciampi, e Prodi da Bruxelles, a riempirci di parole piene d'ottimismo e di speranza. Sono anni che fanno solo questo, presentandosi come i Salvatori della Patria. Ma forse la propaganda. o meglio l'autopropaganda e' l'unica cosa di cui sono capaci.

Se non ci fosse la cassa di risonanza del nostro talvolta disgustoso giornalismo sinistro-confindustriale, forse i nostri compagni ex-comunisti si guarderebbero bene dal cercare di farci bere la storia di questo paese, come quella di un paese governato, fino all'altro ieri, da una classe dirigente di ladri ed incapaci, salvato ad un certo punto da bianchi cavalieri venuti in groppa d'asinelli, armati d'ulivo e straripanti d'amore. Dovrebbero ammettere che il paese non e' ancora cambiato. D'altro canto e' di questi giorni la notizia che la Corte dei Conti ha lamentato sprechi (circa 15.000 miliardi) ed inefficienze nella gestione finanziaria, ne piu' ne meno di quanto accadeva in passato. Come ulteriore prova del mancato cambiamento del paese potremmo poi parlare della missione Arcobaleno, o della Protezione Civile, o dei terremotati dell'Umbria.

Forse il Paese e' un po' cambiato ma in peggio, in quanto, come risulta sempre dalla stessa Corte dei Conti, e' peggiorata anche la capacita' tecnica di gestire progetti, con la conseguente perdita di finanziamenti anche da parte della Comunita' Europea. Cosi' come in generale e' peggiorata la capacita' di gestione e manutenzione delle grandi infrastrutture, vedi treni, fornitura di energia elettrica, sistema dei trasporti etc., cosi' come e' quasi scomparsa la capacita' di progettazione ed esecuzione di grossi progetti anche a livello locale, vedi il caso del Giubileo a Roma.

In generale la situazione del paese e' peggiorata, ma non perche' sono arrivati i comunisti, ma semplicemente perche' da trent'anni ad oggi non e' cambiato niente se non in peggio ne', nella sostanza, la classe politica di governo, ne' le poche grandi famiglie che gelosamente controllano le risorse finanziare del paese e che, piu' o meno indirettamente attraverso il sostegno dato a governi amici, ne controllano anche gli aspetti piu' generalmente politici.

La colpa piu' grave che possiamo addebbitare all'élite del paese e' quella di aver permesso, pur di salvaguardare i propri interessi familiari, la diffusione di una filosofia che tiene in scarsissima considerazione, anzi li ha sempre combattuti, valori quali l'efficienza ed il merito individuale, considerandoli valori negativi nei confronti di valori quali l'eguaglianza (verso il basso) ed una solidarieta' assoluta ed aprioristica che prescinda da qualsiasi altro valore.

Un esperto socio-politico della sinistra spiegava tempo fa, durante un dibattito televisivo, come comunismo e capitalismo abbiano fallito entrambi. Il motivo di questo fallimento, secondo il nostro, e' dovuto al fatto che il comunismo e' capace di distribuire la ricchezza ma non la sa creare, mentre il capitalismo sa creare la ricchezza ma non la sa distribuire. Mentre questa seconda affermazione puo' essere discussa ma senz'altro ha una sua logica, la prima obbiettivamnte non ha senso: e' tutta da provare la capacita' di distribuire cio' che non si ha. Ma la logica non puo' certo fermare chi considera, quasi con fede religiosa, certi valori come assoluti e prioritari rispetto a qualsiasi altro.

Se Veltroni e D'Alema invece di "curarsi" troppo, ed anche un po' ipocritamente, di tutti i guai del mondo, cominciassero a "curarsi" di osservare, con un po' d'obiettivita', la realta' italiana e la sua storia recente, sarebbe gia' un bel passo avanti verso la costruzione di un paese "normale".

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