UNA CRISI INCOMPRENSIBILE, OVVERO...
LA SOLITA SCENEGGIATA

di Ruggero Nazareno

Per provare a capirci qualcosa in questa ennesima crisi di un governo di centrosinistra e' bene ricordare cosa rappresenta nella sostanza il governo dell'Ulivo, che questa rivista ribattezzo', fin dai suoi albori, "Il Governo dei Mandarini" (v. Il Governo dei Mandarini nel N. 1). Ed infatti in questa crisi si notano ben distinti i ruoli dei sommi sacerdoti della Grande Finanza, che son riusciti a rendere piu' grassa e prospera di prima, e quelli dei comandanti delle truppe mercenarie.

I primi, al di la' della manifestazione di qualche segno di fastidio, non sembra che della crisi si interessino molto, ben sapendo che la sceneggiata prima o poi avra' un termine ed il Comandante Fausto, come diligentemente ha sempre fatto, sin dai tempi del governo Dini, continuera' a garantire il suoi voti a lor Signori. Il compito di far finta di ammansire Bertinotti, ancora una volta, poggia sulle spalle degli altri componenti di questa pseudo maggioranza, ovvero il Pds ed in particolare il suo segretario.

Che Bertinotti d'altrocanto non faccia sul serio e' talmente evidente che, sceneggiata nella sceneggiata, si puo' solo far finta di non vedere. La Farsa dei Rifondisti e' stata rappresentata gia' prima del voto sulla Nato, quando Bertinotti e compagni mentre ribadivano la loro fermissima e totale opposizione all'allargamento della Nato, non perdevano occasione per ribadire che non c'era da preoccuparsi in quanto quest'allargamento sarebbe avvenuto comunque grazie ai voti del Polo, che non poteva essere cosi' cinico da andare contro gli interessi della nazione. Come dire: io a quest'azione riprovevole sono assolutamente contrario, ma spero con tutte le forze che tu la compia ugualmente.

Date queste premesse e' chiaro che Bertinotti ancora una volta salvera' il governo dei Grandi Affari. Marx era solito dire che i governi sono i comitati d'affari della Grande Borghesia, certo non avrebbe mai pensato che questi si sarebbero retti con i voti dei comunisti. La ragione di questa crisi farsa e' da cercare quindi nella necessita' di dare una parvenza di serieta' al diverbio fra l'Ulivo e Bertinotti sulla politica estera, diverbio creato da Bertinotti semplicemente per motivi d'identita'.

Questa crisi e' nata quando Prodi maldestramente, come spesso gli succede quando parla di sua iniziativa, aveva minimizzato il voto contrario di Bertinotti sulla Nato come fatto di non grande importanza, affermando che la maggioranza di governo non ne sarebbe stata scalfita. Prodi aveva ragione naturalmente, ma tale cinica apparente contraddizione non sarebbe stata politicamente pagante. Inventata la crisi, e' evidente che per D'Alema, Bertinotti e i Mandarini non c'e' via d'uscita all'accordo, a meno che non abbiano intenzione di perdere il potere, che, visto quello che fanno ed i precedenti, sembra essere l'unica cosa che interessi loro.

Ed il potere non possono perderlo in quanto:
1) i pidessini hanno assolutamente bisogno di tempo per potere completare la loro opera di occupazione totale dello Stato attraverso la nuova legge che si sono inventati e con cui potranno sostituire tutti i burocrati scomodi o non allineati;
2) gli altri invece devono ancora finire il processo di privatizzazione.

Se infine Bertinotti fosse colpito da un improvviso (ma molto improbabile) attacco di Coerenza, ecco li' pronto l'UDR di Cossiga con i suoi Prodi. Per quel che riguarda noi, armiamoci di pazienza, la Nuova Italia e' di l� da venire.

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