IL NULLA
Parte prima: NABUCCO

di Eros Capostagno

L'altra sera eravamo all'Opera, c'era il Nabucco. Alla fine del secondo atto il Re, che ha appena trionfato sugli Ebrei, si rivolge alla figlia Fenena intimandole di inginocchiarsi e, rivolto al cielo, in un delirio di onnipotenza esclama: "Non son più Re, son Dio!". Su quelle parole, una folgore si abbatte terribile sul suo capo, strappandogli la corona e riducendolo ad un derelitto.

Non abbiamo potuto fare a meno di pensare a Romano Prodi, colpito in questi giorni da non meno terribile folgore e ridotto a nulla, proprio al culmine del suo delirio di onnipotenza. Infatti, all'inizio di quest'anno aveva liquidato l'opposizione con sussiegoso disprezzo (dopo averla cercata per poter effettuare lo sbarco in Albania) definendo Forza Italia come "il Nulla". Poi, a maggio, aveva proclamato il risanamento dell'economia con il raggiungimento dell'Europa. Infine aveva inventato l'Ulivo Mondiale, con la creazione di un direttorio planetario, al quale si era degnato di associare Clinton e Blair.

In tutto questo delirio, il nostro era stato accompagnato dagli applausi ininterrotti di una claque di personaggi di varia estrazione, finanzieri, industriali e/o sedicenti tali, e soprattutto giornalisti che acriticamente le bevevano tutte e acclamavano. Nel volgere di poche ore, tutto ciò è stato spazzato via. I numeri reali dell'economia vengono finalmente divulgati, seppure con riluttanza, in tutta la loro tragicità e, dell'Ulivo Mondiale, beh, ci chiediamo come faranno ora Clinton e Blair...

Tutto ciò è cronaca di questi giorni, eppure i componenti della claque sembrano aver già tutto dimenticato, come fossero inezie del lontano passato. Il ridicolo del "tutto va bene", del "abbiamo risanato l'economia" e dell'Ulivo Mondiale, non li sfiora nemmeno, non hanno tempo per occuparsene, tutti presi ad organizzare la nuova claque per la nuova rappresentazione.

Che il Polo delle Libertà abbia sempre con coerenza evidenziato il crescente divario tra la realtà del Paese ed il delirante mondo in cui i commedianti si erano immedesimati, non li tocca. Loro sono sempre nel giusto e, se la realtà li tradisce, è perché un destino baro impedisce sempre di arrivare a dimostrarlo.
E poi, se la sinistra fallisce, non c'è alternativa: il Polo è il "Nulla".

IL NULLA
Parte seconda: L'IMPRESENTABILITA'

di Eros Capostagno

Poco prima dell'incarico a D'Alema, abbiamo ascoltato su Telemontecarlo un'intervisrta a Montanelli, in cui il noto giornalista non si scandalizzava più di tanto all'ipotesi di eventuali elezioni. Di fronte all'orrore dell'intervistatore per la possibilità di una vittoria di Berlusconi, Montanelli faceva spallucce tanto, a suo dire, la cosa si sarebbe risolta in un disastroso fallimento, dal momento che...
E qui Montanelli non riusciva ad andare avanti, non trovava le parole per spiegare tutto il suo disprezzo verso una persona come Berlusconi, limitandosi ad esprimere con la mimica facciale tutto il suo schifato disgusto.

Che cosa gli abbia fatto di tanto insolente il sig. Berlusconi non è chiaro. Quello che possiamo affermare con una certa sicurezza, noi che siamo stati "montanelliani" per vent'anni, è che non gli abbiamo mai visto una tale carica di odio, disprezzo e, appunto, schifato disgusto, nemmeno verso i brigatisti rossi che gli spararono a sangue freddo.

