18 APRILE 1948

di Massimo Galanti

Un mese fa ricordavamo la rivolta di Milano del 18 marzo 1848. Quella data segno' simbolicamente l'inizio di quella lunga guerra d'indipendenza italiana che si doveva concludere 70 anni dopo, nel novembre del 1918. Trenta anni dopo Vittorio Veneto gli italiani, va detto a loro merito, scelsero con un voto democratico di non rinunciare ne' all'indipendenza ne' alla democrazia ed alla liberta' appena riconquistate dopo i tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale.

Cento anni dal 1848 al 1948 per far nascere e crescere una nazione attraverso una serie di eventi drammatici che portarono l'Italia da paese diviso e servo quale era ad essere annoverata nel ristretto numero delle piu' importanti democrazie del mondo libero.

Il 18 aprile del 1948 gli Italiani, memori delle scelte e dei sacrifici dei loro padri scelsero la Liberta' e la Democrazia, non ascoltando le sirene che promettevano in cambio della Liberta' un'uguaglianza ed una giustizia sociale sul modello dell' Unione Sovietica.

Giova oggi ricordare, solo per rispetto dei fatti, che gli sconfitti di allora, dopo 50 anni ed il crollo dell'Unione Sovietica, cominciano ad ammettere che il risultato elettorale di quei giorni risparmio' agli Italiani, ed anche a loro, le stesse immani tragedie che dovettero sopportare tanti popoli dell'Europa dell'Est. Questo va detto perche' brucia l'arroganza con cui gli eredi del Partito Comunista Italiano pretendono oggi di dar lezioni di democrazia a chi non ha mai creduto in quel paradiso sovietico che loro hanno tentato invano di propinarci per tanti lustri.

Ed e' ancora piu' penoso vedere come tanti, specialmente fra gli intellettuali ed i giornalisti, pretendano di riscrivere la storia di questi 50 anni come la storia di un regime che con i mezzi piu' subdoli, d'accordo e per conto degli imperialisti americani, ha impedito alle forze sane e democratiche del paese, leggi comunisti ed alleati, di arrivare al potere e far progredire il paese sulla strada della vera democrazia. Ed in parte e' vero nel senso che gli Italiani e ed i loro alleati della NATO hanno impedito, contro l'Unione Sovietica e le loro quinte colonne, che l'Italia fosse oggi un'immane e tragica Albania.

Questi concetti sono semplici quanto chiari e veri. Detto questo, bisogna anche dire che gli sconfitti del 18 Aprile trovarono molti alleati e nei partiti democratici, soprattutto nella sinistra democristiana, e nelle classi dirigenti del nostro paese: con il risultato che dopo un periodo di clamorosa crescita economica e democratica, che duro' all'incirca fino al 1960, il paese comincio' una lenta involuzione che l'ha portato oggi ad essere il piu' disastrato ed arretrato fra i grandi paesi occidentali.

Oggi, ironia della storia, gli sconfitti del 18 Aprile 1948, comunisti, ex-comunisti e loro alleati, ovvero i fautori di quella cultura economico-sociale che tanto ha contribuito a portare l'Italia alle squallide condizioni di oggi, si trovano insieme al governo.

Noi vogliamo pensare e sperare che si tratti solo degli ultimi fuochi di quelle classi elitarie che contro gli interessi del popolo italiano, e per proprio tornaconto, han tradito gli ideali che erano alla base del 18 Aprile del 1948.

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