BUON NATALE!
Cari amici de "L'ITALIA",
eccoci già per la seconda volta insieme per scambiarci gli auguri di fine d'anno. Un anno che si chiude per noi con la soddisfazione di essere riusciti a mantenere l'impegno preso con noi stessi e con voi per alimentare questa voce che giunge da lontano.

Una voce nel deserto oseremmo dire, visto l'inaridimento e la desolazione cui diciotto mesi di governo dell'Ulivo hanno ridotto il Paese.

Desolazione che si ritrova in tanti aspetti della vita quotidiana, dallo squallore delle vicende che emanano dal degrado di certe periferie al dilagare della criminalità nostrana e d'importazione, che un Governo impotente tenta goffamente di mascherare, magari sfogandosi sui pochi albanesi onesti rimasti a disposizione delle Autorità.

Certo, sappiamo che governanti e magistrati sono impegnati a tempo pieno su altri più impegnativi dossiers, per potersi occupare di queste cose, e nemmeno il lezzo del letame degli allevatori riesce a distrarli, se non per furiose reazioni di fastidio. In compenso possiamo essere contenti e soddisfatti, vista la soddisfazione con cui la settimana scorsa quella nota personalità ci ha fatto sapere che "negli ultimissimi anni i sequestri di persona sono scesi da 29 a soli 9 l'anno..."

Deserto anche pericoloso, vista la strategia messa in atto dalla nomenklatura per impaurire le voci non allineate, con l'uso sistematico e a colpo sicuro della denuncia all'autorità giudiziaria (versione moderna del trattamento riservato ai dissidenti dai maestri ispiratori di tale nomenklatura) e con l'uso della censura "spontanea" ad opera di Comitati "spontanei" di colleghi, come ha ben potuto sperimentare Vittorio Feltri al Gazzettino.

In questo deserto, avevamo avuto la tentazione di commissionare al nostro Calogero una vignetta con un Ulivo spennacchiato e Babbo Natale nell'atto di scivolare sulle olive sparse in terra (come ci suggeriva la cronaca degli olivicultori di Puglia), per rappresentare i nostri sentimenti assai meglio dell'immagine festosa che abbiamo poi scelto per questo editoriale.

In effetti, non ostante l'evidenza quotidiana e l'apparente rassegnazione della gente indurrebbe sentimenti di rabbia e disperazione per le sorti del Paese, riteniamo che la maggioranza degli Italiani abbia coscienza, o stia ritrovando coscienza, del baratro in cui l'Italia è precipitata e stia ritrovando la forza per scrollarsi di dosso i propri affossatori.

Vogliamo interpetrare così le voci che in quest'ultima parte dell'anno si stanno levando contro il sopruso, dagli allevatori agli olivicultori, dagli studenti ai commercianti, dai trasportatori agli imprenditori ai lavoratori di tante categorie. Certo ci piacerebbe che si levassero anche le voci di tanti giornalisti, anche di quelli che opportunisticamente stanno nel coro perché "tengono famiglia...".

Da parte nostra, noi che giornalisti non siamo, assicuriamo i nostri amici e lettori che continueremo ad onorare il nostro impegno alla "dissidenza", presentando ogni due settimane l'opinione di chi vuolemantenere viva, non ostante i brutti chiari di luna, la speranza e la dignità, nonché la fierezza di essere Italiani in Europa.

Ringraziamo quanti ci hanno seguito in questi ventotto numeri, ed in particolare quanti ci hanno manifestato il loro apprezzamento e fatto pervenire contributi da pubblicare, e rinnoviamo l'invito a collaborare a quanti si riconoscono nella linea della rivista.

In occasione delle festività di fine anno, La Redazione si concede un turno di riposo: il prossimo numero uscirà quindi a metà gennaio. A tutti i lettori, i migliori auguri di BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO dalla Redazione de L'ITALIA.

Eros & Massimo

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