FRANKFURTER

di Tito Livio

Chiuso per una volta il libro di Storia, oggi Tito Livio si occupa di economia.

Nel numero del 4 gennaio u.s. la Frankfurter Allgemeine Zeitung, equivalente tedesco di quello che era il Corriere della Sera, titola in prima pagina:"Balzo indietro per Prodi a causa dell'aumento del deficit di bilancio", con riferimento all'annuncio ufficiale dell'aumento da 113 a 138,5 mila miliardi del deficit statale.

Nella prima pagina economica dello stesso numero, altri due articoli sono dedicati all'economia italiana, uno ancora sull'aumento del deficit, l'altro sulle sovvenzioni per l'acquisto dell'automobile nuova ("Pressioni Italiane").

Che il deficit fosse di circa 140 mila miliardi era chiaro a tutti da ben lungo tempo, tant'� vero che anche gli umili commentatori di questa rivista lo vanno scrivendo da sei mesi a questa parte (v. ad es. l'Osservatorio Politico nel numero di settembre). Che questo Governo, come peraltro quello precedente di Dini cercassero goffamente di mascherarlo con artifici contabili e spudorata malafede, � altrettanto noto, non solo a noi ma anche alla Bundesbank, che ha sempre parlato di "finanza creativa" nei riguardi dell'Italia.

E infatti, nell'articolo suddetto, la F.A.Z. ribadisce: "Questo deriva anche da esercizi finanziari flessibili e da un ingegno di gestione creativa del bilancio, in cui Ciampi (...) � un Maestro internazionalmente riconosciuto".

A questo punto, visto che il PIL cresce meno dell'1% e che il deficit � aumentato del 22%, non � chiaro come Prodi pensi di riuscire, se non con nuove assurde tasse, a ridurre quel famoso rapporto debito pubblico/PIL al 60%, necessario per "portarci in Europa", visto che manipolare i conti non gli sar� pi� tanto facile come quando scorpor� i passivi della siderurgia per presentare in attivo i conti dell'IRI.

Oltretutto gli Olandesi, appena assunta la presidenza dell'Unione Europea, hanno subito dichiarato di non avere alcuna intenzione di fare l'unione monetaria con chi non ne � realmente all'altezza.

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A meno che in Europa non intenda, Prodi, andarci col Pendolino, visto che gli ha spesso gironzolato attorno. Ricorderete che Egli fu nominato Garante per l'Alta Velocit�, e lo fece a titolo gratuito, rifiutando cio� ogni compenso (v. Il Ferroviere nel numero 7), parallelamente ad una commessa da 9 miliardi affidata a Nomisma per studiare "l'impatto dell'Alta Velocit�".

Cosa abbia garantito il Garante non sappiamo. Di certo Nomisma ha garantito nel rapporto finale che "la gente prende pi� volentieri il treno se abita vicino alla stazione" ed altre amenit�, ma nel valutare gli "impatti", sicuramente non ha valutato l'impatto del Pendolino, deragliato per inadeguatezza tecnologica del sistema (linee, segnalazioni, blocchi automatici, assetti,...), contro un pilone di cemento armato.

Facciamo due conti in croce.
Tenuto conto che un giovane laureato tecnico si considera (purtroppo) strapagato se trova un lavoro a 2 milioni e mezzo al mese, il costo annuale per il suo ipotetico datore di lavoro si aggirerebbe sui 70-80 milioni l'anno tra stipendio, contributi, oneri vari, costi indiretti, che possiamo arrotondare a 90 milioni tanto per abbondare.
Con i 9 miliardi dati a una delle tante Nomisma, l'ipotetico datore di lavoro (Stato, Universit�,...) avrebbe mantenuto al lavoro per un anno ben 100 laureati, ricercatori, ecc., che avrebbero potuto studiare, battendola magari anche a piedi, tutta la linea ferroviaria Milano-Roma, per valutarne gli "impatti" dell'Alta Velocit�, e garantendo alla gente probabilmente maggior sicurezza che non Nomisma ed il Garante.

Ma forse ne bastavano anche 50. Gli altri 50 avrebbero potuto magari scandagliare con tecniche acustiche e vibrazionali il sottosuolo di Napoli e dintorni, onde sapere in anticipo quali voragini man mano si apriranno. Ma per i nostri governanti l'importante � aprire Piazza del Plebiscito alla cultura popolare, e poi queste cose sono per loro stratosferiche, anzi lunari. Forse perch� le hanno viste fare gi� 25 anni fa agli astronauti americani sulla Luna.

E adesso aspettiamo che Tito Livio venga tacciato di qualunquismo.

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Tornando alla Frankfurter A.Z. del 4 gennaio, uno degli articolisti dice testualmente che il Presidente della Fiat, Cesare Romiti, era diventato il pi� strenuo critico dell'azione di Governo di Prodi e che a questi non restava altro da fare che concedere sovvenzioni al mercato dell'auto per tacitarlo.
In altre parole, prosegue l'articolo, si � cercato di ottenere sovvenzioni esercitando pressioni politiche: brutto segno per chi, come Prodi, aveva dichiarato di volersi distanziare dalla tradizionale mentalit� italiana statalista ed assistenzialista.

Ma che maligni questi tedeschi!

Certo, � vero che da qualche giorno Romiti non si sente pi�, ed � vero che ci si potrebbe chiedere perch� certi aiuti vengano concessi soltanto a chi deve cambiare l'automobile e non anche a chi deve cambiare il televisore o la lavatrice, ma che volete, volete mettere nomi come Candy, Rex, Ariston,..., che ricordano immagini di detersivi e panni sporchi, con marchi ben pi� prestigiosi?

E sar� anche vero che gli aumenti delle tasse su tutti i ceti sociali serviranno dunque a sovvenzionare pochi beneficiari ma, insomma, la solidariet� nazionale non pu� provvedere a tutti e poi si sa, chi compra il giorno prima dell'inizio dei saldi � un fesso, peggio per lui!

Quello che ci rassicura e che forse � sfuggito al commentatore tedesco, � che una delle primissime frasi celebri di Prodi, al suo insediamento, fu: "...non lucider� di certo le maniglie di casa Agnelli!"...

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