LA STRANA STORIA DEL NUCLEARE IN ITALIA

di E. Capostagno

L'idea di DiPietro di accelerare il progetto del ponte sullo stretto di Messina, e le conseguenti grida di dolore dell'arcipelago verde, ci fanno tornare in mente la strana storia dell'energia nucleare per scopi pacifici in Italia.

L'opzione nucleare in Italia � davvero una strana storia.
Nasce alla fine degli anni 50 con il progetto, assolutamente innovativo, per una "nave mercantile a propulsione nucleare", guidato dalla FIAT e dall'ANSALDO, modificato poi nel progetto per una nave appoggio per la Marina Militare da 18000 tonnellate, con la partecipazione del CNEN (Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare). Bench� fosse ormai in avanzato stato di completamento, il progetto viene abbandonato alla fine degli anni 60 ed i gruppi di progetto smembrati.

Contemporaneamente, alla fine degli anni 50, le compagnie elettriche private (Edison,...) avviano un programma di produzione di energia elettrica per via nucleare, con centrali costruite congiuntamente a compagnie inglesi ed americane leaders, ed in collaborazione con il CNEN. Tale programma conduce l'Italia nel 1964 ad avere ben tre centrali nucleari, delle tre filiere destinate ad affermarsi indiscutibilmente sul mercato mondiale nel giro di pochissimi anni (acqua in pressione, acqua bollente, gas/grafite), dislocate a Trino Vercellese, sul Garigliano e a Latina. In quel momento l'Italia � il terzo Paese al mondo, dopo USA e Gran Bretagna (URSS esclusa) a disporre non solo di centrali funzionanti, ma di competenze e tecnologie in grado di consentire la progettazione e la costruzione in maniera sufficientemente autonoma di successive centrali e di aprire quindi brillanti prospettive in un mercato mondiale in rapida espansione.

Nel frattempo lo scenario politico italiano comincia a cambiare. Archiviata l'esperienza Tambroni, l'Italia si avvia al governo di "centrosinistra", sotto la regia di Aldo Moro e Amintore Fanfani.
Come un fulmine a ciel sereno (per quei tempi), nell'estate del 1963 un "avviso di garanzia" al Presidente del CNEN per presunte irregolarit� amministrative e l'esemplare condanna a sette anni di carcere (il famoso "caso Ippolito") decapitano l'Ente nucleare paralizzandone le attivit� per lungo tempo. Contemporaneamente, la produzione di energia elettrica viene "nazionalizzata" con la creazione dell'ENEL, che assorbe gli impianti delle summenzionate compagnie private. I soci esteri di tali compagnie abbandonano l'Italia e le competenze sino allora acquisite vengono disperse.

Forse non c'� relazione, ma � certo che negli anni 60 l'Italia diventer� la raffineria d'Europa, dando a ruota libera concessioni per la costruzione di imponenti raffinerie di petrolio grezzo a quasi tutte le grandi compagnie petrolifere mondiali (anche Mattei era scomparso...), le quali esportano il prodotto finito lasciando all'Italia i problemi di polluzione e impatto ambientale, come usa dire oggi.

Alla fine degli anni 60, il CNEN tenta di riordinare le idee e lancia, in stretta collaborazione con l'industria nazionale, due programmi di reattori di ricerca, PEC e CIRENE (in vista di nuove filiere per la produzione di energia elettronucleare) che, se realizzati in tempi ragionevoli, avrebbero rilanciato in maniera determinante il ruolo dell'Italia nel campo. Questi due progetti avranno una vita talmente travagliata da ostacoli di tutti i tipi che, nel 1986, al momento dell'uscita dell'Italia dal nucleare, essi non saranno stati ancora ultimati (gli impianti, pronti all'80% circa, sono attualmente allo stato di "conservazione").
Parallelamente per�, all'inizio del '69, inizia la contestazione interna al CNEN che, sull'onda degli slogans a base di "socializzazione" o "non neutralit� della scienza", bloccher� per anni le attivit� di ricerca e dar� il via alla successiva contestazione antinucleare.

