OSSERVATORIO POLITICO

di Massimo Galanti

Messe da parte le polemiche su Maastricht, rimane il problema di cosa fare per rientrare nei famosi parametri. Sia che i nostri partners vogliano far partire la moneta unica senza di noi, sia che malvolentieri volessero accettarci, in tutti i casi dopo tutto il chiasso che e' stato fatto sull'argomento dal nostro governo, siamo costretti a presentarci all'appuntamento fatidico con i conti perfettamente in regola. Dopo tutte le dichiarazioni al riguardo, solo una rivoluzione potrebbe giustificare un'eventuale ennesima brutta figura del Paese.

Bene dunque ha fatto il Polo ad offrire al governo il proprio sostegno per una finanziaria seria che fosse realmente in grado di migliorare in maniera strutturale i nostri conti, e farci accedere alla moneta unica. E bene ha fatto il Polo a far sapere in campo internazionale che su questo punto il paese e' unito.

Rimane il fatto che di questa situazione disperata, senza possibilita' di scelta, responsabile principale e' Prodi ed il suo governo, che di Maastricht ha fatto la ragione stessa della propria esistenza, senza sapere pero' come arrivarci.

In questa luce si inquadra il problema della manovra di primavera che tutti hanno abbondantemente previsto da tempo, meno il governo che ha fatto sempre finta di non saperlo e di voler aspettare i conti. E' un po' nello stile di questo governo negare l'evidenza fino all'ultimo, per poi attribuire la mutata situazione all'intervento di fatti eccezionali non prevedibili. Tanto il governo puo' dire cio' che vuole avendo dalla sua piu' o meno la totalita' dei mezzi d'informazione, e del cosiddetto establishment. Da notare a tal proposito la differenza tra il silenzio di Monorchio sul disastro dei conti pubblici del governo Dini alla vigilia delle elezioni politiche del '96, con la loquacita' di oggi, quando sembra che sul versante dei conti pubblici le cose vadano un po' meglio, almeno in apparenza.

In apparenza soltanto, in quanto le misure prese dal governo finora possono sanare solo la situazione attuale non certo quella a lungo termine. Come si sente continuamente dire bisogna incidere sulla struttura della spesa, cosa che metterebbe pero' in forte evidenza i contrasti in seno alla maggioranza; la quale contiene di tutto: dalla destra finanziaria alla sinistra comunista, passando per i verdi che non si capisce se siano ancora piu' a sinistra di Bertinotti.

Comunque a parte la questione delle finanze pubbliche, il governo in dieci mesi non e' stato in grado di affrontare nessun altro problema dei tanti che angosciano il paese, dalla modernizzazione delle strutture, al problema dell'ordine pubblico, all'emergenza giustizia, alla scuola, alla ricerca scientifica-tecnologica, fino al grande problema della disoccupazione che tanta enfasi ha avuto in questi giorni con le iniziative del Presidente della Repubblica. Iniziative che, al di la' delle polemiche, sono servite soprattutto per mettere in evidenza l'inerzia del governo su questo argomento.

Rimane il fatto che con una recessione che non ha pari ne' in Europa ne' in Giappone o negli Stati Uniti, con un forte calo della produzione, e con un calo del fatturato industriale, che avviene per la prima volta nella storia della Repubblica, sara' molto difficile creare dei veri posti di lavoro, che non siano sussidi mascherati.

Tra l'altro rispetto ad un anno fa e' peggiorata la situazione anche dal punto di vista dei cambi. Se e' vero che la lira ha guadagnato il 5% sul marco, e' anche vero che ha perso il 10% sul dollaro. Se consideriamo che le nostre esportazioni avvengono per lo piu' in marchi, mentre le importazioni in dollari, anche da questo punto di vista la situazione non e' rosea, e prima o poi gli effetti del superdollaro si faranno sentire.

Ma il governo nonostante la sua evidente incapacita' e' molto probabile che rimarra in vita ancora per molto tempo. Ne' Bertinotti, che ogni tanto per il pubblico fa finta di arrabbiarsi, ne' l'elite in generale, ne' i tanti che all'ombra dei regimi del centrosinistra hanno prosperato, hanno interesse a far cadere questo governo.

Per molti questo governo e' l'ultima spiaggia.

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