REGIMI, SPONSORS E PIAGGIATORI

di Massimo Galanti

PARTE PRIMA: I regimi possono crollare anche senza un' opposizione interna

Per quanti salti logici si possano fare non e' credibile la tesi che il governo dell' Ulivo sia qualcosa di nuovo, un originale frutto della nuova Italia. Infatti quello che manca e' proprio la nuova Italia. Se analizziamo le cose da un punto di vista elitario, e' facile rendersi conto che i grandi protagonisti della vita economico-finanziaria del paese sono sempre gli stessi.

Non e' cambiata la struttura del sistema di potere economico-finanziario che rimane ancora saldamente nelle mani di poche grandi famiglie in rapporto d'affari fra di loro. Come abbiamo fatto notare in precedenti articoli, anche le privatizzazioni non hanno alterato questo quadro.

Questa struttura affaristico-famigliare, le cui origini possono farsi risalire addirittura agli anni prima della guerra, non si limita al controllo del solo settore economico del paese ma investe anche la grande stampa nazionale.

Tutta la classe politica e' stata verosimilmente finanziata dalla medesima struttura, anche se Mani Pulite si e' stranamente limitata a perseguire principalmente il PSI ed il solo gruppo Ferruzzi-Montedison, oggi anche lui saldamente nelle mani della cosiddetta Galassia del Nord, nome con cui tale incredibile centro di potere viene talvolta chiamato.

La grande stampa e' "obiettivamente" (come si usa dire fra gli intellettuali di sinistra), pur tenendo conto di rarissimi onesti commentatori politici, completamente schiacciata sulle posizioni del governo dell'Ulivo. Talvolta tale appoggio e' talmente subdolo che e' difficile non pensare a qualcosa di creato a tavolino. Non puo' essere un caso, ad esempio, che in occasione di importanti competizioni elettorali, improvvisamante sulla grande stampa eplodano casi giudiziari che gettano ombre di sospetto sul Polo e sul suo leader. Anche in occasione di una recentissima visita del PM Caselli a Prodi, dove sembra si sia parlato di Mafia, i giornali ipocritamente hanno tenuto a precisare che "non" si e' parlato di Berlusconi, dando quasi ad intendere che quando si parla di Mafia, Berlusconi e' in qualche modo implicato.

Alla vigilia di questa tornata elettorale, talmente palese e' l'invito che i quotidiani rivolgono agli elettori di destra a non andare a votare, che c'e' da sperare che tale invito sortisca l'effetto contrario. Infatti il Polo viene dato in totale disfacimento, mentre vergognoso e' l'elogio per alcuni sindaci dell' Ulivo, che non solo non hanno fatto niente per le loro citta', ma addirittura le hanno ridotte, almeno Roma che ho visitato ultimamente, in un tale stato di abbandono, da farla assomigliare piu' alla capitale di un paese in via di sviluppo che non ad una citta' europea.

Il guaio e' che bisogna venirci dall'estero per rendersene conto. Ma per i giornali del regime, Rutelli e compagnia non solo sono il meglio che si possa avere ma addirittura fanno ben sperare per il futuro del Paese. Dei candidati del Polo, il piu' delle volte definiti quasi impresentabili, non si conosce nemmeno il nome. Nemmeno un confronto televisivo, una conferenza stampa, siamo ormai a livelli di ex-stati comunisti, dove il confronto fra opposti candidati politici non era nemmeno concepibile. L'insistere anche a poche ore dal voto sull'imminente sfascio del Polo e sulla vittoria epocale dei sindaci dell'Ulivo, serve soprattutto a convincre gli elettori del Polo sull'inutilita' di andare a votare, in modo che una vittoria degli ulivisti al primo turno possa impedire l'inevitabile confronto fra i candidati rimasti in gara.

Anche Di Pietro si e' sistematicamente sottratto al confronto senza che nessun giornalista abbia trovato alcunche' da ridire. Se questo non e' regime poco ci manca.

Ma tornando all'argomento originario di quest'articolo, e' facile dimostrare che il progetto dell' Ulivo e' un progetto di lunga data che si realizza per la prima volta, non a caso, con il governo Ciampi e, attraverso Dini, dopo l'infortunio imprevisto della vittoria del Polo, si consolida con il governo Prodi.