Alla fine degli anni 70 si realizzano comunque finalmente due brillanti successi. Da un lato l'ENEL mette in servizio la centrale ad acqua bollente di Caorso (PC), di 830 MWe, che rapidamente si impone all'attenzione per conseguire uno dei pi� alti fattori di utilizzazione al mondo (funzionamento a potenza ininterrotto, senza cio� intoppi di alcun tipo), a conferma dell'estrema affidabilit� di questo tipo di centrali. Dall'altro, l'industria nazionale grande e piccola (ANSALDO, FIAT, BREDA e una miriade di sub-fornitori) riesce a strabiliare gli scettici partners francesi, prendendo in mano e portando a compimento il progetto realizzativo della centrale europea "Superph�nix" presso Lione (progetto d'insieme e ricerca di base francesi, partecipazione di Germania, Olanda e Belgio).

Parallelamente l'ENEL avvia i lavori di costruzione delle prime due unit� da 1000 MW ciascuna della centrale di Montalto di Castro, che dovr� permettere una sensibile riduzione degli approvvigionamenti di petrolio, gas ed energia elettrica dall'estero, e l'industria del settore avvia importanti collaborazioni con giganti esteri, del calibro di Westinghouse, per l'offerta comune di centrali sui mercati mondiali e lo sviluppo di nuove tecnologie.

Si profila dunque, all'inizio degli anni 80, un ennesimo rilancio del nucleare italiano.
E ancora una volta, forse senza relazione, si ricompattano la nuvole.

Improvvisamente prendono vigore movimenti ecologisti che, pur esigui come consistenza, danno luogo a manifestazioni folcloristiche ma di effetto, contro il nucleare, ben presto guidati anche da ricercatori che, dall'oscuro e non troppo remunerativo lavoro come tecnici, preferiscono passare alla carriera di antinucleari in servizio permanente effettivo, in grado di assicurare longeve carriere parlamentari, e addirittura sottosegretariati nella stagione degli ulivi.

Contemporaneamente, mentre il CNEN cambia nome (ENEA) onde annacquare il richiamo al nucleare con le Energie Alternative, i Governi in carica scoprono il metano, che l'ENI dovr� importare da URSS e Algeria mediante la costruzione di colossali metanodotti con relative intermediazioni, e lanciano una imponente campagna pubblicitaria in tutto il Paese, con pagine intere sui quotidiani, manifesti ecc., per convincere gli ignari cittadini che "il metano ti d� una mano" e lascia "un cielo pulito sopra di te". Sar� poi Tangentopoli ai giorni nostri, a rimescolare i due slogans, estraendo i concetti e chiarendo agli ignari cittadini il vero senso di quella "mano" e di quel "pulito".

E' ovvio che non si pu� fare la storia con i se e con i ma, tuttavia ci sentiamo di affermare che difficilmente l'industria nucleare avrebbe potuto essere massicciamente coinvolta in Tangentopoli, tenuto conto del fatto che le tecnologie speciali ed i livelli di qualit� richiesti, avrebbero reso in ogni caso le "scelte" quasi obbligate, senza lasciare troppo spazio ad arbitri.
Per inciso, in quello stesso periodo l'ENEL lancia un piano, poi interrotto sul nascere, per la trasformazione di alcune centrali ad olio combustibile in centrali a carbone, che avrebbe comportato un giro colossale di denaro per la costruzione di porti carboniferi (vedi Gioia Tauro) e lo smistamento del carbone verso le centrali.

Il resto � cronaca: il provvidenziale incidente di Chernobil nel 1986 consente di tagliar corto alle discussioni e di "uscire" per l'ennesima volta dal nucleare. I progetti di reattori di nuovo tipo vengono, come detto, abbandonati in corso d'opera, la centrale di Caorso viene spenta (altri 830 MWe da importare!), per la centrale di Montalto di Castro viene decisa una lucrosa riconversione ad altri combustibili, e l'Italia ufficiale deve abbandonare le grandi collaborazioni internazionali in materia nucleare.
Le competenze delle circa 1200 persone che nell'industria lavoravano direttamente a progetti nucleari (senza contare quindi l'industria manifatturiera) vengono disperse: restano attualmente meno di un centinaio di persone che hanno assicurato, oltre le altre attivit� di ricerca per il futuro, il recentissimo completamento della centrale nucleare di Cernavoda, in Romania, in collaborazione con i canadesi. Le competenze di base dei tecnici del CNEN/ENEA e dell'industria sono state volatilizzate con la riconversione ad altre attivit� non nucleari.

Questa in breve sintesi la strana storia del nucleare italiano che, come succede a Padron 'Ntoni nei "Malavoglia", ogni volta che prova a risollevare il capo, va incontro a fatali disgrazie.

Pagina successiva

Hosted by www.Geocities.ws

1