Per fortuna non ci sono solo cattivi maestri, ce ne sono anche di buoni. Uno di questi era George Orwell. Ci ha insegnato che la storia e' la memoria dei popoli ed ha la stessa importanza che la memoria ha per gli individui. E' solo attraverso la memoria che un individuo ha coscienza di se', lo stesso vale per i popoli.
Quei nemici della liberta' che comprendono questo concetto posseggono anche un potente mezzo per esercitare il loro potere. Non che la manipolazione delle coscienze sia qualcosa di nuovo. La Chiesa ad esempio gia' ne aveva capito l'enorme importanza, ed all'inizio del suo potere temporale spese gran parte delle proprie energie per manipolare la memoria storica della Civilta' Romana, arrivando perfino ad inventare falsi documenti. La Verita' , quella con la V maiuscola, diventa un' arma di vero e proprio sterminio se in mano alle persone sbagliate.
Il giornale ufficiale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, si chiamava la "Verita'". Probabilmente mai un giornale riusci' a propagandare tante bugie quanto la "Pravda".
Comunque tornando al nostro Orwell, quello che ci ha voluto dire e' che i moderni mezzi di comunicazione, fuori dal controllo democratico, diventano una terribile arma di oppressione. Quello che una volta un'organizzazione come la Chiesa poteva raggiungere solo in alcuni secoli, oggi uno Stato moderno lo raggiunge in qualche anno.
Nel suo libro "1984" , Orwell descriveva come uno stato ben organizzato riusciva a cambiare la Storia a seconda dei propri fini, anche negando oggi quello che fino a ieri era stata una grande Verita'. Non solo cambiavano le alleanze ma anche la Storia di queste alleanze. Per cui quello che fino a ieri era stato, documentato dai libri di Storia, il nemico naturale del proprio popolo, all'improvviso sugli stessi libri di Storia diventava l'eterno fedele popolo amico.
Come tutti i Grandi, anche Orwell era profetico. In questi giorni due anniversari ci offrono l'opportunita' per denunciare le manipolazioni storiche dell'Italia dell'Ulivo: l'assassinio di Aldo Moro e gli avvenimenti italiani del marzo del 1848, per cui vi rimando agli articoli che seguono.
