EU(RO)FORIA

di Massimo Galanti

Il 1998 si e' concluso con grandi feste per la firma del trattato sulla moneta unica, anche se per la completa realizzazione di tale progetto si dovra' attendere ancora tre anni.

Il massimo artefice italiano di questo progetto ha salutato la sua realizzazione manifestando la sua felicita' per potersi finalmente dichiarare cittadino europeo nato in terra d'Italia. I tedeschi invece ancora una volta hanno dimostrato la loro serieta', astenendosi dal partecipare alle manifestazioni di giubilo e dal contribuire a questo tipo di bolsa retorica. Non solo, ma mentre Ciampi sembra non stare nella pelle per l'acquisto di questa immaginaria nuova cittadinanza, i governanti tedeschi confermano la priorita' degli interessi germanici, annunciando una campagna, sul modello di quella che la Signora Tatcher fece a suo tempo, per una diminuzione del contributo tedesco alle spese della Comunita'.

E questo nonostante che l'Euro sia stato essenzialmente inventato dai tedeschi per poter realizzare un ben preciso progetto politico. In effetti l'Euro, come abbiamo sempre scritto, era nato per unire indissolubilmente la Germania alla Francia, necessita' che quest'ultima sentiva fortemente soprattutto dopo il processo di unificazione tedesca. L'Euro era il lasciapassare francese per la libera espansione economica e politica della Germania verso i Paesi dell'ex-Impero Sovietico. L'Inghilterra, come sempre ha fatto, cerca di opporsi ai piani egemonici franco-tedeschi, e non potendo opporsi militarmente come tante volte nel passato, per ora si chiama fuori, rafforzando, anche questa e' una costante della sua politica, l'asse privilegiato con gli Stati Uniti, come il conflitto iracheno ha messo ben in evidenza.

L'Italia come al solito sembra essere ossessionata dall'idea di rimaner tagliata fuori e si accoda sperando di contenere l'egemonia franco-tedesca diluendola all'interno di un piu' vasto processo d'integrazione politica europea, pronta a rinunciare alla propria sovranita' nell'illusione utopistica che gli altri facciano altrettanto. Anche questo e' in linea con la storia italiana, quando sia la Chiesa che gli altri stati italiani preferivano giocare la carta dell'Impero piuttosto che quella degli interessi nazionali.

Il fatto e' che oggi come allora la nostra classe dirigente non nutre grande fiducia nelle capacita' del popolo e come sempre preferisce giocare la propria fortuna ed il mantenimento del proprio potere mettendosi al servizio degli interessi delle grandi nazioni d'oltralpe. La nostra classe dirigente sa benissimo che la participazione all'Euro sin dal suo esordio, non ha nessuna capacita' taumaturgica di scatenare una ripresa economica, questa purtroppo e' solo la bugia con cui hanno cercato di far accettare agli italiani la loro politica. La loro speranza e' invece che la participazione all'Euro possa costringere il sistema politico-economico italiano a darsi quelle riforme ed ad assumere quegli atteggiamenti virtuosi che altrimenti troverebbero l'opposizione decisa di troppi interessi di parte.

Vi e' naturalmente anche un'altra strada per migliorare il sistema politico-economico italiano, quella nazionale e popolare, ma questa comporterebbe la perdita del potere da parte dell'attuale classe dirigente. Non dimentichiamo che questa classe dirigente dopo 30 anni d'ininterrotto potere e' la maggior responsabile dell'attuale infelice situazione del paese. Questi personaggi adesso, dopo aver causato cosi' tanti disastri, con estrema arroganza e usando i mass media, di cui detengono il quasi totale controllo, per una sfacciata campagna di propaganda, pretendono di presentarsi come i salvatori della Patria. Ed allora andiamo a vedere in quali condizioni l'Italia fa il suo ingresso trionfale nella grande famiglia europea.

I crudi dati del Prodotto nazionale pro capite mostrano chiaramente come l'Italia faccia ormai parte dell'Europa povera, quella che con disprezzo le nazioni nordiche chiamano del club Med. A sei anni dal primo governo D'Amato, quello della famosa svalutazione della lira, quando governatore della Banca d'Italia era l'attuale ministro del Tesoro, l'Italia non riesce ancora a risollevarsi da una stagnazione economica ormai quasi endemica. Stagnazione che l'ha portata ad essere superata dall'Inghilterra, ed a perdere i contatti con i paesi piu' ricchi. In quei tempi si volle far credere che una rivoluzione politico-giudiziaria era necessaria per salvare il paese e per riportare il debito ed il deficit a condizioni piu' sopportabili per l'economia del paese.

In realta' tutto questo serviva a rendere credibile una falsa rivoluzione e per nascondere una resa dei conti tutta interna al Palazzo. Di fatto i potenti di allora, con l'esclusione di Craxi, Forlani e Andreotti, vittime designate della congiura, continuano tranquillamente a fare oggi il brutto ed il cattivo tempo. E per non restare nel vago ne nomineremo solo alcuni di questi potenti, quali D'Amato, il dottor sottile, ex-Gran Consigliere di Craxi, Scalfaro, gran potente DC da 50 anni al potere, Cossiga, famosissimo e potente fin dai tempi del sequestro Moro, il gruppo degli Avellinesi con in testa De Mita e Mancino, il gruppo dei massimi dirigenti sindacali, con in testa Marini.

