18 MARZO 1848

di Massimo Galanti

Centocinquant'anni fa Milano si ribello' agli Austriaci che, in seguito alla sconfitta di Napoleone, erano diventati signori di gran parte dell'Italia del Nord. Quasi nessuno si e' ricordato di celebrare questo importante anniversario. Quasi nessuno, qualche giornalista infatti se n'e' ricordato, come siamo sicuri se ne ricordera' la Lega.

Anche qui ci troviamo, o ci troveremo, ne siamo sicuri, di fronte a palesi casi di manipolazioni della storia. Nel caso dei giornali si tratta di manipolazioni dovute per lo piu' alla moda di sparare sul Risorgimento, o a cattivi maestri un po' elitari, forse un po' cinici, o forse, come direbbe lo stesso Cattaneo, un po' servili, ovvero al servizio dei "Signori".

Nel caso della Lega si trattera' per lo piu' di manipolazioni in buona fede dovute alla crassa ignoranza di cui fanno sfoggio orgogliosamente capi e gregari di questa organizzazione politica. Ambedue ricordano o ricorderanno l'evento non per amore verso i Padri o per amor di Verita' ma come l'occasione di sproloqui contro l'Italia o, come nel caso della Lega, per dare una base storico-culturale ai loro propositi politici.

Non avremo difficolta' ad immaginare che i leghisti ci proporranno un Cattaneo, uno dei protagonisti piu' importanti di quegli eventi, ovvero il capo del Consiglio di Guerra della rivoluzione, come un Leghista della prima ora. Quello pero' che piu' ci sorprende e' che questa immagine del Cattaneo possa venir fuori anche dalla penna di importanti maestri del giornalismo italiano.

Ci sorprende questa immagine grossolanamente falsa di un Cattaneo preoccupato al massimo della sola indipendenza di Milano, anzi "semplicemente (di) fare del Lombardo-Veneto il "Cantone", dotato di larga autonomia, di una Confederazione mitteleuropea asburgica" (Montanelli, Corriere della Sera, mercoledi' 18 marzo 1998).

Ora e' vero che ci sono vari modi di leggere la Storia, e non sempre si puo' parlare di manipolazioni, ma quello che piu' disturba e' il negare gli ideali, buoni, cattivi, giusti, falsi, non importa, che guidano le azioni di un uomo. Bisognerebbe sempre, per amore di dignita', dare credito ad ogni uomo per quello che pensa o scrive.

Questa moda di sminuire le azioni di grandi uomini e' di estrema gravita' soprattutto quando questi uomini, essendo morti, non possono replicare. Ora non essendo io un esperto di storia non so se il Cattaneo piu' tardi abbia rinnegato la sua partecipazione alle cosiddette "Cinque Giornate", quello che importa dal punto di vista storico ed umano e' quello che il Cattaneo fece e penso' durante quel periodo e da quali ideali fu guidato.

Nel caso specifico siamo fortunati perche' Cattaneo scrisse un libro memorabile: "L'insurrezione di Milano" dove, oltre a descrivere i fatti espose anche il suo pensiero politico. Trovo strano che un grande giornalista non abbia letto questo libro, ch� se l'avesse letto non capisco perche' continui a travisare o a non credere a quello che lo stesso Cattaneo scrisse.

Per non tediare il lettore che ha letto il libro, ricordero' solo come per il Cattaneo la rivoluzione non potesse avere successo se non fosse scoppiata soprattutto a Roma e a Napoli, o, per far intendere quale fosse il suo pensiero, ricordero' che il libro comincia con un 'esclamazione del Tasso: "Italia e Roma!".

Ma meglio di tutto sara' se riportero' le frasi dello stesso Cattaneo sulla rivoluzione fallita; una rivoluzione che non sarebbe dovuta finire con l'autonomia del Lombardo-Veneto (!), ma avrebbe dovuto portare i confini d'Italia alle Alpi, perche' quelli erano i confini naturali dell'Italia, e solo quei confini avrebbero potuto dare la sicurezza militare al paese contro future ingerenze tedesche.

Altro che Confederazione Asburgica! Ma dove le ha lette il Montanelli queste cose? Per quel che riguarda invece la classe dirigente austriaca e quindi asburgica, il Cattaneo la considerava degna del massimo disprezzo, forse pari a quello che provava per la corte Sabauda e per le altre corti italiane che tenevano il popolo sottomesso e che tramavano con lo straniero pur di negare a questo popolo la liberta'.

