MALPENSA 2000

di Eros Capostagno

L'affare "Malpensa 2000"si presentava come una questione essenzialmente "tecnica", legata a regolamentazioni internazionali sul trasporto aereo e sulle norme in materia di libera concorrenza, non destinato dunque a suscitare l'interesse del grande pubblico. Non è andata così. Il contenzioso tra il governo italiano e l'Unione Europea, e la bagarre tutta italiana tra Ministri, sindaci e presidenti di regione si è imposta all'opinione pubblica come l'ennesima tragicommedia all'italiana. Sulla quale faremo alcune considerazioni.

Dapprima l'Europa. E' noto che l'Italia è sempre stata il più europeista dei paesi europei, promuovendo sempre ed in ogni circostanza l'integrazione commerciale, economica e politica del Vecchio Continente, ed i nostri statisti si sono tutti e sempre distinti per il loro fervore in quest'opera di integrazione.

Oltre ai nobili intenti di pace, solidarietà, peso nelle strategie planetarie, benessere e protezione per i cittadini europei, la convinzione (o quantomeno la speranza) di molti italiani era che, una volta l'Italia mimetizzatasi nell'Europa, quest'ultima avrebbe provveduto a risolvere finalmente e automaticamente tutti i problemi italiani, dai deficit all'inefficienza alla criminalità e a tutto il resto.

Per gli Italiani si trattava dunque di avere pazienza, inutile agitarsi per i propri problemi, questi si sarebbero risolti da soli una volta l'integrazione in marcia. La faccenda non riguarda solo il passato ma arriva, come noto, sino all'EURO.

Così, mentre i problemi strutturali italiani continuavano e continuano a restare irrisolti in tutti i campi, i "tecnici" dei vari paesi preparavano le strutture tecnico-politiche dell'Unione Europea, seguendo le direttive e gli interessi dei rispettivi governi, ed elaborando progressivamente leggi e regolamenti sempre più vincolanti.

Incombenze queste ritenute probabilmente troppo faticose o troppo plebee per i nostri governanti, interessati più ai "grandi ideali" della costruzione dell'Europa, facili da gestire con un po' di retorica e qualche celebrazione, che non ai regolamenti ove occorre dapprima elaborare piani strategici nazionali da difendere poi in sede di trattativa comunitaria.

Inutile quindi lamentarsi se, a distanza di tempo, ci si accorge che certi interessi italiani risultano penalizzati, come nelle quote latte, nel taglio degli aiuti all'olio di oliva, nella distruzione delle vigne eccedenti, e nelle multe per il più alto numero di violazioni dei regolamenti comunitari.

Senza contare il fatto di aver lasciato e di lasciare crescere una burocrazia europea che emana ora commissari, non eletti da alcun cittadino, che hanno il potere di imporsi ai Governi nazionali, come nel caso della concorrenza e dell'antitrust o, a breve, nel caso della Banca Centrale Europea. Ma tant'è.

Ineccepibile quindi che il Commissario europeo ai trasporti, Kinnock, si imponga sul Governo Italiano quando questo pretende di spostare in un aeroporto lontano e quasi irraggiungibile ( in pratica non è collegato con la città) i voli di tutte le compagnie straniere, lasciando alla compagnia di bandiera l'uso in esclusiva dell'aeroporto di Linate, situato praticamente in pieno centro cittadino. Logico quindi il "niet" all'uso discriminatorio di Malpensa 2000 sino a quando un agevole collegamento (ferroviario) non sarà realizzato.

E qui trionfa la tragicommedia italiana. Se è comprensibile, anche se cretino, che nel corso di parecchi anni di esistenza non si sia dotata la Malpensa di un collegamento efficiente con Milano, essendo più che altro utilizzata come aeroporto secondario in caso di nebbia su Linate, ci risulta totalmente imbecille aver pensato di trasformare Malpensa in un grande hub internazionale (da far competere con Zurigo, Francoforte, Amsterdam,...) senza provvedere contemporaneamente ai servizi di accesso. Oltretutto esisteva il precedente della connessione Fiumicino/Roma Termini, rimasto una vergogna per decenni.

