LETTERA DALL'EUROPA - Parte seconda
EUROFILIA

di Massimo Galanti

Quanto piu' un'idea o un progetto diventano difficili da difendere tanto piu' si ricorre alla loro esaltazione acritica. In Italia tanto piu' aumentano le conseguenze negative della corsa verso l'Euro tanto piu' aumenta l'amore viscerale per lo stesso, e tanto meno si discute delle conseguenze di una sua implementazione.

Di pari passo con la mancanza di discussione aumenta l'insofferenza verso i pochi che cercano di capire e che vengono bollati senza tanti complimenti o come ignoranti o come antieuropei, che e' quasi peggio che esser chiamati nazisti.

L'accusa di antieuropeismo equivale ormai a quella di eretico o, per rimanere piu' vicino ai tempi nostri, a quella di sporco imperialista capitalista, accusa che andava di moda quando i comunisti credevano di contare ancora qualcosa. Questa nuova Euroreligione ha assunto in Italia aspetti di vero e proprio fanatismo con comportamenti che a dire il vero non trovano il minimo riscontro negli altri paesi europei, i quali anzi trovano per lo piu' comica questa nostra posizione.

Da un sondaggio sarebbe risultato che i piu' appassionati eurofili siano proprio gli italiani che, guarda caso, sembrano essere anche i piu' ignoranti al riguardo delle questioni europee includendo in queste anche lo stesso Euro.

Il risultato del sondaggio e' stato commentato con sarcasmo da alcuni giornali europei che hanno messo in risalto la buffa contraddizione. In pratica quel che hanno voluto dire questi giornali e' che meno ne sappiamo piu' fanaticamente vogliamo da subito entrare a far dell'Europa della moneta unica. Che questo sia vero per il popolo italcomunista non meraviglia poi piu' di tanto, essendo costoro abituati da sempre ad accettare senza discutere qualsiasi imbonimento da parte del Partito.

Che pero' questa Euroepidemia abbia contagiato anche gran parte degli altri Italiani, dispiace non poco, anche perche' e' il segno piu' evidente della propaganda di un regime che avanza. Comunque vera o falsa che sia la notizia del sondaggio rimane il fatto che i giornali stranieri hanno immediatamente colto l'occasione per far dell'ironia sul nostro europeismo.

E di questo esser presi da oggetto di lazzi dobbiamo ringraziare il nostro governo. Infatti non e' chiara la necessita' di dover passare continuamnte e penosamnte per postulanti quando eventualmente l'entrare in Europa, se avremo le carte in regola, sara' un nostro diritto.

C'e' da chiedersi a cosa serva questa angoscia giornaliera con cui, come amanti insicuri, andiamo dietro al minimo movimento di labbra di coloro che si suppone posseggano le chiavi della nostra felicita'. Siamo dentro, siamo fuori, ci han detto di si', ci han detto di no! Sembra piu' il m'ama, non m'ama di un innamorato ansioso, che non il comportamento della classe dirigente di quello che dovrebbe essere, anzi lo e' ancora, forse per poco, la quinta potenza economica del mondo.

Si offre ai giornali stranieri lo spunto per ridere su Prodi perche' da un po' di tempo, piu' che a pregare il Signore, sembra intento a rivolgere le sue umili preghiere al Cancelliere tedesco. Cosi' almeno viene disegnato Prodi dal giornale "The Economist": inginocchiato in preghiera davanti alla bandiera europea. Nell'articolo poi vien detto esplicitamente che le preghiere sono rivolte al Cancelliere.

Sara' pure una cattiveria giornalistica straniera, ma il fatto e' che di un Prodi supplicante ormai se ne sono accorti tutti. Gli olandesi, con il supporto della stampa tedesca, ci offendono, poi smentiscono. In tutti i casi la nostra reazione e' debole. La mancanza di orgoglio e' patetica, ed umiliante per il paese.

Tutto queste umiliazioni non sono necessarie, si puo' benissimo lavorare in silenzio e dignita' ed aspettare fiduciosi il momento in cui noi con i nostri partners decideremo chi fara' parte dell'Euro. Gli altri paesi cosi' fanno, sapendo che la partecipazione all'Euro dipendera' soprattutto da loro stessi e non da favori malvolentieri concessi da qualche piu' potente vicino. Il volersi esporre continuamente alle offese dei nostri partners puo' avere solo una causale di politica interna.

Infatti il fine di questa farsa e' quello di convincere gli Italiani, non con i fatti, ma con le parole di elogio strappate a qualche straniero educato, che il governo sta operando miracoli. Il gioco, oltre che idiota, e' anche un po' pericoloso, perche' e' chiaro, come e' stato rimarcato dalla stampa straniera, che gli Italiani si aspettano dall'Euro, come da ogni religione che si rispetti, la salvezza o perlomeno dei grandi miracoli.

Se questo non dovesse accadere, come infatti non accadra', come sanno benissimo gli europei al di la' delle Alpi, Prodi e compagni potrebbero essere messi dagli Italiani inferociti sopra i carboni ardenti. Come e' evidente il "tiriamo a campare" di andreottiana memoria e' ancora la massima filosofia di molti politici Italiani. Finche' la barca va, per il poi troveremo una qualche soluzione.

Per ora con la scusa dell'Europa il governo regge. Ma nessuno sa bene quali saranno invece le conseguenze dell'Euro. Eppure basterebbe interpretare coraggiosamente quello che e' gia' sotto gli occhi di tutti. La ricetta di Maastricht finora ha prodotto recessione, o almeno una crescita lenta, ma soprattutto disoccupazione. E siccome le direttive economiche di Maastricht continueranno ad essere valide anche con l'introduzione dell'Euro, com'e' naturale, anche se il nostro governo lascia intendere che una volta entrati tutto cambiera', non si vede come la situazione non possa non andare avanti come adesso se non peggio di adesso.

Infatti l'eccessiva disoccupazione e' imputabile alla rigidita' economica dovuta alla politica di controllo dell'inflazione unita a cambi fissi e ad una rigidita' del mercato del lavoro e dei salari che e' tipicamente europea ed in particolare italiana. Con il controllo dell'economia e della finanza in mano ai burocrati europei la situazione non potra' altro che peggiorare. Finora l'Italia ha potuto rimediare alla rigidita' del mercato del lavoro, alla mancanza di strutture, alla scarsa innovazione tecnologica, giocando sull'inflazione e sui cambi. Quando queste due leve di comando sfuggiranno dalle mani del nostro governo, l'unica cosa che rimarra' sara' la possibilita' di cercare una maggiore flessibilita' dei salari e del mercato del lavoro.

La qual cosa e' comunque da escludere finche' avremo questi sindacati e Bertinotti al Governo. In altre parole l'Euro ed i compagni, e coloro che li seguono, potrebbero portare il paese al disastro. Bisognerebbe veramente cominciare ad affrontare queste tematiche. Forse varrebbe la pena di smettere di pensare al proprio piccolo tornaconto politico e cominciare a pensare in termini di interesse della Nazione. Ma mi rendo ben conto di quanto questo sia ostico per il modo di pensare di molti.

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