EURODESTINI

di Massimo Galanti

Una volta si gridava che i nostri destini potevano solo essere imperiali. Oggi il nostro destino e' l'Europa, anzi, é quello di essere a rimorchio dell' Europa. E' difficile essere un paese normale come vorrebbe il giovane Veltroni. O destini imperiali dunque, e purtroppo abbiamo visto come e' andata a finire, o triste rimorchio al seguito d'illusioni straniere. Non sembrano esistere vie di mezzo.

Da quando Prodi venne fulminato sulla via di Madrid (*), i nostri destini possono solo essere europei. Incapaci di prendere decisioni nostre e responsabili, possiamo solo sperare che i vincitori, metaforici s'intende, ci consentano, piu' per loro distrazione che per altro, di sgraffignare qualche briciola del bottino. Da costruttori d'Imperi, visto che c'e' andata male, a raccoglitori di briciole.

Amato, oggi Super Ministro dell'Economia, ieri Dottor Sottile, gran consigliere di Craxi (e la chiamano Seconda Repubbica), ci assicura che la ripresa in Europa e' in atto, o sta per arrivare, e senz'altro trascinera' anche noi. Si prevede una crescita del 2% contro un 3% di quella Europea: meglio di niente.

Ma e' dal 97 che ci promettono una crescita di almeno il 2%. Cominciarono a promettercelo Prodi e Ciampi, poi D'Alema e Ciampi, ora D'Alema, Amato e Ciampi, ma il risultato e' stato sempre lo stesso, cosi' nel 97, come nel 98 e nel 99, ne' si comprende per qual motivo debba essere diverso nel 2000. La nostra crescita effettiva, quando non negativa, si e' sempre aggirata intorno allo 0,5-1%. E' cosi' dal 1992, inizio della fine della prima Repubblica, e guarda caso, tanto per chiudre il cerchio, ancora con Amato e Ciampi. Eppure i nostri pinocchietti continuano imperterriti a prometterci il regno di bengodi a rimorchio dell'Europa.

In fondo non c'e' da meravigliarsi: i comunisti, ora ex o post, loro degni compagni , per 70 anni ci hanno promesso il paradiso in terra. E guai a contestare i comunisti, perche' quella non era una promessa ma un fatto scientifico incontrovertibile. Anche in questo caso sappiamo come e' andata a finire. Ora, crollati i loro sogni al seguito del Muro, riciclati al servizio delle Grandi Famiglie, continuano impenitenti a propinarci previsioni rosee con la stessa petulante arroganza con cui ieri ci promettevano il paradiso in terra.

E ieri come oggi il paradiso non dipende dalle nostre opere ma dalla Russia, o dall'America o dall'Europa. In fondo niente di nuovo. Visto che e' dal tempo dei Romani che non riusciamo a costruire Imperi, preferiamo andare a rimorchio di quelli degli altri. Che abbiano ragione quei maligni che dicono che piu' che dai Romani, gli italiani discendano dagli schiavi dei Romani? Incapaci, anche per l'opera meritoria della Chiesa, a costruirci uno Stato-Nazione, abbiamo inventato l'Impero di Carlomagno che, barbaro ed ignorante com'era, mai avrebbe potuto inventarne uno da se'.

L'impero di Carlomagno e' stata la prima istituzione europea, quello romano essendo piu' che altro un impero mediterraneo. E' durato poco, quello dei Franchi, sì e no 40 anni. Gli unici che vi hanno creduto siamo stati noi, felici, gia' allora, di essere sudditi di un impero straniero. Quando anche i tedeschi hanno capito che con questi trucchetti potevano intervenire arbitrariamente nei nostri affari, hanno inventato quella mostruosita' storico-linguistica che va sotto il nome di Sacro Romano Impero della Nazione Germanica. Indubbiamente solo dalla mente di qualche tedesco poteva nascere una simile mostruosita', e solo noi potevamo crederci.

Fatto e' che per mille anni questa orribile istituzione, sempre grazie anche alla nostra Chiesa, ha condizionato i nostri destini. Unica consolazione, rispetto al presente, e' che a quei tempi eravamo i piu' civili ed i piu' ricchi d'Europa. Poi venne Napoleone. Eravamo, nel frattempo, diventati poveri e derelitti, quindi facile preda della Speranza. E sperando quindi di salvarci andando a rimorchio di Napoleone, gli aprimmo i nostri cuori e le nostre case, ed il Nostro ne approfitto' abbondantemente.

Oggi c'e' l'Europa, e tutto va bene. L'euro crolla: fantastico! Meno 15% dalla sua nascita: non poteva andare meglio. Non capiro' mai i nostri economisti, per mia ignoranza naturalmente. Quando la lira si svalutava era una tragedia, saremmo stati travolti dall'inflazione ed il Paese non avrebbe retto. Ora grazie all'Europa abbiamo svalutato del 15% e va tutto bene. L'economia tedesca aveva bisogno di un marco forte, ma se questo si chiama Euro puo' anche essere debole.

Si dira': i tempi sono cambiati, l'inflazione e' bassa a causa della globalizzazione, ed il mercato europeo e' un mercato interno. Vorrei far notare, con tutta umilta', che tutto cio' era vero anche prima, indipendentemente dall'Euro. Gli Inglesi, popolo sanamente pragmatico, ne restano fuori e non sembra che per loro stia cambiando qualcosa in peggio, anzi. Il fatto e' che oggi, come ieri, siamo gli unici a credere nei miracoli europei, oggi come ieri abbiamo bisogno disperatamente di sperare che l'Europa ci tiri fuori dai guai in cui ci siamo cacciati. Il nostro destino e' un rimorchio al traino dei potenti: l'Europa ci trascinerà!, spera il Superministro.

Ancora piu' giu' e nel fango sara l'amara realta', come c'insegna la nostra storia. In fondo anche quando credevamo che i nostri destini fossero imperiali, ci siamo messi a rimorchio dei tedeschi e fini' in tragedia.

Che Dio ce la mandi buona.


(*) Nel 1996 Prodi si recò in visita in Spagna e, a seguito della riunione con Aznar, decise di entrare nel primo gruppo di Paesi dell'EURO.

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