Imprevidenza? Difficile crederlo, anche se superficialità, pressappochismo e mancanza di professionalità stanno dilagando a ritmo impressionante. Più verosimilmente crediamo che i vari amministaratori e organi interessati non abbiano osato affrontare seriamente il problema, con progetti dettagliati, sapendo il putiferio che avrebbero dovuto affrontare con Ministri, Sindaci, assessori verdi e associazioni varie dei comuni da attraversare per avere le autorizzazioni necessarie, con il consueto corollario di veti, ricorsi, TAR, blocchi dei lavori, indagini conoscitive,..., ormai consueti in ogni tipo di lavoro pubblico, piccolo o grande che sia.

Soluzione del problema? Boh -si saranno detti- poi si vedrà, per il momento lasciamo stare, intanto trasferiamo i voli a Malpensa, i passeggeri troveranno da soli il modo di andarci...

Né più né meno di quello che normalmente fa questo Governo con i problemi del Paese, tutto tranne che affrontarli con professionalità e lungimiranza, vedi pensioni, disoccupazione, immigrazione, magistratura, ecc.

O gli Enti dello Stato come l'ENEL, che oggi si mette a gestire telefonini, visto che non riesce più a fare centrali elettriche, e chissenefrega se l'Italia dipende sempre di più dall'estero (in particolare l'Algeria!) per l'approvvigionamento energetico. E come la società Autostrade, che la segue sulla stessa strada (scusate l'inevitabile gioco di parole), invece di provvedere alle strade, e chissenefrega se la Firenze/Bologna e la Salerno/Reggio Calabria sono quello che sono...

Né più né meno di quello che fanno gli amministratori di tante città. Mancano i parcheggi nel centro cittadino? Troppo complicato costruirne, quando basta una firma ad un decreto per vietare la circolazione in centro ed il problema non esiste più.

E così Malpensa 2000. Indipendentemente dal fatto che la mancanza di collegamenti potesse o meno servire di pretesto al boicottaggio da parte degli altri grandi aeroporti europei, pensate che Burlando & soci abbiano presentato un serio progetto per realizzare a tempo record un collegamento ferroviario Malpensa/Milano? Figuriamoci. No, più semplice lasciar stare il problema vero e cercare di tirarsene fuori con proposte cretine, come compensare l'evidente vantaggio dell'Alitalia sulle altre compagnie a Milano, con una penalizzazione della stessa Alitalia a Roma, mediante lo spostamento dei suoi voli Milano/Roma da Fiumicino a Ciampino!

Proposte talmente cretine che lo stesso Governo ha preferito farle presentare a voce al commissario europeo, piuttosto che tramite una formale proposta del Governo Italiano, come da questi richiesto. Col risultato che la posizione del commissario si è indurita e che sull'immagine del paese e dei suoi cittadini si è riversata l'ennesima dose di ridicolo.

Dovremmo indignarci di questi governanti inetti e in definitiva parassiti? Certamente, ma non possiamo sorprendercene. Tutte le amministrazioni dello stato sono attualmente occupate da (ex) funzionari e tirapiedi di partiti che si ispira(va)no ai "miracoli" dell'economia statalista sovietica e, con sprezzo del ridicolo, cubana, e a capo di tutto c'è un "manager di stato" abituato a "risanare" certi settori dell'IRI, semplicemente scorporandone i passivi dai bilanci globali e coprendoli coi fondi di dotazione elargiti dallo stato!

In queste condizioni l'Italia si presenta a Bruxelles, dove il tono della musica è ormai imposto da un blocco di paesi per nulla incantati dal "sole/pizza/mandolino e tiraccampà", e si lamenta pure per l'orgoglio nazionale ferito allorquando un Mr. Kinnock punta i piedi.

Pagina successiva

Sommario Pagina di copertina Commenti alla Redazione

Hosted by www.Geocities.ws

1