Ma leggiamo quello che scrive lo stesso Cattaneo quando argomenta che la sconfitta e' pur servita a qualcosa:

"Per ultimo questa guerra diede al Piemonte e alla Sardegna il tricolore italico, ignoto ancora a quelle regioni, com'era loro ignoto l'orgoglio dell'italica nazionalita'. Il sogno dei cortigiani e dei sofisti, il sogno dell'Italia Boreale, dell'Alta Italia, dell'Italia non Italia, e' miseramente dileguato. Il Piemonte non lo deplori; era una grandezza mendace, una contraffazione della conquista austriaca; era la tunica avvelenata del centauro; poiche' cominciava con una perfidia; e sarebbe giunta in breve alla soppressione della liberta'; poscia alla guerra civile; infine al divorzio dei due popoli, odioso, sanguinoso, sempiterno. ...."

Il Cattaneo evidentemente non credeva alla possibilita' di uno Stato del Nord Italia, bensi' credeva che solo una guerra di popolo di tutta l'Italia avrebbe potuto portare insieme alla liberta' anche l'indipendenza. Il suo sogno era un'Italia republicana e federale ma indistruttibilmente unita.

" Ogni stato d'Italia deve rimanere sovrano e libero in se' ........Ogni famiglia politica deve avere il separato suo patrimonio, i suoi magistrati, le sue armi. Ma deve conferire alle communi necessita' e alle communi grandezze la debita parte; deve sedere con sovrana e libera rappresentanza nel congresso fraterno di tutta la nazione; deliberare in commune le leggi che preparano nell'intima coordinazione e uniformita' delle parti, la indistruttibile unita' e coesione del tutto...... E non vi e' grandezza, ne' forza, ne' maesta' che sia maggiore di quella dell'universa nazione. Solo l'Italia puo' parlare da eguale alla Germania, alla Francia, all' Inghilterra. L'unita' nazionale si manifesto' gia' certa in quell'istante in cui tutta Italia rispose all'invito che si commise all'ale dei venti dalla assediata Milano. Chi spereva prima dall'ora nelle armi dei Toscani? Chi li aveva attesi sul campo ove quei magnanimi giovani si diedero in sacrificio all'Italia? E i Tirolesi non disdegnarono essi le loro memorie semigermaniche per dirsi figli primigenii della vetusta Etruria, e patire piuttosto con noi che trionfare coi nostri nemici?........Giova ripetere: l'Italia non e' serva degli stranieri, ma de' suoi. L'austriaco venne in Italia, e vi puo' rimanere solamente come mercenario d'una minoranza retrograda, la quale si conosce impotente a dominare da se' la nazione."

Mi fermo qui, considerando che anche oggi ci si affida all'Europa nell'incapacita' di risolvere i problemi e per meglio dominare il popolo italiano. Ma voglio ancora consiglire a chi ama la Patria e a Montanelli e ai leghisti di andarsi a rileggere il Cattaneo. Era un federalista nel vero significato della parola, auspicava l'unione di tutti gli stati italiani, dalle Alpi alla Sicilia, ma attraverso una rivoluzione che venisse dal popolo: solo attraverso la liberta' si sarebbe pervenuti all'indipendenza.

La liberta' era il tema dominante del Cattaneo, figuriamoci quanto gli poteva importare di uno stato reazionario quanto l'Impero asburgico. Solo dei reazionari possono vedere il vecchio impero asburgico come un modello di efficienza rispettoso dei popoli sottomessi: che si leggano il Cattaneo per avere un idea della rapacita' e barbaria di quell'impero decadente. E probabilmente anche la vecchia corte dei Savoia non era poi tanto diversa da quella di Vienna. Era contro lo sfruttamento del popolo da parte di servili, cortigiani e prelati che il Cattaneo lottava.

Ed era un'Europa unita sul modello degli Stati Uniti d'America l'ideale ultimo del Cattaneo. Un'Europa dei popoli, non certo l'Europa socialreazionaria dei grandi burocrati, delle grandi famiglie, della grande finanza, non certo l' Europa che ci stanno propinando gli attuali governi.

Forse e' per questo, per non infastidare troppo i signori di oggi, come quelli di ieri, che e' piu' comodo scaricare il Cattaneo come una specie di leghista avanti coi tempi.

Pagina successiva

Sommario Pagina di copertina Commenti alla Redazione

Hosted by www.Geocities.ws

1