IO NON CI STO

di Massimo Galanti

Uno dei (tanti) vantaggi della Democrazia dovrebbe essere la facilita' con cui, attraverso un voto dei cittadini, e' possibile sbarazzarsi di quei politici che vengono giudicati inadatti a ricoprire un certo ruolo, o piu' semplicemente che hanno fatto il loro tempo e piu' proficuamente potrebbero essere sostituiti con altri piu' efficienti e/o capaci.

Le cronache sono piene di politici che bene operarono, almeno a giudizio dei loro sostenitori, ma che una volta esaurito il loro mandato, od in seguito ad una sconfitta elettorale, di buona grazia abbandonarono le scene della ribalta politica. Almeno questo e' quello che succede in quasi tutte le Democrazie.

Quasi tutte, perche' non dobbiamo dimenticare che anche in fatto di democrazia, il nostro amato Paese f� caso a se'. I nostri politici, tutti in SPE (servizio permanente effettivo), in genere vengono rimossi solo dal Creatore, proprio com'era nella migliore tradizione bolscevica (sara' un caso?).

Piu' che di politici, nel caso italiano si dovrebbe parlare di burocrati di partito. Infatti, come la maggior parte dei burocrati, i nostri politici sembrano per lo piu' interessati a mantenere il posto di lavoro, anche perche' perso quello, ben pochi dei nostri sarebbero capaci di combinare qualcosa nella vita civile. E come accade per la maggior parte dei burocrati, anche per i nostri politici non ha senso parlare di sconfitte (politiche o elettorali), in quanto ben altri sono i criteri per fare carriera.

Un probabile candidato alla Presidenza: Scalfaro

Date queste premesse e' logico pensare che non piccole sono le probabilita' di ritrovarci sul groppone per ancora sette anni il Presidente Oscar Luigi Scalfaro. Una carriera ininterrotta di ben 55 anni al servizio della Patria, della Democrazia e della Giustizia. Una carriera limpida e integerrima, a parte qualche infortunio di nome Salabe' e Servizi Segreti, tutte maldicenze che Lui mise presto a tacere con quella famosa frase da future antologie scolastiche: "Io non ci sto!". Altri politici vicini a Lui ne passarono o ne stanno passando di molto peggio.

Ma Lui, indaffarato com'era a servire la Giustizia, la Verita', il Senso del Dovere ( ed oggi anche la Pace ed il Lavoro), mai si accorse di quella organizzazione a delinquere che va sotto il nome del CAF, ed il cui leader era niente di meno che, ne abbiamo avuto la conferma oggi dai PM della Procura di Perugia (in gara con quella di Palermo a chi le spara piu' grosse), il Capo dei Capi. Strano paese il nostro e strana Democrazia. S' inventa un patto (inesistente) ed una sigla, il famigerato CAF, gli si attribuiscono le piu' gravi malefatte ed ecco subito dei pentiti (anche loro in SPE), che con qualche decennio di ritardo si ricordano che qualcuno aveva detto che qualcunaltro gli aveva confessato etc. etc., ed ecco che il Paese scopre di essere stato governato per decine di anni dal Capo della Mafia.

Ed i complici? Nessun complice, forse Craxi, o Berlusconi o entrambi. S'indaga. E gli scagnozzi, i consiglieri? Nessuno. Diabolico Padrino, tutto da solo ha combinato. Altro che Democrazia! C'e' da nascondersi dalla vergogna, oppure c'e' da ridere. Ridere o piangere, questo e' il problema che si pone oggi agli Italiani. Non si scappa: o siamo stati governati dalla Mafia, o c'e' del marcio nella Giustizia italiana.

E' consolatorio pero' pensare che tutti i piu' stretti collaboratori del CAF fossero di un'onesta' cristallina, al massimo un po' gnocchi, in quanto non si sono mai accorti di niente. Cosi' e' la politica oggi in Italia. Si va in Tele a reti unificate e si ottiene con una sola frase, Io non ci sto, la salvezza personale.

Nessuno pero' che abbia mai pensato di andare in Televisione a cercare di salvare questo povero Paese per cosi' tanti anni governato niente di meno che dalla Mafia. Oppure, se non fosse vero, per proteggere l'Italia, per salvarla da una Giustizia che, per volersi mettere al servizio di un'ideologia, non si preoccupa di infangare il Paese o di coprirlo di ridicolo. Nessuno che si preoccupi di come all'estero possa essere giudicato un Paese che, o si e' fatto governare dalla Mafia, oppure ha lasciato che uno dei suoi massimi rappresentanti, conosciuto in tutto il mondo, venisse accusato di una simile panzana?

