LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO

di Tito Livio

E' noto che il Presidente della Repubblica, nel suo discorso televisivo di fine d'anno, ha censurato il comportamento di quei "rozzi collaboratori" che minacciavano e spedivano in galera gli interrogati di Tangentopoli, per estorcere confessioni, definendo tale pratica come "inammissibile tortura", non contemplata nel nostro ordinamento giuridico.

Tutti i principali commentatori hanno rilevato come Scalfaro abbia tentato di chiudere la porta della stalla dopo essersi assicurato che quasi tutti i buoi (tutti tranne Previti e Squillante) fossero gi� scappati, non avendo trovato il coraggio o la libert� di farlo a tempo debito, quando cio� sarebbe stato pi� utile, in particolare per qualcuno di quei 23 morti "suicidati" per vicende legate a Tangentopoli.

Di fronte a un fenomeno cos� imponente e di tale mostruosa gravit�, � passata inosservata un'altra frase del discorso del Presidente: "...la democrazia si misura su quanti cittadini se ne interessano...!"

Cosa il Presidente avesse in mente non � chiaro, data la consuetudine a parlare con crittografica retorica, tuttavia noi non possiamo non pensare alle ultime due tornate elettorali, quelle cio� avvenute sotto il regime dell'Ulivo.

Come noto, le percentuali dei votanti sono scese progressivamente a livelli molto bassi, mai registrati prima in Italia, e non giustificati dalla sola introduzione del doppio turno, sgradita ai pi�.

Abbiamo detto "come noto", ma in realt� non sappiamo quanto noto, visto che le percentuali dei votanti e degli astenuti sono divenute dati alquanto misteriosi negli ultimi tempi, cui viene data una scarsa diffusione da TV e giornali.

Stando alla (giusta) affermazione di Scalfaro, dovremmo quindi concludere che la democrazia sia in qualche modo diminuita negli ultimi tempi, vista la diminuzione del numero di cittadini che se ne interessano.

Di fronte a questa conclusione (di cui noi siamo perfettamente convinti) tuttavia, vorremmo sapere come essa si concilia con l'altra affermazione del Presidente, contenuta nella parte del suo discorso dedicata all'elogio dell'Ulivo: "...c'� una stabilit� della democrazia..., con la quale Egli intendeva evidentemente negare a priori questa conclusione.

Dunque, secondo il Presidente, il Governo dell'Ulivo avrebbe mantenuto stabile la democrazia in Italia, anche se a giudicare dall'interesse degli elettori, sembrerebbe che ne abbia abbassato il livello.

Nella sua lunga carriera politica, il Presidente Scalfaro ci ha abituato a certe incongruenze e perci� non ce ne scandalizziamo.
Quello che rileviamo � che, nel giro di due anni, si � passati da un generale slancio di vivo interesse per la politica e addirittura di impegno personale, conseguenti alla novit� portata dall'avvento di Berlusconi, a una forma di sonnolento disinteresse, per non dire fastidio, accompagnato da una generale carenza di informazione e attenzione.

Non ci si venga ipocritamente a dire che � un fenomeno fisiologico, legato alla stabilit� democratica, come avviene in Paesi tipo Svizzera, Regno Unito o Stati Uniti. Ipocritamente, perch� � noto che in questi Paesi l'astensionismo � sempre esistito, non essendo mai stato messo in discussione il tipo di "sistema", qualunque partito avesse vinto le elezioni, a differenza di Francia e soprattutto Italia, condizionate da forti partiti comunisti filosovietici, e perch� � altrettanto noto che tutto c'� in Italia tranne che la stabilit� politica e sociale, essendo la maggioranza di governo minoritaria nel Paese, ed i problemi sociali pi� acuti che mai.

Vorremmo sapere dal Presidente Scalfaro a quale"misura della Democrazia" pensava, quando invent� in tutta urgenza la par condicio per mettere la sordina all'informazione politica in TV, abolendola poi una volta consolidato il ribaltone.

Vorremmo sapere dal Presidente Scalfaro come "misurare la democrazia", quando i dirigenti dell'Ulivo hanno abolito la campagna elettorale, decidendo che i loro candidati (sindaci e senatori) non partecipassero a pubblici contraddittori con gli avversari, onde non dare a questi alcuna possibilit� di esprimersi, ed ai loro l'imbarazzo di mostrarsi come realmente sono.

Vorremmo sapere come il Presidente Scalfaro misura la democrazia negli articoli di illustri direttori di quotidiani (che si autodefiniscono indipendenti e non di parte) i quali, il giorno delle elezioni invitano gli elettori del Polo a non recarsi alle urne, visto che tanto non hanno alcuna possibilit� di vittoria... (v. Regimi, sponsors e piaggiatori nel N. 26).

Insomma, cos� come per la Giustizia, anche nel campo della partecipazione democratica (leggi: informazione e occupazione totalitaria dello Stato) abbiamo l'impressione che, invece di prendere precauzioni prima, il Presidente ritenga pi� comodo (tanto non costa niente) ricorrere alla "pillola del giorno dopo".

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