MAGGIORITARIO

di Ruggero Nazareno

Salvo poche eccezioni, i circa 40 (quaranta) partiti italiani sono piu' o meno d'accordo su una qualche legge elettorale maggioritaria che, come tutti sanno, non risolvera' un bel niente. Ed e' questo il motivo per cui sono tutti d'accordo. In effetti sul maggioritario ci si dovrebbe aspettare solo la convergenza dei due o tre partiti maggiori.

Come fanno, ad esempio, Prodi e Di Pietro che hanno appena fondato un altro partito, non sapendo ancora quale seguito avra', a volere il maggioritario? Tutto questo si spiega con il fatto che con questo maggioritario i partiti piu' piccoli hanno una forza di ricatto maggiore, dato che il loro presentarsi da soli o aggregati con altri piccoli partiti, giusto per ottenere qualche deputato, provocherebbe la sconfitta della coalizione a loro piu' affine. In altre parole non sembra esservi alcuna relazione tra numero dei partiti e stabilita' ed efficienza dell'esecutivo. In fondo nel 1994 si presentarono solo tre coalizioni.

La coalizione che ruotava intorno al PPI non trovando l'accordo con i progressisti si presento' da sola, determinando cosi' la vittoria del Polo. Nonostante tre sole coalizioni quella legislatura fini' prematuramente, porto' ad un ribaltamento vergognoso, grazie anche a colui che forse vorrebbe rimanere sul Colle per altri 7 anni, e soprattutto fini' con un parlamento composto da una ventina di partiti e partitini. D'altro canto questa legislatura con i suoi 40 (quaranta) partiti e partitini e' una delle piu' stabili del dopoguerra.

Anche se quelli della coalizione di maggioranza litigano tutti i giorni, anche se ogni leader e lideruccio si fonda il suo partito, probabilmente dureranno tutta la legislatura, il patto di potere che hanno stretto superera' qualsiasi contrasto. Come si vede non e' il maggioritario od il proporzionale, 2 o 3 coalizioni, o 40 partiti, che rendono stabili un governo e proficua una legislatura.

Diverso sarebbe il caso in cui venisse data la possibilita' al popolo di scegliersi il leader dell'esecutivo, sia esso il primo ministro, od il Presidente di una Repubblica Federale. Ma chi mai dara' al popolo questo potere? In genere certi poteri si prendono, ma questa via sarebbe pericolosa, dannosa, e darebbe risultati diversi dalle piu' buone intenzioni.

Una via piu' democratica sarebbe quella di dare il voto a quella coalizione o partito che promettesse in maniera chiara ed esplicita di voler procedere appena eletti ad una riforma rivoluzionaria della Repubblica, basata sul principio della responsabilita' personale e del mandato popolare diretto. E' chiaro che una Repubblica, magari Federale e Presidenziale, dove l'esecutivo nazionale e locale e' responsabilita' di individui scelti direttamente dal popolo, non puo' non basarsi su principi quali il Dovere, l'Onesta', l'Amor di Patria ed il senso di responsabilita' per la propria comunita'.

Dovrebbero essere rivalutati principi quali l'efficienza e l'organizzazione. E, non ultimo, dovrebbe essere accettato il principio che chi sbaglia paga. Questo e' il sogno.

La realta' ci dice che, per volonta' di una parte significativa del popolo, ed un po' anche per le furbizie delle Alte Istituzioni, e' dal 92 che il nostro amato Paese e' governato da coalizioni che, comprendendo soprattutto quelli che fino a qualche minuto prima del Crollo del Muro sognavano di far dell'Italia una Grande Albania, non mancando di ribadire ad ogni occasione la superiorita' anche morale dell'Economia Sovietica, hanno sempre considerato quei principi come vetero-borghesi, se non fascisti.

Costoro un po' alla volta stanno riuscendo nel loro sogno di trasformare l'Italia non nell'Albania di ieri ma in quella di oggi, opppure, a seconda dei gusti, in una Grande Cuba. E questo lo stanno realizzando con l'aiuto determinante di tanti utili idioti che pensano cosi' di fare la loro fortuna e quella dei loro Grandi Sponsorizzatori industriali e finanziari.

Sembrano quasi delle esagerazioni: ma ogni buon italiano quando venisse assalito da simili dubbi dovrebbe riflettere un momento sullo stato dei servizi, sulla sanita', sulla scuola, sull'universita', sulla ricerca scientifica, sull'industria ad alta tecnologia (che non c'e' piu'), sullo stato dell'economia, ormai cenerentola d'Europa, sulla disoccupazione, record in Europa, sulle condizioni delle grandi citta', sulla criminalita' grande e piccola che al minimo lo fa vivere in uno stato di perenne insicurezza.

Dovrebbe chiedersi, il nostro buon italiano, come mai l'immigrazione e' un tale problema soprattutto da noi. Dovrebbe anche chiedersi come mai l'Italia e' l'unico paese del cosiddetto mondo sviluppato dove ci sono bambini che invece di andare a scuola chiedono l'elemosina per strada quando non vengono apertamente istruiti per fare oggi i piccoli delinquenti in attesa di fare un giorno quelli grandi? Come mai importiamo, se non incoraggiamo, unico paese in Europa, l'ingresso di migliaia e migliaia di criminali che nulla hanno a che vedere con l'immigrazione per motivi di lavoro?
Basterebbe solo qualcuna di queste domande o riflessioni per accorgersi che non sto esagerando affatto.

Ma veniamo al punto. Come si puo' pretendere da simili governanti di comprendere principi come quelli che abbiamo prima enunciato? Questi al massimo ci possono parlare, facendocela quasi diventare antipatica, di solidarieta', con la stessa arroganza ed ipocrisia con cui fino a ieri ci parlavano dell'economia socialista; e se hanno spostato l'interesse sulla solidarieta' e sul buonismo e' solo perche' cosi' possono circuire meglio chi socialista non e'. Non possiamo illuderci che le cose possano andare meglio in Italia semplicemente tenendo bassi i tassi d'interesse, rendendo piu' flessibile il mercato del lavoro ed abbassando le tasse.

Queste cose certo vanno fatte, l'hanno capito pure gli ex-comunisti, ma certo non bastano. Come non bastera' il maggioritario per migliorare il sistema politico. C'e' tutto un sistema di valori e di principi che va ricostruito, ed e' questo soprattutto che il Polo delle Liberta' dovrebbe tenere in grandissima considerazione.

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