ANDIAMO AL CINEMA

di Tito Livio

Negli anni della Guerra Fredda, i leaders del PCI raccontavano ai loro giovanotti oggi al Potere (che ci credevano) ed agli Italiani (che in maggioranza per fortuna non ci credevano) come gli Americani rappresentassero il Male del mondo (affamavano i poveri, invadevano Paesi sovrani come il Vietnam, schiavizzavano i negri,....), mentre l'�nione Sovietica rappresentasse il Bene (paradiso dei lavoratori, non-plus-ultra della sanit�, excelsior della pianificazione statale dell'agricoltura, trionfo dell'individuo, non oppresso dall'ingordigia delle multinazionali e dei capitalisti).

Non potendo godere di tanto bene in Italia, ritenuta sotto tutela americana, questi giovanotti si sfogavano sviluppando il loro odio antiamerikano in tutte le forme. Oddio, proprio tutte no, visto che in privato musica, Coca Cola e un certo american way of life non lo disdegnavano poi tanto. Ma bisogna comprenderli, l'ascetismo ideologico non � sempre facile da rispettare.

Come noto, nel 1989 la Storia ha spazzato via definitivamente certe residue illusioni sull'Unione Sovietica ed il Comunismo, e buona parte dei nostri giovanotti si � ritrovata senza pi� un riferimento al Bene. Buona parte ma non tutti, visto che ci sono ancora degli orfanelli di Stalin che, per testardaggine o per convenienza, continuano a farvi riferimento.

Perduto il riferimento al Bene, ma assurti al Potere, i nostri hanno comunque salvato il loro riferimento al Male ed oggi, non avendo seri programmi politici su cui lavorare, possono dedicare il loro tempo alla demonizzazione del Male ed alla rieducazione degli Italiani finalmente liberati.

Uno dei campi di rieducazione preferiti, dopo la scuola, � quello del cinema.

E' con sussiegoso disgusto che i nostri guardano alla produzione cinematografica americana, basata sull'azione, sull'avventura, sull'invenzione scenografica, tutte cose che essi ritengono spazzatura adatta ai quei rozzi abitanti del pianeta del Male. Loro, intellettuali per nascita, cercano films dal profondo impegno sociale, permeati di sana ideologia, che possano "educare" lo spettatore.

Cos�, mentre magari tagliano i fondi per la diffusione della cultura italiana all'estero, finanziano profumatamente (ed esclusivamente) le produzioni di quei giovani registi italiani che siano allineati ai loro desideri, films cio� con profondi risvolti ideologici ed educativi.

Fioriscono cos� i tanti Cipr�, Maresco e compagnia, con films di ampio respiro culturale, che raccontano di Madonne stuprate, angeli sodomizzati e simili.

Si verifica per� che quegli zoticoni degli Italiani, incapaci di cogliere il sublime valore culturale di queste produzioni nostrane, quando decidono di passare due ore al cinema, scelgono le odiate produzioni americane e disertano le sale "impegnate", con grande scorno dei nostri intellettuali e dei gestori di quelle sale. Il risultato � che nel giro di due giorni questi films scompaiono dalle sale per mancanza di pubblico.

Intendiamoci, non troviamo affatto disdicevole che la comunit� sovvenzioni le produzioni cinematografiche, ed aiuti giovani registi a mettere alla prova i loro talenti, specie in un Paese come il nostro, ove � praticamente impossibile per la gente onesta avere un finanziamento da una Banca. Pi� disdicevole ci sembra il fatto che i fondi disponibili vadano solo a chi possiede una tessera ideologica, indipendentemente dai talenti posseduti, e che tutte le denunce in tal senso finiscano ignorate. E ancora pi� disdicevole ci sembra che nessun Organo di controllo chieda conto annualmente dei risultati prodotti, n� ponga qualche domanda sui criteri di assegnazione di tali fondi.

Cos�, "liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento", i nostri giovanotti al Potere, cresciuti nel dogma che, se la realt� non corrisponde ai loro schemi ideologici, � la realt� che deve essere corretta, possono escogitare la loro soluzione per rimediare alla fredda risposta del pubblico

Ecco quindi che in questi giorni il Ministro della Cultura, Giovanna Melandri, presenta un Decreto Legge in base al quale i proprietari di pi� sale cinematografiche verrebbero "espropriati" delle sale eccedenti un numero prefissato, a meno che essi non si sottomettano alla direttiva del Governo, che vuole che almeno il 50% dei films proiettati sia di produzione italiana od europea, e non americana. Il tutto naturalmente in nome dell'Antitrust, questo nuovo vessillo che i nipotini e gli orfanelli di Stalin inalberano nelle loro Crociate per assicurarsi il controllo totale dei mezzi di comunicazione.

Cos�, pensano loro, anche i vari Cipr� e Maresco potranno avere i loro films proiettati in qualche sala e chiss� che con le buone o con le cattive, qualche spettatore italiano vada alla fine a gustarseli!

E poi, diamine, i films americani sono diseducativi: il "buono" finisce sempre per vincere ed il "cattivo" per soccombere, mentre si sa che la realt� � spesso diversa. Prendete il caso della Baraldini: fulgido esempio di rivoluzionaria, protagonista di un esproprio proletario con tanto di duplice omicidio (forse per finanziare il programma di liberazione delle masse americane oppresse dai cattivi imperialisti) invece di "vincere" si � ritrovata ostaggio dei "cattivi" e messa a languire in galera. Donde l'impegno del nostro Governo per liberare l'ostaggio, ed il conseguente trionfo a missione compiuta.

Il tutto deve probabilmente inquadrarsi in una pi� ampia strategia della "liberazione". L'Italia infatti, come i nostri hanno sempre reclamato, si � trovata per cinquant'anni in condizioni di "sovranit� limitata", essendo stata purtroppo sottomessa alla fine della seconda guerra mondiale dall'impero del Male, che le ha impedito di entrare a far parte del Regno del Bene, del paradiso dei lavoratori e della giustizia sociale.

Ma oggi finalmente ci sono loro, i depositari della Verit� e del Bene, a liberare gli Italiani dal cattivo retaggio culturale di questi anni, mediante opportuna rieducazione. E, grazie a loro, gli Italiani potranno finalmente aprire gli occhi anche sulla propria storia recente, rileggendola secondo le istruzioni degli orfanelli di Stalin.

Noi soffriremo forse di miopia, ma abbiamo l'impressione che, a forza di guardare nostalgici alla rivoluzione mancata, abbarbicati in cima ad un rudere del muro di Berlino, questi non si accorgono della folla che sta per cacciarli a pedate. Definitivamente.

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