Solo dei provinciali come i nostri governanti possono credere che gli stranieri siano disposti ad accettare che ad un silmile Paese venga assegnato un posto permanente o semipermanente alle Nazioni Unite, o lo si possa solo corresponsabilizzare in qualche importante decisione, magari sulla lotta alla Mafia internazionale. Se poi Andreotti fosse stato (ma lo e' ancora?) veramente il Capo della Mafia, allora la logica suggerirebbe che gli ex colleghi di Governo, o almeno i Ministri degli Interni, fra questi il nostro Scalfaro, o erano complici oppure dormivano. In tutti i casi meglio sarebbe che se ne andassero pure loro a casa, e definitivamente.

Ma torniamo direttamente al nostro amato Presidente, o almeno amato da una parte degli Italiani, perche' molti non lo considerano nemmeno come loro Presidente. Basterebbe quest'accusa, ovvero quella di aver cosi' fortemente diviso gli Italiani, per astenersi dall' eleggerlo per una seconda volta. Ma la colpa piu' grave di Scalfaro � quella di aver affossato lo spirito delle Riforme.

E' come se tutto il settennato di Scalfaro fosse stato dedicato ad impedire un vero ricambio della classe politica, burocratica, finanziaria, in altri termini di quell'�lite che e' solo stata capace di depredare il Paese, lasciandolo oggi nella triste posizione di ultimo nella congrega dei paesi piu' sviluppati. E' difficile meravigliarsi se oggi una cosi' gran parte d'Italiani, delusa o disgustata, rifiuta di recarsi alle urne, rinchiudendosi sempre di piu' nell'ambito del proprio villaggio.

Una gravissima colpa, secondo la nostra opinione, e' stata prorio quella di aver disatteso e violentato la volonta' politica degli Italiani, e le loro speranze, espresse nel voto del marzo 1994, e di aver tradito il nuovo spirito maggioritario, favorendo in tutti i modi quel Ribaltone attraverso cui il Paese fu riaffidato a quella vecchia classe politica che aveva perso le elezioni. Errore ripetuto recentemente con il cambio della guardia fra Prodi e quel D'Alema che nessun Italiano aveva indicato come eventuale Primo Ministro.

Eppure in precedenza Scalfaro aveva interpretato il risultato del Referendum sul Maggioritario, eravamo nel 1993, come un desiderio degli Italiani di avere un nuovo Parlamento, e non si preoccupo' quindi di scioglierlo. Anche se e' ragionevole pensare che la maggioranza di quei parlamentari non bramasse proprio di essere mandata a casa.

Ma tant'e', quella volta si era matematicamente sicuri di una vittoria strabiliante della sinistra, che secondo i patti avrebbe ben pensato a restaurare ed a difendere il vecchio sistema, e la vecchia �lite, essendo questo il prezzo da pagare per essere stata salvata dal ciclone Tangentopoli. Come si sa, Berlusconi e la maggioranza politica degli Italiani infransero, momentaneamente, i sogni dei vecchi conservatori, e per questo la pagarono cara.

Un Paese a sovranita' limitata

Dopo 10 anni da quel sogno di riforme iniziato con le prime picconate del Presidente Cossiga, i vecchi sindacati, i vecchi partiti, i vecchi grandi industriali e finanzieri, i vecchi banchieri, i vecchi burocrati, tutto il vecchiume ideologico e maleodorante che blocca le energie di questo paese, regnano sovrani. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Disoccupazione e criminalita' crescenti, Stagnazione economica, Ricerca tecnologica zero, Decadenza in tutti i settori: Scuola, Trasporti, Infrastrutture.

Lo stesso Stato Sociale ormai favorisce tutti meno quelli che ne hanno bisogno. Il Presidente, invece di chiedersi retoricamente se per il lavoro e' stato fatto tutto il possibile, dovrebbe chiedersi, con un po' meno di ipocrisia, se per caso non sia la linea economica del governo ad essere sbagliata, non la buona volonta' a mancare. Per finire ora abbiamo anche una guerra che, a sentire la maggioranza che sostiene il Governo ed alcuni suoi autorevoli membri, se fosse stato per noi avremmo volentieri evitato.