Ci sia consentito un interrogativo. Se Montanelli prova un tale ribrezzo per un personagggio come il Cavaliere, con la sua provata capacità di creare lavoro e ricchezza senza pretendere l'assistenza dello Stato né scaricare su di esso i propri fallimenti e le proprie perdite (anche se pare non conosca l'abecedario costituzionale), cosa dovrebbe provare il buon Indro, per tutti quei parassiti che da vari decenni vivono e speculano sulle spalle del Paese, lasciandolo andare alla deriva e distruggendone i valori morali?
Interrogativo pensiamo legittimo, ma inutile. Non ci sarà risposta: l'opposizione non pone argomenti, ma solo faziosità!

Dicevamo del "Nulla". In realtà non è stato il Prodi-Nabucco ad inventare questa espressione.

Uno dei più noti editorialisti del Corriere, il prof. Galli della Loggia, aveva così concluso un suo celebre scritto nel marzo del 1997: "...è difficile pensare che tale alternanza possa mai verificarsi tra il centrosinistra da un lato e il nulla dall'altro".

Le ragioni addotte per giungere a tale conclusione erano sostanzialmente due: la "impresentabilità sociale" del Polo ed il ruolo "ambiguo" e "non-democratico" del suo leader.

L'impresentabilità era dovuta ad Alleanza Nazionale, ai "post-fascisti". Infatti, affermava l'editorialista "... è lo schieramento dove albergano i post-fascisti, e non dovrebbe esserci neppure bisogno di ricordare ancora una volta il carico di reale e potenziale delegittimazione che il ricordo soltanto del fascismo significa in virtù della nostra storia. Da questo punto di vista è davvero ben poco ciò che fin qui Fini ha fatto per riuscire a cancellare il suo imbarazzante passato".
Se poi qualche esponente di AN dovesse sembrare purificato da tutto ciò, "...è sufficiente che apra bocca per rivelare immediatamente la propria ascendenza anti-liberale e anti-democratica da cui non riesce tuttora a strapparsi".

Quanto al Cavaliere, "...la maggioranza moderata del Paese ha avvertito in tutta la sua portata l'ambiguità del ruolo politico di Berlusconi [dal momento che] tutto in lui, dagli abiti all'abbronzatura, al sorriso, tutto parla solo di successo, di televisione, di ricchezza, [dunque] "a causa della natura profondamente e ambiguamente non democratica che di ognuna di quelle cose è propria."

Bene. Prendiamo per buona quest'analisi. Ora c'è un Governo a guida D'Alema, proclamatosi post-comunista da soli sei anni, e formato tra gli altri dal nuovo Partito Comunista Italiano di Cossutta, riorganizzatosi poche settimane fa in un tripudio di bandiere rosse con falce e martello.

Con una certa malizia, abbiamo provato a rileggere l'articolo del prof. Galli della Loggia , cambiando quattro e solo quattro parole: "...è lo schieramento dove albergano i post e neo-comunisti , e non dovrebbe esserci neppure bisogno di ricordare ancora una volta il carico di reale e potenziale delegittimazione che il ricordo soltanto del comunismo significa in virtù della nostra storia. Da questo punto di vista è davvero ben poco ciò che fin qui Cossutta ha fatto per riuscire a cancellare il suo imbarazzante passato. Se poi qualche esponente del PCI dovesse sembrare purificato da tutto ciò, è sufficiente che apra bocca per rivelare immediatamente la propria ascendenza anti-liberale e anti-democratica da cui non riesce tuttora a strapparsi".

Inutile andare avanti, anche se certe "nature profondamente anti-democratiche" meriterebbero magari di essere confrontate con certe nature che sembrerebbero profondamente totalitarie.

Non sappiamo se il prof. Galli della Loggia sottoscriverebbe queste poche righe in un suo prossimo editoriale sul centrosinistra. Ci auguriamo sinceramente di sì, vista la sua dirittura morale.

Non crediamo invece che la maggior parte della claque di cui sopra lo farebbe. Griderebbe anzi allo scandalo e alla faziosità. Magari anche alla mancanza di correttezza politica e all'ignoranza dell'abecedario costituzionale.

Ci prenderemmo probabilmente anche tutti gli insulti possibili e immaginabili. Tutti, tranne quei due che non compaiono nei loro dizionari: ipocrisia e malafede.

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