SAVONAROLA

di Tito Livio

Ci siamo già occupati di Fra Gerolamo Savonarola in una precedente occasione (v. La tolleranza nel N.4), e non pensavamo che avremmo avuto di nuovo il pretesto per parlarne.
L'occasione ci viene dalla beatificazione del frate (e uomo di Stato) fiorentino, celebrata la settimana scorsa a Firenze alla presenza del Presidente della Repubblica, O.L. Scalfaro.

Ora, su quali basi la Chiesa Cattolica possa procedere alla certificazione di "pre-santità" di una controversa persona 500 anni dopo la sua tragica morte (finì al rogo), e che senso abbia tutto questo, non è del tutto chiaro, nemmeno a noi che pure siamo, come varie volte ribadito, cattolici praticanti. Ma così sia. Per eventuali intercessioni, ora potremo rivolgerci anche a Savonarola. Amen.

Quello che ci ha colpito, sono state le parole ed i concetti espressi dal Presidente nella sua allocuzione.

Riferendosi con sarcasmo alle critiche che gli piovono addosso per le sue (quotidiane) esternazioni (che interferiscono indebitamente con il funzionamento delle Istituzioni e la correttezza della Carica), ed in particolare alla sua difesa egiziana di Prodi da un magistrato che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, il Presidente si è paragonato al Savonarola stesso.
Non per la spiccata loquacità che viene attribuita a Fra Gerolamo, né per certi tratti fisici come la conformazione aquilina del naso, bensì per la certezza che, un giorno, la giustezza ed il valore santificante del proprio comportamento saranno universalmente riconosciuti, così come accaduto, seppure 500 anni dopo, per Fra Gerolamo.
"Certo - ha aggiunto il Presidente - allora finì arrosto..."

E noi, che oggi siamo tra i critici del comportamento del Presidente, Gli auguriamo sinceramente di vedersi un giorno riconosciuta la propria santità e lungimiranza.
Però, nel frattempo...

Per inciso, qualche maestro di giornalismo o anche qualche semplice cronista si é chiesto come avrebbe reagito ad es. uno Chirac in visita ufficiale all'estero, se un giornalista straniero gli avesse chiesto valutazioni sugli inghippi affaristico/giudiziari di un suo Primo Ministro?
Questione di stile personale certo, ma la dignità di un Paese non c'entra proprio nulla?

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