Quindi e' piu' che altro una guerra che subiamo, essendo pure costretti, con qualche resistenza, a fornire basi, uomini e mezzi. Tutto questo allora la direbbe lunga sulla sovranita' dell'Italia. Perche' se un Paese non accetta di fare una guerra che tra l'altro considera illegittima, come dice Cossutta, autorevole membro della maggioranza, ma nonostante cio' e' costretto a farla suo malgrado, allora questo Paese non e' piu' libero del prorio destino. E' questo l'ultimo regalo di una classe dirigente incapace, oltre che rapinatrice, ovvero il regalo della Sovranita' Limitata.

Un altro probabile candidato: Ciampi

Sarebbe ingiusto pensare pero' che solo Scalfaro sia il responsabile di questi 7 anni di disastri economici, politici e sociali. Nel campo della finanza, ad esempio, ce n'� almeno un altro che e' piu' responsabile di lui, e che con lui, combinazione, rinacque esattamente 7 anni fa, dopo essere stato per tanti anni uno dei massimi burocrati della Repubblica. Strano paese il nostro, tutti a lamentarsi di uno scandaloso debito pubblico, ma tutti i vari responsabili, dai politici ai burocrati ai sindacati agli industriali che facevano affari con gli aiuti pubblici all'industria, ancora tutti qui piu' vispi e piu' potenti che mai, a lamentarsi di un debito pubblico di cui loro sono assolutamente innocenti, perche' la colpa, si sa, almeno in Italia, e' sempre dei Marziani.

Anzi, questa volta per cambiare, e' tutta colpa del famigerato CAF, i cui componenti, chi dimenticato da tutti, chi in esilio, chi pronto a passare il resto della propria vita in galera, la stanno tutti e tre pagando molto cara, e questo solo per far s� che gli altri italiani possano far finta di avere la coscienza a posto. Dicevamo di Ciampi, Governatore della Banca d'Italia al tempo del governo di Amato (detto il dottor sottile, il grande consigliere di Craxi, quando questi era Primo Ministro, Andreotti Ministro degli Esteri e Scalfaro Ministro degli Interni).

Al tempo del Governo Amato, appunto, si era nell'autunno del 1993, la lira subi' la piu' grande svalutazione del dopoguerra, e fin qui poco male, infatti il valore che raggiunse allora e' grosso modo quello che gli compete adesso. Il problema e' che quella svalutazione fu accompagnata da un salasso di varie decine di migliaia di miliardi gettati, o meglio regalati, ai grandi speculatori internazionali, si parla di Soros, amico di Prodi, a causa di un' inutile, annunciata ed impossibile difesa della lira. Anche in questo caso non vi sono ne' colpevoli ne' responsabili: che vogliamo, sara' stato allora il Fato, oppure sara' stata colpa del solito Berlusconi (come dice Biagi: Cavaliere lei dov'era in quel momento?).

Decine di migliaia di miliardi al vento, qualche speculatore arricchito, gli Italiani piu' poveri, e chi e' il responsabile? Non si sa. In Italia non si sa mai niente. O si nasconde tutto. Fatto sta che il Governatore di allora divenne addirittura Primo Ministro e poi Superministro, carica che ricopre tuttora, dopo quasi sette anni. E continua, pure lui, con la sua imperturbabile faccia a non sapere niente: i conti esteri sono in rosso nonostante il buon andamento della bilancia commerciale.

Gli ignoranti dicono che questo risultato negativo e' dovuto agli esportatori italiani che preferiscono lasciare i ricavi all'estero, piuttosto che rimetterli in Italia. Gli stessi ignoranti ed i sabotatori disfattisti antiregime dicono che questo e' dovuto a mancanza di fiducia nell' economia e nella politica italiana. E no! Anche il nostro Superministro non ci sta! Lui sostiene da anni che l'economia e le finanze non possono andare meglio di cosi', e quindi e' intollerabile che gli operatori del settore cerchino di contraddirlo persistendo in queste operazioni "antieconomiche".

Anzi il nostro prontamente lancia l'allarme: "Il mistero dei conti esteri!". Ma un dubbio, signor Superministro, che la sua politica sia fallimentare, e che chi puo' stia semplicemente correndo ai ripari, non Le viene mai? Non solo non gli viene mai, anzi Lui e' gia' pronto ad assumere ben piu' alte responsabilita', magari Presidente della Repubblica.

Non ci stiamo

Povera Italia, senza lavoro, senza risorse, senza futuro, ma magari con Scalfaro o Ciampi Presidenti della Repubblica. E' proprio vero, al peggio non c'e' mai fine. Eppure sarebbe cosi' facile, basterebbe che ci mettessimo tutti in coro a gridare a voce alta: " No! Noi non ci stiamo!" E' questa la Democrazia, basterebbe sfruttarla.

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