IL BOLLETTINO DELLA VITTORIA

di Eros Capostagno

Siamo stati colpiti nelle ultime settimane dalle notizie che lanci di sassi continuano ad avvenire dai cavalcavia, con un automobilista all'ospedale, dopo la morte della giovane donna a Voghera.

Ma come è possibile che, dopo quel tragico fatto ed il clamore dato ai controlli che le forze dell'ordine stanno mettendo in atto, ci sia qualcuno disposto a rischiare un processo per direttissima ed una condanna probabilmente esemplare, se non il linciaggio da parte della folla, pur di divertirsi in questo gioco di killeraggio?

Vorremmo credere a dei semplici balordi, ma temiamo che questo atteggiamento di spavalderia riveli qualcosa di più drammatico, una sorta di risentimento e quindi di sfida verso lo Stato, verso questo Stato.

Nel secolo scorso, a valle dell'unificazione nazionale, prosperò nel Meridione d'Italia il fenomeno del brigantaggio. Una delle cause fu il sentimento, giusto o sbagliato che fosse, che uno Stato lontano ed estraneo infierisse sulle popolazioni per imporre tributi ed ottenere manodopera per l'esercito. In altre parole uno Stato nel quale la gente non si identificava (più) e che badava unicamente allo sfruttamento delle risorse per il proprio funzionamento e gli interessi di pochi, senza contropartite tangibili, come lavoro, sicurezza, ecc.

Mutatis mutandis, abbiamo l'impressione che i sentimenti della gente comune nei riguardi dello Stato, non siano in questo momento molto differenti. Il "malessere" della gente è ormai diventato una sfiducia totale nella politica ed uno scollamento impressionante da tutti quei valori che normalmente permettono di identificarsi come Nazione.

E non parliamo affatto di militanti leghisti del Nord, al contrario.

Cerchiamo di capire il perché.

Parliamo di tasse. Di fronte ad una pressione fiscale già opprimente, la gente si è fidata quando Prodi dichiarava in campagna elettorale che non ci sarebbero stati aumenti della fiscalità. Oggi, non solo la gente si sente frustrata per la delusione e l'incredibile pioggia di nuovi balzelli, ma anche derisa dalle ipocrite affermazioni di Prodi ("non è vero che la pressione fiscale è aumentata"), di Visco ("la tredicesima non sarà toccata dagli aumenti") e compagnia brutta.

Con il pretesto di un'Europa incomprensibile ai più, si aumentano le tasse, si tassano anche i redditi di 18 milioni l'anno, eppure il debito pubblico continua a salire e la gente continua a non vedere alcun "ritorno" da queste tasse assurde che è costretta a pagare.

Parliamo di lavoro. La probabilità di trovare lavoro per i giovani al termine del curriculum scolastico tende drasticamente a zero, in particolare al Sud. Donde il "buon senso popolare" (ci si perdoni il tragico paradosso) fa sì che in certe zone di Napoli l'evasione dall'obbligo scolastico (visto come inutile) arrivi a oltre il 30% dei ragazzi, i quali si danno (giustamente) ad attività ahimé più concrete e redditizie.

La disoccupazione sfiora il 13%, con punte del 32% nel Meridione (ci viene da piangere, pensando che la Gran Bretagna l'ha ridotta a meno del 6% con una coraggiosa politica liberale); né consola pensare all'economia sommersa, come si faceva una volta: con l'attuale politica recessiva, abbiamo l'impressione che il lavoro nero subisca contraccolpi ancora più forti del lavoro ufficiale.

A fronte di questi disoccupati, le Istituzioni rispondono come? Appaltando l'informatizzazione dei catasti cittadini a ditte albanesi, con sede a Tirana, ove bisogna pure fisicamente trasferire casse di documenti per il relativo trattamento.

Costa meno, dicono, e così, invece di abbassare il costo del lavoro in Italia, facendo del'Italia la Taiwan d'Europa (v. a questo proposito Taiwan nel numero OTTO), si trasferisce il lavoro in Albania, alla faccia dei disoccupati nostrani.
Visto che ci siamo, ci piacerebbe sapere chi sono i padroni di queste Ditte albanesi, anche per evitare alla gente l'atroce dubbio che, come i socialisti cooperavano in Etiopia e i democristiani in Somalia....

Dunque, in chi e in che cosa dovrebbe credere o sperare la gente?

Parliamo di (in)efficienza. Nevica il 29 dicembre in Italia centrale, come da tempo annunciato. Il 31, dopo tre giorni di neve accumulata, nei centri abitati non si arriva a 30 centimetri. Tuttavia, già il primo giorno di neve si chiude l'Autostrada del Sole, arteria principale del Paese, a nord di Roma, ed automobilisti in viaggio da Terni a Roma rimangono intrappolati sul raccordo tra Terni e Orte. Rimarranno bloccati per 6 ore, senza nemmeno poter invertire la marcia, e poi costretti a passare la notte negli alberghi della zona, perché verranno liberati solo il giorno successivo. L'importante era comunque mostrare nei telegiornali il prodigarsi della Protezione Civile nel distribuire thé caldo.