Come possiamo poi dimenticare la classe politica comunista, che dopo avere esaltato per decenni la politica economica dell'ex Impero Sovietico contrapponendola all'inefficiente economia capitalista, sono ora costretti, ironia del destino, a dover gestire, molto male in verita', l'invasione di milioni di profughi costretti ad emigrare a causa delle condizioni miserevoli in cui i Comunisti hanno trasformato i loro Paesi. E per anni hanno spudoratamente cercato di convincerci che quei paesi erano il paradiso dei lavoratori. Pensate cosa sarebbe stato di noi e dell'Italia se queste arroganti avanguardie proletarie avessero preso il potere da noi. Saremmo oggi al pari degli Albanesi, e la Francia sarebbe il nostro sogno occidentale. Non possiamo quindi dimenticare i grandi Burocrati, anche loro al potere da una vita e che oggi dopo essersi rifatto il trucco governano direttamente il Paese, ovvero i vari Dini, Prodi, Ciampi, Maccanico, etc.

Dov'erano costoro quando il debito galoppava verso cifre astronomiche, non facevano parte anche loro di quello Stato che aveva una s� allegra gestione dell'Economia? Last but not least, come dicono gli Inglesi, i Grandi Poteri, i Poteri Forti, che appunto in quanto grandi e forti stanno sempre li', anche da prima della guerra, anche durante il Fascismo, anche prima del Fascismo, sempre li' a guidare, consigliare, e ad .. organizzare. Oggi son tutti euforici, politici, burocrati, grandi industriali e finanzieri: l'Europa, la loro grande ancora di salvezza, e' finalmente arrivata. Esultano, cercando di far dimenticare che l'Italia e' ultima in Europa soprattutto per colpa loro.

Dalla seguente tabella risulta che L'Italia, come dicevamo, fa parte del gruppetto dei cosiddetti poveri, con la differenza rispetto agli altri, che la sua economia e' da ben sei (6) anni in una fase di profonda stagnazione, con una crescita che e' la meta' di quella degli altri paesi europei, e con dei ritardi strutturali che la portano appunto ad essere il fanalino di coda, il nuovo Mezzogiorno d'Europa.

Paesi     Prodotto pro Capite    Disoccupazione  Inflazione  Crescita                 			
		(Euro)			%		%	%

Danimarca	29.700			6.2		1.9   	  2.7  	
Germania	25.100		      10.6		1.0	  2,7
Svezia		24.000			5.6		0.6	  2.9
Francia		23.400		      11.7		0.8	  3.0
Austria		23.300			4.5		1.2       2.7
Finlandia	21.500					1.8       3.4  
Belgio		21.700		      12.5		1.0	   2.8
Olanda		21.500			3.9		2.0	   3.7
Gran Bretagna	21.000			6.2		3.1	   2.6  
Irlanda		19.200					3.4	   6.9
Italia		19.000		      12.3		1.7	   1.7
Spagna		13.000          	  18.5		1.9	   3.8
Portogallo	10.200              			2.9	   3.3 
Grecia		10.000					4.0	   3.5
Media europea	21.500
Stati Uniti   	28.000			4.6		1.7	   3.4

In questa tabella abbiamo voluto riportare anche i dati relativi all'economia americana, la quale, secondo i nostri massimi esperti economici, essendo un'economia liberista, e' incapace di creare ricchezza e veri posti di lavori, non come la fantastica "Terza Via" (Italica) di prodiana memoria. Questa tabella mette anche in risalto una delle tipiche bugie della sinistra al potere, quando vuole cercare di convincerci che la crisi economica e' generale. Puo' anche essere che gli altri paesi siano in crisi, resta il fatto che la maggior parte di loro hanno una disoccupazione di gran lunga inferiore a quella italiana e tutti hanno una crescita economica superiore al 3%, contro un misero 1.7% dell'Italia (e le ultime stime parlano addirittura di una crescita inferiore all'1.3%).

La tabella non parla poi degli enormi ritardi del nostro paese nel campo delle strutture, dei servizi, della scuola e di un'efficiente spesa sociale. Senza parlare poi del problema della criminalita', legato spesso a quello dell'immigrazione clandestina che, unici in Europa, non abbiamo la minima idea di come controllare, anche perche' siamo forse, culturalmente, portati ad accettarla, se non a favorirla.

L'immigrazione clandestina piu' che un dono del Signore, come affermano certi preti, e' una bomba ad orologeria che prima o poi portera' il paese al disastro finale. Siamo entrati a far parte dell'Euro, ma il prezzo in termini economici-sociali e' stato altissimo, senza contare le strutture nuove che non sono state fatte e quelle vecchie che non sono state mantenute perche' invece di fare quelle riforme strutturali di cui il paese ha un vitale bisogno, si e' preferito bloccare la spesa.

Non c'e' proprio da essere eu(ro)forici, cosi' come non lo sono i tedeschi, che pur contribuendo grandemente, certo piu' di noi, alla costruzione di un'Europa Unita, continuano a considerarsi in primo luogo tedeschi nati in terra di Germania.

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