LA TOLLERANZA

di Tito Livio

1

Dalla Storia d'Italia di Montanelli (vol. L'Italia della Controriforma) apprendiamo che verso la fine del XV^ secolo, il frate priore di S.Marco a Firenze, tale Girolamo Savonarola, divenuto per varie circostanze il vero padrone della Repubblica pur senza ricoprire cariche ufficiali, si lanci� in un'opera di moralizzazione pubblica, onde garantire la castit� dei cittadini. Istitu� le "Compagnie delle Speranze", che vigilavano sulla vita privata dei cittadini, denunciando i trasgressori che magari potevano anche essere avviati ad un fuoco purificatore.
Amava anche ammonire che: "...se avete udito dire che gli Stati non si governano con i Patrenostri, ricordate che questa formula � dei tiranni, una formula per opprimere e non per liberare una citt�. Se desiderate un buon Governo, lo dovete ridare a Dio...
Sappiamo come and� a finire: nel 1496 (toh!, giusto 500 anni fa!) i cittadini si accorsero di averne le scatole piene e per l'onnipresente frate Savonarola inizi� una rapida parabola discendente che lo port� in breve tempo al sacro fuoco purificatore.

Nei giorni scorsi, un noto religioso, da qualche anno onnipresente predicatore televisivo, si � scagliato contro alcuni assessori regionali della Lombardia, rei di aver proposto una discussione sull'ipotesi di riapertura delle case di tolleranza, proponendo di "andare a bruciare il Pirellone", sede della Giunta Regionale.
Certo, sono lontani i tempi della TV in bianco e nero, quando padre Mariano si rivolgeva sorridente al pubblico augurando "pace e bene a tutti", tuttavia noi siamo d'accordo con lui. Queste discussioni sono inutili, servono ai rappresentanti eletti del popolo per opprimere e non per liberare la citt� (prova ne sia che fuori dalle case, le poverette sono davvero libere, come ben sanno le schiave albanesi e nigeriane ), se si vuole un buon governo occorre lasciar fare ai predicatori in TV.
Ma quand'� che i cittadini (magari in occasione del summenzionato cinquecentenario) si accorgeranno di averne le scatole piene e...?

2

Quando ancora ci invitava a turarci il naso, Montanelli fu condannato da un Tribunale per diffamazione verso DeMita, avendolo apostrofato in un famoso "fondo" qualcosa come capoclan.
Era l'epoca in cui personaggi che politicamente facevano riferimento all'allora indiscusso leader della DC, o comunque da lui imposti, si trovavano come il prezzemolo in tutti i posti chiave dello Stato, da Gava agli Interni a Prodi all'IRI e compagnia.
Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa oggi Montanelli che, dopo aver fatto il salto della quaglia e potendo quindi respirare a piene narici anche senza il famoso cerotto di Casiraghi, si ritrova Scalfaro al Quirinale, Mancino al Senato, Prodi a Palazzo Chigi e, last but not least, Casavola (quello che era Presidente della Corte Costituzionale quando questa ammise i referendum che avrebbero strozzato le reti TV Fininvest, bocciando l'analogo referendum contro la RAI) a fare il Garante per l'Editoria (e la TV)!

Per inciso, � struggente apprendere che la prima dichiarazione del nuovo Garante per l'Editoria, novello Savonarola, � che "non si pu� conservare il modulo tradizionale dei mass-media, con poche centinaia o migliaia di persone che in maniera unidirezionale imboniscono milioni di destinatari!"

Sommario

Hosted by www.Geocities.ws

1