FRANZA O SPAGNA PURCHE' SE MAGNA

di Ruggero Nazareno

Sembra fosse questo un motto molto di moda nell'Italia di qualche secolo fa. Oggi, ad essere cattivi, quel motto , aggiornato con la sostituzione di Spagna con Alemagna, conserva intatto tutto il suo triste e patetico significato.

Qualche giorno fa, al termine di un'accesa discussione sulla situazione italiana, preso da un pessimismo piu' profondo del solito, chiesi al mio interlocutore cosa mai andasse bene in Italia. Vivendo entrambi all'estero era facile constatare, per paragone, lo stato di disastro amministrativo, sociale, economico, finanziario e culturale del paese.

Una burocrazia indegna di un paese europeo, ma non solo per la disorganizzazione imbecille da sottosviluppati mentali, ma anche per la cultura ottocentesca che e' ancora alla base di questa burocrazia. Indubbiamente e' difficile trovare nel resto d'Europa una burocrazia la cui arroganza e' direttamente proporzionale alla propria incapacita' ed inefficienza. Solo in Italia il cittadino e' ancora un suddito al servizio della burocrazia e dello Stato.

Questo concetto di cittadino suddito che forse poteva trovare una sua spiegazione nell'ottocento, alla nascita delle grandi burocrazie statali, ormai da decine di anni non ha piu' cittadinanza in Europa, dove e' stato sostituito dal concetto di una burocrazia al servizio del cittadino che e' soggetto dello Stato e non piu' suddito.

Vergognoso e' anche il rapporto tasse-servizi. Ma qui ci scontriamo con un altro concetto che e' ancora radicato negli Italiani, perche' se non lo fosse avrebbero gia' fatto la rivoluzione. Infatti quale popolo cosciente della propria dignita' e dei propri diritti si farebbe cosi' volgarmente derubare dei propri soldi per avere in cambio le poste, la sanita', i trasporti, la scuola piu' scalcinati d'Europa?

Questo e' possibile ancora per la mentalita' da suddito, per cui non si vede il nesso diretto tasse-servizi, ma piuttosto le tasse vengono viste come un dovere-coercizione ed i servizi come una concessione.

Cosa dire poi dello stato dell'ordine pubblico? E della magistratura? Se si potessero paragonare i processi alle pratiche evase ed i delitti risolti alla qualita' di un prodotto, una qualsiasi azienda con la stessa efficienza e qualita' della magistratura sarebbe da un pezzo fuori mercato.

Se poi passiamo alla ricerca scientifica, basta vedere qual e' il contributo italiano allo sviluppo tecnologico o piu' semplicemente il numero di pubblicazioni scientifiche in rapporto a quello degli altri paesi. Inutile dire che anche in questo campo il panorama e' desolante. Tralasciamo la cultura e la scuola dove piu' evidente e' tutta la nostra provincialita'. Eppure quello che abbiamo speso e che spendiamo tuttora per questi servizi e' paragonabile a quello che spendono gli altri stati europei. Nulla ci impedirebbe quindi di avere una situazione eccellente se non la nostra incapacita' e mentalita'.

Passando poi alla politica, ovvero alle riforme, si rimane sgomenti al pensiero che le prime picconate contro il sistema risalgono a quasi dieci anni fa, mentre Mani Pulite e' vecchia ormai di sei anni. Volendo essere particolarmente severi dovremmo dire che in tutto questo tempo al di la' dei proclami e della retorica non si e' fatto alcunch�. Ci vogliono presentare per uomini nuovi vecchi burocrati che fecero la loro fortuna con il centro- sinistra del passato, se non addirittura dei politici che sono da 50 anni in servizio permanente effettivo.

Nel frattempo il paese corre il rischio di bloccarsi, sia perche' le poche strutture che possiede stanno invecchiando per mancanza di manutenzione (non possiamo spendere perche' a causa di Maastricht dobbiamo far finta di aver risanato i conti dello Stato) mentre delle nuove strutture nemmeno se ne parla sempre per mancanza di fondi.

A questo punto fui interrotto dal mio interlocutore che con fare volutamente provocatorio comincio' a rimproverarmi delle mie velleita' di pretendere l'avvento di un'Italia che non puo' esistere, dicendo che dopotutto, pur non avendo io tutti i torti, le cose non andavano poi tanto male, che in fondo l'Ulivo aveva riportato un po' di pace sociale nel paese, e che a ben pensare l'Italia era sempre stata, o almeno lo era da qualche secolo, in queste condizioni, e che in fondo gli Italiani avevano imparato ad arrangiarsi e che l'avrebbero fatto anche in futuro.

Continuo' affermando, giustamente, che era velleitario pensare che ci potessimo comportare come gli stranieri, perche' non condividevamo certi valori che per noi sono solo di facciata, quali il senso del sociale, della comunita', dello stato. Per non parlare della liberta' e del senso di responsabilita' individuale.

Se a questi aggiungiamo anche la mancanza del sentimento nazionale e di patria, che si e' voluto in tempi passati e recenti ostinatamente eradicare dal popolo, facilmente si spiega una situazione che e' velleita' voler cambiare. In fondo si puo' vivere anche cosi'.

E' vero dissi, ma allora se non possiamo o non dobbiamo fare niente per cambiare questa situazione, se non c'e' futuro, spiegami perche' e' cosi' imperativo che debba esistere un tale paese.

Ci fu un attimo di silenzioso sgomento di fronte a questa mia domanda e poi insieme come folgorati cominciammo a capire per la prima volta le ragioni della Lega.

Pagina successiva

Sommario Pagina di copertina Commenti alla Redazione

Hosted by www.Geocities.ws

1