UN RISCHIO GRANDISSIMO

di Massimo Galanti

Sembra che Cesare Romiti, durante un convegno della Compagnia delle Opere, abbia affermato che il governo, dal momento del suo insediamento, ha scelto una strada di "grandissimo rischio" per il paese. Questo almeno e' quanto abbiamo letto sui giornali.

Dovremmo sentirci orgogliosi che un grande protagonista dell'economia italiana ed internazionale, quale e' Cesare Romiti, confermi quello che noi, da dilettanti del giornalismo e dell'economia, stiamo scrivendo da un anno sul nostro giornale telematico. Ma e' difficile godere di questo orgoglio pensando al drammatico futuro che si prospetta per l' Italia.

Come abbiamo piu' volte stigmatizzato, il disastro verso cui sta correndo il paese e' dovuto in parte anche alla stragrande maggioranza dei mezzi d'informazione, sfacciatamente di parte, che si prestano a fare da cassa di risonanza alle sparate propagandistiche del governo, vuoi per interessi economici e di potere, vuoi per una preparazione culturale che privilegia la fede ideologica piuttosto che la verifica obbiettiva dei fatti e dei numeri.

Ed i numeri, che ancora una volta siamo costretti a registrare e divulgare, parlano di una crescita del Prodotto interno lordo "negativa" , ovvero siamo a "meno" 0,5% su base "annuale". Per gli ultimi tre mesi si registra addirittura un -1,2%. Questi sono i numeri che contano, e questi numeri spiegano abbondantemente i risultati dell' inflazione cosi' pomposamente sbandierati dal Governo, e soprattutto dalla stampa e dalla televisione di Stato. In altre parole l'inflazione, al di la' comunque delle manipolazioni statistiche, diminuisce perche' siamo in piena recessione.

In un anno di vita il Governo Prodi e' riuscito a distruggere lo 0.5% della ricchezza del paese. Come possa risanarsi un paese diventando piu' povero e' uno di quei miracoli intellettuali di cui possono essere protagonisti solo gli economisti dell' Ulivo. E' come dire ad una famiglia piena di debiti che per risanarsi deve guadagnare di meno. Casomai bisognerebbe spendere di meno e guadagnare di piu', ovvero il contrario di quanto sta facendo il governo.

Tutto questo avviene mentre l'OECD, Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica, prevede che nel 1997 l'economia dei paesi membri crescera' del 3%, con l'Italia buon ultima con un modesto 1%. Ma anche questo pessimo risultato e' messo in dubbio dall'andamento dei primi mesi del 1997, che fanno registrare appunto una crescita negativa. Giova qui ripetere che le previsioni per l'Italia, fino all'avvento del governo Prodi, erano di una crescita in linea con quella degli altri paesi.

Prodi, che oramai lascia tutti di stucco con le sue risposte, non si e' smentito nemmeno in questa occasione. Sembra infatti che alle affermazioni di Romiti abbia risposto che si, si e' dovuto rischiare, ma alla fine e' andata bene. Con questa strana risposta forse ha voluto dire che grazie alla sua politica potremo entrare a far parte del gruppo di quei paesi che aderiranno all' EURO fin dalla prima fase. Peccato che ormai a credere a questa favola sia rimasto solo Prodi, qualcuno del suo governo e la grande stampa che lo sostiene.

Come riportato in altra pagina di questo numero, se Prodi, Dini e Ciampi, detti anche i "tre" dell' Apocalisse, fossero entrati, in occasione della loro visita ad Amsterdam, in una qualsiasi filiale dell'ABN-AMRO, avrebbero potuto rendersi conto, che una delle piu' importanti Banche europee e mondiali, informava i suoi clienti, mediante opuscolo omaggio, che l'Italia non solo non avrebbe fatto parte dell' EURO, ma non era nemmeno chiaro quando ne sarebbe entrata a far parte. Se questa previsione diventasse realta', come afferma Romiti, per l' Italia, impreparata ad una simile eventualita', sarebbe a dir poco drammatico.

Purtroppo l' ottimismo di facciata o la colpevole leggerezza, di questo governo non fanno nulla sperare.

Il caso Somalia

L'incoscienza e lo stato confusionale in cui versa il nostro governo risulta ancora piu' evidente se si esce dalla sfera economica e si vanno ad analizzare altri episodi che stanno caratterizzando quest'inizio di secondo anno dell' era prodiana.

Alcuni italiani e gran parte della stampa si stanno esibendo in due degli sport italioti preferiti, uno quello di sputare contro vento ad altezza di faccia e l'altro, quello di colpire alle spalle il proprio esercito impegnato in missioni all'estero. Di fronte a tanti attacchi ingiusti ed anche ignobili, ci saremmo aspettati, ingenuamente, una parola chiara e forte del governo in difesa di quelle che sono anche le "sue" Forze Armate. Invece siamo costretti a registrare che mentre anche una parte della maggioranza si sta dedicando con passione agli sport di cui sopra, il governo reagisce con timidezza ed imbarazzo.

Solo grazie ad un voto del Polo delle Liberta' si e' potuto votare in Parlamento, contro una parte della maggioranza, una mozione di fiducia nelle Forze Armate. Ne' possiamo dimenticare che e' grazie al Polo delle Liberta' che e' potuta partire quella missione in Albania, in cui e' impegata anche la "Folgore", per cui oggi Prodi puo' ricevere gli encomi di Clinton.

E' inutile ripetere che chiunque abbia commesso atti contro la legge o anche solo contro l'onore militare, deve essere esemplarmente punito, ma e' anche vero che il governo ha il dovere di difendere il proprio esercito da attacchi generalizzati che possano incrinarne il morale e l'efficienza specie se impegnato in difficili operazioni militari fuori dai confini della Patria.

Non possiamo dimenticare d'altronde che una parte della matrice culturale di questo governo ha sempre tenuto in massimo disprezzo le istituzioni militari nazionali.

Le aspettative

Non possiamo che concludere che questo governo dopo aver provocato danni forse irreparabili all'economia, dopo non aver fatto nulla per combattere gli inviti alla divisione nazionale, senza parlare del nulla in fatto di lotta ad una criminalita' sempre piu' forte e sfacciata, e' riuscito ora a creare un fortissimo malcontento anche nelle Forze Armate.

In mezzo a tutta questa desolazione registriamo sgomenti che Veltroni si sta occupando seriamente delle sorti della canzonetta italiana, per cui sembra che il governo stia per stanziare 25 miliardi: "Corriere della Sera" 22-6-1997, pagina 26, Spettacoli, titolo in corpo grosso a sei colonne.

Al peggio non c'e' mai fine.

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