A voler semplificare, consiste originariamente nella sostituzione dei socialisti di Craxi, troppo indipendenti ed avidi di potere, con gli ex-comunisti del Pds, che anche nella cosiddetta prima repubblica avevano gia' dato prova di grande affidabilita'. Il primo tentativo di inglobare i comunisti nella maggioranza era stato fatto addirittura da Andreotti, e doveva servire come banco di prova per il Grande Compromesso Storico. Il tentativo falli' per l'incapacita' dei comunisti di accettare L'Europa: ironia della sorte quel governo cadde proprio sul predecessore dell'Euro, il cosiddetto Serpente Monetario Europeo.

L'ascesa poi di Craxi con il tentativo di portare un'Italia convinta e sicura nell'alveo delle democrazie compiute di stampo occidentale, frustro' per il momento i sogni dei vari terzomondisti nemici di un sistema economico-sociale basato su competivita' e libero mercato. Sappiamo poi come ando' a finire. Eliminato Craxi il vecchio progetto poteva riprendere fiato e sarebbe riuscito se non ci fosse stato l'intervento di Berlusconi a rompere le uova nel paniere.

L' Economist dell' 8 Novembre in un articolo sull'Italia, dove tra l'altro "mai" e' scritto che con un governo stabile l'Italia sopravanzerebbe addirittura la Germania, balla inventata di sanapianta dai soliti piaggiatori e ripresa in televisione da Marini, afferma invece che: "Despite its prosperity, Italy has never quite managed to be taken seriously as an advanced market economy and democratic state". Lo stesso articolo tra l'altro denuncia che piu' che alle misure prese dal governo, che, come si sa, non sono strutturali, la nostra entrata eventuale in Europa sara' dovuta principalmente alle sopravvenute difficolta' di Germania e Francia.

E' triste che una qualche analisi critica sulla situazione italiana si possa trovare solo leggendo la stampa straniera. Ma le classi dirigenti italiane non hanno mai amato la competizione, e quindi ne' la democrazia ne' il libero mercato, e sembra abbiano paura di doversi confrontare con una forte opposizione. Da qui gli sforzi dei media per presentare l'opposizione come una nave allo sbando. L'ideale, come quando l'unica opposizione era esercitata dal partito di Almirante, sarebbe un'opposizione rappresentata da Bertinotti e Rauti.

I padroni ed i loro piaggiatori dovrebbero meditare pero' sul fatto che l'Unione Sovietica e' crollata pur non avendo mai avuto una vera opposizione: e' stata sufficiente la sua incapacita' di sviluppare una sana economia. Una economia talmente malata che poteva essere lodata e presa ad esempio solo da politici, economisti ed intellettuali nostrani. Ricordate l'esaltazione della programmazione e dei piani quinquennali?

Aver chiamato a governare per rimediare ai guai del passato quegli stessi personaggi che di quei guai sono stati i principali responsabili, non fa ben sperare per le sorti del paese. Ma non fa ben sperare nemmeno per la sopravvivenza di quella grande borghesia che del motto de "Il Gattopardo"* ha fatto la sua bandiera. Talvolta per rovesciare un regime non serve un'opposizione, i regimi, prima o poi, cadono anche per i loro stessi demeriti. Bisogna aver fede: l'Ulivo ed i suoi predecessori governano gia' da piu' di trent'anni.

* Cambiare tutto per non cambiare niente.

PARTE SECONDA: I candidati del Polo non sono all'altezza.
In nome della popolardemocrazia lo hanno deciso i portavoce del regime.

A conferma di questo articolo, scritto sabato 15 novembre, leggo oggi (domenica 16 novembre) un vergognoso editoriale di Bortoli, naturalmente sul Corriere, che si traduce implicitamente in un elogio dei sindaci appoggiati dall'Ulivo, ed in un invito a non andare a votare rivolto ai possibili elettori del Polo.

