I MARZIANI NEL TERZO MONDO

di Eros Capostagno

"Nessun Paese potrebbe accogliere la sperimentazione del suo metodo, a meno che non sia un Paese del Terzo Mondo" , ha sprezzantemente sentenziato Rita Levi Montalcini (premio Nobel) parlando delle ricerche del prof. Di Bella.

Non nascondiamo il profondo disagio che ci provoca una simile fraseologia verso qualcuno che da quarant'anni si dedica alla cura dei disperati, all'interno di cliniche universitarie, e che forse ha il solo torto di non essere sempre in prima fila ai convegni di certa intellighenzia, e nella firma dei soliti manifesti radicalchic, ma non � di questo che vogliamo parlare.

Colpisce quel riferimento al "Terzo Mondo", e quel tono di orrore verso una condizione terzomondista che sarebbe indegna dell'Italia, e ci sorge spontanea una domanda: "Ma lei, prof.sa Levi Montalcini, in quale Mondo pensa di vivere?" (tanto per parafrasare noti maestri di giornalismo)>.

E' vero che certe persone sono troppo altezzose per occuparsi della vita terrena di tutti i giorni ma, santocielo, come si fa a non guardarsi intorno e non rendersi conto della realt� italiana attuale? Peschiamo a caso.

Il sindaco Bassolino passa per una specie di santo miracoloso che ha risanato Napoli e anzi, imperterrito afferma che ormai "Napoli � una citt� europea", incurante del fatto che da pi� di sei mesi la citt� � presidiata dall'esercito in funzione anti-delinquenza, presidio peraltro inutile visto che gli omicidi di malavita continuano ugualmente al ritmo di uno o due al giorno.
Citt� europea? Ma in quale paese il governo deve schierare in maniera permanente l'esercito in citt� se non a Medelin (Colombia) o a Durazzo, terzo mondo appunto?

Malafede di chi non vuol vedere? In parte certamente, ma non solo. Il disprezzo per la gente comune, tipico di una certa formazione culturale, e l'assuefazione a vivere nel degrado impediscono probabilmente di vedere.

La scorsa settimana Raiuno intervista un responsabile del porto di Gioia Tauro, orgogliosamente definito uno dei pi� importanti porti-containers del Mediterraneo. Alla domanda su un'eventuale presenza della n'drangheta, costui risponde fiero che "non ci sono problemi", dal momento che 300 poliziotti e carabinieri vegliano sulle attivit� portuali!

Sarebbe facile ironizzare sugli squadroni di cavalleria che proteggevano dai pellerossa i lavori di costruzione della ferrovia Topeca-Santa F�, ma sarebbe inutile. La tragedia � che, fuori da quella presunta isola felice, non esistendo in loco le infrastrutture ferroviarie che ne consentano lo smistamento, quei containers usciranno dal porto essenzialmente via camion, e saranno costretti a viaggiare sulla Salerno-Reggio Calabria, dove � noto che le merci non passano senza un accordo con le cosche locali (non ci dilunghiamo, avendone gi� ripetutamente parlato in questa rivista).

Che questo sia uno scenario europeo, non ci sembra davvero. Ci risulta viceversa che in Nigeria, uscendo in auto dall'aeroporto di Lagos, occorre preparare svariate mazzette di dollari per pagare il "pedaggio" alle ripetute pattuglie di polizia che taglieggiano gli stranieri in arrivo. Terzo Mondo, appunto.

Malafede dunque? In parte certamente, ma temiamo che di nuovo ci sia l'assuefazione ad uno stato di cose divenuto la "normalit�", che impedisce a chi ci vive in mezzo, di coglierne la mostruosit�.

Nei giorni scorsi la nebbia ha causato le solite carambole autostradali, con tutto il loro seguito di lutti e polemiche, cos� come sistematicamente accade ogni anno, senza che nulla cambi. Ancora una volta abbiamo assistito dunque alle "fiaccolate" della polizia stradale: poliziotti con le fiaccole in mano ad illuminare quei tratti di strada, come tanti antichi schiavi romani. L'ENEL e la Soc. Autostrade fanno sapere di non poter installare un'illuminazione elettrica, essendone il costo, in Italia, troppo elevato.

Ci dicono che nei villaggi del Mal� non dispongano ancora di adeguata illuminazione stradale, per penuria di risorse economiche, cosa comune nel Terzo Mondo, appunto.

Abbiamo pi� volte sottolineato su questa rivista come altri paesi europei abbiano provveduto da anni a dotarsi di fonti energetiche proprie ed economiche (nucleari, per intenderci), e possano quindi permettersi il "lusso" non solo di illuminare le autostrade nebbiose, ma di avere il riscaldamento delle case elettrico, non a gas o gasolio, eliminando quindi anche il problema dell'inquinamento atmosferico. Con buona pace dei verdi italiani.

Sapevamo che le Poste Svizzere avevano gi� aperto pi� di 150 sportelli nel Nord Italia, per sostituirsi alle inefficienti Poste Italiane. Abbiamo ora appreso come le Poste Francesi, le Poste Britanniche, le Poste Olandesi e le Poste Tedesche abbiano stipulato accordi con i pi� noti Corrieri Espressi internazionali e italiani, per affidare loro la distribuzione ai destinatari italiani della posta in partenza dai loro Paesi, essendo divenuta inaffidabile la distribuzione tramite le Poste Italiane.

Chi pensa che questa inaffidabilit� sia solo occasionale, magari nel recaito dopo due mesi di una lettera di abboccamento dei rapitori alla famiglia Soffiantini (!), e quindi non generalizzabile, sappia che i Ministeri Italiani utilizzano ormai DHL, Traco ed altri corrieri per la loro corrispondenza in partenza, non potendo fare affidamento sui servizi del Ministero delle Poste loro fratello!

Situazione da Terzo Mondo? Non sappiamo, aspettiamo che illustri Premi Nobel ce lo dicano.
Nell'attesa di una (improbabile) risposta, vorremmo scongiurare i responsabili dell'opposizione di ridare a questi temi lo spazio che avevano nei programmi del 1994, recuperandolo da quello occupato adesso dal "teatrino della politica", nel quale si sono lasciati trascinare. E di utilizzare senza remore i pochissimi media a disposizione per martellare l'opinione pubblica su questi aspetti, onde rompere quel velo di omert�, silenzio e conformismo, steso da una stampa suicida, e perch� la gente, specie al Sud, si renda conto del Medioevo in cui dei governanti irresponsabili la stanno spingendo, facendole credere che Napoli � "diventata europea" grazie all'allestimento di concerti popolari in Piazza, e trovi la forza di ribellarsi.

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