UN FUTURO PROSSIMO VENTURO

di Ruggero Nazareno

Anche questa estate e' stata caratterizzata da una forte ripresa dell'immigrazione clandestina, favorita anche dalle ormai consuete contraddizioni di un esecutivo sempre in bilico fra la propria cultura, favorevole ad un'immigrazione selvaggia, e la necessita', anche dovuta al trattato di Schengen, di mostrare una volonta' ed una capacita' di controllo e contenimento.

Ma pur fra le dette contraddizioni, il progetto di una societa' fortemente multiculturale sta procedendo a grandi passi, con il malcelato intento di arrivare entro meno di 50 anni ad una popolazione composta per piu' della meta' da immigrati o da loro discendenti. Le poche volte che tali intenti trapelano, questi vengono giustificati dal calo delle nascite e dalla necessita' di avere giovani lavoratori in grado di pagare le pensioni per una societa' che invecchia sempre di piu'.

E' evidente, data l'esperienza degli altri paesi, che un tale progetto non potra' andare a buon fine, nel senso che non vi sara' una transizione indolore ma vi saranno invece tensioni e lacerazioni indescrivibili: lo stato delle nostre grandi citta' fa gia' intravedere pericolosissime potenzialita' esplosive. E' semplicemente assurdo, se non criminale, che il nostro paese debba diventare il luogo di pericolosi esperimenti sociali. Pensare che un paese possa perdere in cosi' breve tempo la propria identita' culturale in nome di una malintesa globalizzazione e solidarieta', e che tutto questo possa avvenire senza conflitti devastanti, puo' essere solo il frutto di menti deviate che, a dispetto della realt�, e per odio verso la societa' in cui vivono, vogliono continuare a perseverare nei loro sogni utopistici.

L'idea di un paese abitato per il 50% da italiani per lo piu' anziani e pensionati, e per l'altro 50% da giovani provenienti da paesi di altra religione e cultura, ma anche aventi un diverso grado di sviluppo democratico, dovrebbe allarmare qualsiasi persona dotata di comune buon senso. Il fallimento della societa' multiculturale e' gia' chiaramente visibile in Paesi quali la Francia, dove sempre piu' evidente e' il concretizzarsi non di una societa' multiculturale ma di una societa' divisa fra due culture sempre piu' in contrapposizione tra loro.

Non esiste la possibilita' di una societa' multiculturale, ovvero di una societa' dove tutte le culture abbiano pari dignita'. Al massimo vi possono essere situazioni dove esiste una cultura dominante che viene accettata come tale da tutta la popolazione, almeno nei suoi aspetti basilari, matura al punto tale da tollerare ed anche aiutare lo sviluppo di altre culture, sempre che queste non mettano in discussione il suo primato.

Sarebbe comunque onesto cominciare una seria discussione sul problema dell'immigrazione e della societa' multiculturale, una discussione che coinvolga tutti gli italiani, dato che della loro sopravvivenza si tratta. Una discussione democratica al posto del modo subdolo, basato sulla disinformazione e sul ricatto conformista, con cui la nostra classe dirigente ci sta preparando il futuro.

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