LETTERA DALL'EUROPA

di Massimo Galanti

Un anno di governo Prodi

Un anno fa l'Ulivo, in seguito ad un'abile strategia inventata da D'Alema e grazie all'entusiastico supporto di gran parte dei mezzi d'informazione nazionali, riusciva a riprendersi quel potere che aveva perso per una brevissima stagione a causa della imprevista entrata in campo di Berlusconi.

La strategia consisteva soprattutto nel far credere che una coalizione formata per quasi il 90% da ex-comunisti, comunisti, democristiani di sinistra e verdi, e che aveva il supporto incondizionato della triplice sindacale, avrebbe condotto una politica di stampo moderato.

Lo specchietto per le allodole era composto da Prodi, Maccanico, Dini e Ciampi. I primi tre forse rappresentano il 10% del corpo elettorale, l' ultimo, Ciampi, dell'assenso del corpo elettorale nemmeno si preoccupa. Il vecchio potere, ovvero sinistra democristiana, alta finanza e grands commis di Stato, usciva allo scoperto alleandosi con i partiti sindacal-comunisti con cui, negli ultimi 30 anni aveva sempre flirtato.

I partiti sindacal-comunisti, rappresentati dal trio D'Alema-Bertinotti-Cofferati, attraverso l' alleanza con l'elite burocratico-finanziaria avrebbero ricostruito quella credibilita' che era andata in frantumi insieme al crollo del Muro. Il fine dell'alleanza era il ristabilimento della normalita' dopo gli scossoni provocati da Tangentopoli. In altre parole si trattava di rendere piu' organica, facendola passare per nuova, quell'alleanza che aveva governato il paese negli ultimi trent'anni.

L'elite per un certo periodo aveva corso il rischio di doversi piegare alle ambizioni di Craxi, ed ora a causa del Polo rischiava addirittura di perdere il potere. Era stata proprio questa faida interna, ovvero il tentativo riuscito di eliminare Craxi, a provocare, in maniera non prevista, il crollo della vecchia DC, l'affermarsi della Lega e del MSI-AN, e l'entrata in campo di Berlusconi.

Soprattutto l'entrata in campo di quest'ultimo, potendo questi contare sul supporto del suo impero televisivo-giornalistico, poteva rappresentare un pericolo mortale per un'elite che fino ad allora aveva potuto contare sull'assoluto allineamento della totalita' dei mezzi d'informazione.

Giova ricordare a sostegno di quest' ultima affermazione che ancor prima dell' entrata in politica di Berlusconi, era iniziato, estate del 1993, dalle colonne della "Repubblica" e de "L'Espresso", un attacco pesantissimo contro l' unico gruppo editoriale-televisivo indipendente del Paese, con il chiaro intento di eliminarlo economicamente.

Il problema dei mezzi d' informazione ci riporta a quello che doveva essere lo scopo principale di quest' articolo: un giudizio su un anno di Governo Prodi.

Ultimamente un'indagine internazionale (The Economist,10 Maggio 1997) ha posto il nostro paese al 14esimo posto di una graduatoria basata sulla liberta' di stampa.

Il nostro paese si trova, in questa graduatoria, buon ultimo rispetto ai paesi del cosiddetto mondo occidentale. L'informazione nazionale, a detta quindi di analisti internazionali, da un punto di vista di obiettivita' ed indipendenza fa piu' pensare ad un paese sottoposto ad un regime, che non ad un paese che a buon titolo possa definirsi compiutamente democratico.

Il Governo Prodi e l'Informazione

In queste circostanze cercare di dare un giudizio obiettivo su un governo che nessuno in Italia, se non gli avversari politici e la stampa di parte, osa attaccare, e' quanto meno problematico. Il giudizio sulla situazione economica del Paese, cosi' come viene formulato dai piu' quotati analisti economici nazionali offre un ottimo esempio di appiattimento degli organi d'informazione sulle posizioni del regime.

Difficilmente si trovera' un qualche giornale o Telegiornale che trovi il coraggio di contestare le incredibili affermazione di Prodi sui miracoli del suo governo.

Il modo migliore per cercare di dimostrare che invece di miracoli non si tratta e' quello di affidarsi ai numeri. Ed e' quello che cercheremo di fare in quest'articolo.

La situazione economica dell' Italia

Partiremo dal maggio del 1994, inizio del primo governo del Polo delle Liberta', per presentare alcune tabelle elaborate su dati economici per lo piu' presi dall'Economist, e che si riferiscono all'Italia ed agli altri 3 grandi Paesi Europei.

