L'ITALIA NELLA MONETA UNICA

"Andremo ad Amsterdam a testa alta!" ha detto Prodi prima del vertice europeo "per gli sforzi che abbiamo fatto nel portare il nostro Paese al traguardo di Maastricht".

Bene. Ci rallegriamo che Prodi circoli per Amsterdam a testa alta. Almeno lui, visto che proprio in quei giorni noi ci sentivamo spinti a circolare a capo un po' pi� chino.

Il giorno prima infatti, entrando presso un'agenzia della ABN-AMRO, la pi� importante banca olandese e una delle prime cinque al mondo, abbiamo avuto il piacere di trovare una interessante brochure, fresca di stampa, anzi, stampata proprio in occasione del vertice europeo, in cui la banca spiega ai propri clienti cos'� la moneta unica (EURO), come si inserisce nel contesto politico europeo, e quali (benefici) effetti avr� nella vita pratica dei cittadini e delle imprese.

Visto che in Italia nessuno si era ancora premurato di spiegarcelo, ci siamo immersi nella agevole (a parte la lingua) lettura dei vari capitoli, semplici e chiari.
Finch� siamo arrivati a quello riguardante i Paesi che ne faranno parte, che riteniamo opportuno riprodurre qui a fianco nella sua parte essenziale, unitamente alla traduzione. Dopo aver menzionato la Gran Bretagna e la Danimarca che, bench� in linea con i criteri di ingresso, per loro libera scelta non intendono entrare nell'EURO al primo turno, la brochure spiega:

"Si pensa che del gruppo di testa faranno parte: Germania, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo e probabilmente anche Austria, Irlanda e Finlandia. Pure il Portogallo ha buone possibilit� e forse anche la Spagna. La lista con i Paesi partecipanti sar� definitivamente fissata ad inizio maggio 1998, sulla base dei risultati relativi al prodotto interno lordo nel 1997 e delle attese per il 1998 e 1999.

I paesi che non saranno in grado di parteciparvi subito, come per esempio la Grecia, potranno entrarvi in una fase successiva, semprech� rispettino i criteri di ingresso."

E l'Italia? Nessuna traccia. Di certo non � menzionata tra i Paesi "sicuri" e nemmeno tra quelli con "buone possibilit�": non � una novit� che i governanti di Germania e Olanda temono l'impatto negativo che una prospettiva di partecipazione dell'Italia all'avvio della moneta unica pu� avere sulle loro opinioni pubbliche.

Per chi si illudesse ancora di trattamenti di favore, o di criteri non ragionieristici, il Paese che � Presidente di turno dell'Unione Europea rimette tutti con i piedi per terra.

E se questo non fosse bastato a farci chinare il capo, a darci una mano ci hanno pensato gli autonomi venuti ad Amsterdam per manifestare contro l'Euro, in occasione del vertice.
Ci riferiamo ai leoncavallini milanesi & affini che, venuti ad Amsterdam a "testa bassa", sono riusciti a provocare danni alla citt� stimati intorno a tre miliardi e mezzo di lire, oltre alla distruzione di un treno.

Quali fossero le intenzioni di questa brava gente, era forse possibile dedurlo gi� al momento della partenza, vista la gazzarra inscenata alla Stazione Centrale di Milano quando le FS rifiutarono di mettere a loro disposizione due treni per la "trasferta" gratuitamente.

Quello che � interessante � che, non solo questi problemi "economici" con le Ferrovie dello Stato sono stati immediatamente risolti da Rifondazione Comunista che ha offerto una garanzia di 160 milioni ma, una volta compiuto il sacco di Amsterdam e finiti circa in duecento in mano alla locale polizia, certi senatori di RC si sono premurati di tempestare di telefonate le rappresentanze diplomatiche italiane in loco, per avere notizie e domandare assistenza per i loro figli e figliocci.

Finalmente sappiamo per quali nobili cause dovremmo devolvere l'8 per mille per il finanziamento dei partiti!

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