L'articolo si sofferma sulla sicura affermazione dei sindaci uscenti, sull'inconsistenza dell'opposizione, e sulla scarsa notorieta' dei candidati del Polo di cui non si conoscono nemmeno i nomi, e che infatti Bortoli si guarda bene dal nominare. Per completare l'opera, lo stesso giornale a pagina 9 presenta i candidati, senza menzionare le liste di appartenenza, per cui da una parte si trovano i sindaci uscenti dell'Ulivo, supernoti e glorificati, dall'altra una serie di candidati di cui non si sa nemmeno a quale coalizione appartengono.

Ma tornando all' articolo del Bortoli, vorrei precisare perche' lo ritengo vergognoso. Diro' subito che non lo ritengo tale per la sfacciata propaganda dell'Ulivo nel giorno in cui ci si dovrebbe astenere dal fare propaganda in quanto giornata dedicata alla riflessione e quindi al voto. Ma e' il modo ipocrita e subdolo con cui questa propaganda viene svolta che ritengo oltremodo offensivo per chi compra il Corriere considerandolo un giornale al di sopra delle parti. In altre parole se Bortoli avesse detto onestamente: Votate Ulivo perche' io tifo Ulivo, non vi avrei trovato nulla da ridire. Ma per obbiettivita' ecco alcuni esempi della prosa del Bortoli.

"Non sara' improprio percio', se le previsioni saranno rispettate, leggere i risultati come UNA CONFERMA DELL' OPERATO DEL GOVERNO PRODI" "Rutelli a Roma, Bassolino a Napoli e Cacciari a Venezia, HANNO CERTAMENTE MERITI..." - "Corrono un rischio (ndr: i candidati di cui sopra)...:DI VINCERE SUBITO" - "Un'imperfetta legge elettorale, la cui riforma e' stata COLPEVOLMENTE OSTACOLATA DALL'OPPOSIZIONE....." - "Non si erano mai visti candidati (ndr: i sindaci dell'Ulivo) che avessero paura di RICEVERE TROPPI VOTI" - "...favoriti anche dall'INCONSISTENZA DELL'OPPOSIZIONE)" - "Insomma la vittoria del partito dei sindaci sembra SCONTATA,..." - "..l'assenza di opposizione forte e candidati di cui a stento ci si ricorda il nome..." - "Qualche elettore potrebbe sentirsi preda di una spiacevole sensazione, come se il proprio voto fosse A PERDERE" - "Senza una VERA OPPOSIZIONE, il bipolarismo e' una funzione scenica" - "Il centrodestra ha TUTTE LE COLPE (ndr: non alcune, la maggior parte,no, proprio TUTTE) per aver contribuito a creare la "desertificazione della politica": non e' stato in grado di presentare ovunque CANDIDATI ALL"ALTEZZA" - "...e questo non puo' che accrescere una sensazione di disagio, di vuoto, di INUTILITA' DEL VOTO di oggi in molti suoi sostenitori (ndr:del Polo)"

Dietro l'ipocrisia di una difesa dell'alternanza, l'invito e' piu' che chiaro: elettori del Polo e' inutile che andiate a votare, tanto i candidati del Polo fanno pena, il Polo e' allo sfascio, e Rutelli, Bassolino e Cacciari hanno fatto tanto bene da vincere sicuramente al primo turno in un tripudio di popolo.

Un'ultima piccola nota: i candidati del Polo sono poco noti perche' la grande stampa ha fatto di tutto per mantenerli tali.
Nei paesi democratici occidentali la stampa avrebbe fatto di tutto per far conoscere i vari candidati agli elettori. Soprattutto avrebbe promosso dei confronti diretti fra i sindaci ed i maggiori sfidanti.

Una vera grande stampa democratica avrebbe poi incalzato i sindaci uscenti sulle cose fatte, su quelle non fatte, sulle promesse non mantenute e su quelle future. La stampa italiana invece si e' solo preoccupata che a vincere fossero i candidati ufficiali del regime.

Proprio come succedeva nei paesi del socialismo reale. Mi rendo conto che sperare in una stampa seria, democratica ed indipendente in Italia e' come sognare ad occhi aperti.
Pretese ingenue di chi vive all'estero.

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