Crescita del Prodotto Interno Lordo su base annua (%)
PAESE Maggio 94 Maggio 95 Maggio 96 Maggio 97
Italia -0,5 2,9 2,3 0,1
Gran Bretagna 2,5 2,8 2,0 3,0
Francia -0,6 3,0 0,3 2,0
Germania -0,9 2,2 1,0 1,9

Si nota subito la pesantezza della situazione italiana rispetto a quella dei nostri partners. Dopo il Maggio 96, avvento del Governo Prodi, la nostra economia sembra prendere decisamente un'altra strada. La drammaticita' della situazione viene messa ancor piu' in evidenza se includiamo anche i dati che si riferiscono alle previsioni sull' economia dei vari paesi che vennero formulate nel maggio del 96 per il 96 e per il 97.

PAESE Prev.96 Dati 96 Prev.97 Dati Maggio 97
Italia 1,9 0,7 2,6 0,1
Gran Bretagna 2,3 2,3 3,3 3,0
Francia 1,3 1,2 2,5 2,0
Germania 0,8 1,2 2,4 1,9

L'unico Paese i cui dati reali si discostano vistosamente dalle previsioni e' evidentemente l' Italia. Ovvero fino all' arrivo di Prodi, Maggio 1996, si prospettava per l'Italia una crescita economica in linea con la crescita degli altri paesi Europei.

E' triste dover notare come sia la grande stampa sia la Televisione di Stato sia i politici dell'Ulivo continuino a volerci far intendere che la crisi economica e' generale, ovvero a livello mondiale.

In realta' negli Stati Uniti ed in Giappone la situazione e' addirittura migliore di quella Europea, e per il mondo in generale si parla di una crescita economica fra il 4 ed il 5%. Dati come questi e come quelli che seguiranno evidenziano la particolarita' della situazione italiana.

Crescita della Produzione Industriale su base annua (%)
PAESE Maggio 94 Maggio 95 Maggio 96 Maggio 97
Italia 1,5 5,0 0,9 -3,8
Gran Bretagna 4,0 1,6 2,4 0,5
Francia 0,1 4,4 -0,5 1,8
Germania 1,1 0,6 -1,1 4,5

Anche qui sono evidenti con il crollo della produzione industriale, le conseguenze dell'avvento del governo Prodi

Tassi d' interesse e cambio della lira

Gli analisti meno partigiani ammettono la veridicita' del quadro economico cosi' come evidenziato dai dati che abbiamo esposto, ma fanno risalire questa pesante situazione economica alla cura da cavallo necessaria per ridurre il deficit dello stato.

Uno dei punti di forza del Governo Prodi e' appunto la riduzione dei tassi d' interesse, che farebbero risparmiare cifre notevoli sul deficit dello stato, circa 24000 miliardi per ogni punto in meno d' interesse. Purtroppo anche in questo caso la realta' mostra che i tassi d' interesse reali, ovvero al netto dell'inflazione, non sono affatto cambiati, come si vede dalla seguente tabella che mostra l' andamento dei tassi d' interesse reali a medio termine (%).

Tassi d'interesse reali a medio termine
PAESE Maggio 94 Maggio 95 Maggio 96 Maggio 97
Italia 4,0 5,0 5,0 5,0
Gran Bretagna 2,5 3,5 3,8 3,8
Francia 4,0 4,2 2,0 2,8
Germania 2,3 2,2 2,0 2,0

Questa tabella la dice lunga sulla propaganda del Regime. Tra l'altro sono rimasti invariati i rapporti con i tassi d'interesse degli altri paesi ed in qualche caso, vedi con Francia e Germania, sono addirittura peggiorati. Considerando la situazione produttiva ed anche il cambio della moneta, prossima tabella, e' comprensibile la precauzione mostrata dalla Banca d'Italia nel diminuire i tassi.

PAESE Maggio 94 Maggio 95 Maggio 96 Maggio 97
Dollaro 1641 1622 1515 1674
Marco 961 1109 1023 985

Ad un marco relativamente debole corrisponde un dollaro forte. Come e' stato gia' rilevato, considerando che in genere paghiamo in dollari e vendiamo in marchi, non si puo' certo dire che la situazione sia migliorata.

Un giudizio sul governo Prodi

Questo giudizio, come quello sulla stampa che nasconde la situazione reale del paese, lo lascio ai lettori: le tabelle riportate parlano da sole.

Pagina successiva

Sommario Pagina di copertina Commenti alla Redazione

Hosted by www.Geocities.ws

1