E gli è andata anche bene. L'anno scorso centinaia di automobilisti rimasero intrappolati tra Bologna e Firenze per 24 ore, al gelo e senza thé caldo (v. La Posta dei Lettori nel numero 6).
Sempre l'anno scorso, in Olanda furono evacuate decine di migliaia di persone per la minaccia di inondazioni, e tutto si svolse nella calma e nell'ordine. Per gli Olandesi, parlare di "fiducia nello Stato", non è certo vuota retorica!

In Francia il TGV viaggia a 250 Km/h, ma da noi il Pendolino deraglia in stazione, e non si può sapere a che velocità andava e se esistono i blocchi automatici, perché le notizie devono prima essere filtrate da una qualche Autorità.

Nel Napoletano si aprono voragini come buchi nel gruviera e ci vogliono quindici giorni per recuperare i corpi degli sventurati inghiottiti, ma a nessun verde di professione viene in mente di chiedere una mappatura del sottosuolo.

A L'Aquila i cani randagi continuano imperterriti a vagare per la città mordicchiando di tanto in tanto, nell'indifferenza delle Autorità, non ostante siano passati sei mesi dalla nostra denuncia (v. La Rassegnazione) e ci sia stata una risonanza mass-mediatica a livello nazionale nel dicembre scorso.
Per le strade di Roma non esiste più la segnaletica orizzontale, ma che importa, in fondo a che serviva?

E' questo quello che la gente ottiene in cambio dei "sacrifici per l'Europa?"

Parliamo di legalità e sicurezza. Non ci dilunghiamo su questi aspetti, visto che sono sotto gli occhi di tutti e sono discussi in altra parte di questo numero . Ma quale fiducia si può avere nelle Istituzioni e nella società quando la quasi totalità dei delitti contro la persona restano impuniti? Quando si scopre che l'industria del sequestro di persona lavora ancora oggi alla media allucinante di 2, diconsi due, sequestri la settimana?
Quando l'albanese che hai sorpreso a rubarti in casa viene successivamente acciuffato, processato per direttissima e, senza aver restituito la refurtiva (che è riuscito a passare a un complice sfuggito), viene liberato con la condanna a lasciare il Paese con i suoi mezzi e senza alcun controllo?

Quando le carceri straboccano di extracomunitari che, lasciati entrare senza controllo e non trovando un lavoro che non c'è per i più, ovviamente (e giustamente direi) sono costretti a procurarsi il sostentamento nel mondo del malaffare?

E al danno si aggiunge la beffa, lo scherno dello Stato verso il buon senso dei cittadini. I clandestini che sbarcano a Lampedusa vengono portati in Sicilia per il disbrigo delle pratiche di polizia, visto che a Lampedusa lo Stato non è in grado di creare un ufficio apposito, dopodiché vengono "dispersi nell'ambiente" con preghiera di rientrare a loro cura nei Paesi d'origine... (ma i servizi segreti, invece di deviarsi e/o microspiarci, non potrebbero trovare corrispondenti fissi nei porti da cui partono questi disperati?).

E allora, perché mai un cittadino normale dovrebbe avere fiducia e riconoscersi nei valori di questo Stato?

Parliamo di serietà. Si punta molto su volontariato, sulla solidarietà ecc.ecc., si organizzano maratone televisive per la raccolta di fondi destinati alla ricerca sulle varie malattie, poi si scopre che 300 milioni di fondi raccolti per la ricerca sul cancro vengono devoluti alla costruzione di uno "spazio sociale" da intitolare ad un illustre familiare di Prodi!

Si parla di legalità democratica, di diritti dell'uomo,..., ci si erge a maestri di etica e morale di fronte alla pena di morte in Paesi come gli USA, poi i nostri governanti ricevono con entusiasmo degno di miglior causa un Castro e un Li Peng (v. L'Italia che cambia). Per non parlare del Bertinotti, membro e pilastro della maggioranza di Governo che va a onorare sur place un guerrigliero (Marcos a Cuba).

E perché un cittadino normale dovrebbe ancora avere alto il rispetto per le Istituzioni?

* * *

Chiudiamo il cerchio. Vediamo un'Italia segnata da uno stato di frustrata rassegnazione. Forse per questo Prodi si illude di avere "la situazione sotto controllo". Stolto. Non riesce a vedere il cataclisma sociale che si prepara (e non solo dalla Padania) e di cui la sfida dei sassi in autostrada è, temiamo, un terribile elemento precursore.

Nell'attesa del peggio, un consiglio ai giovani che hanno buone potenzialità e che vogliono uscire dalla gabbia: approfittate di ogni minima opportunità che si presenti (missioni, borse di studio, stages, viaggi, annunci) per andare all'estero e lì cercare sistemazioni provvisorie o definitive (ci sono, ci sono). Una volta rigenerati, e riacquisito (dall'estero!) il senso della vostra appartenenza nazionale, sarete pronti a ricostruire il Paese dopo il cataclisma!

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