LA FAME E GLI AFFAMATORI

di Tito Livio

Il giorno dell'apertura dei lavori del convegno della FAO sulla fame nel mondo, svoltosi a Roma, il GR1 della RAI (equivalente radiofonico del TG1, in barba a Garanti e parcondicionisti) ci ha informati che Prodi era stato designato a presiederne i lavori e che, dovendo essere coadiuvato da sei vice-presidenti, aveva preteso che uno di questi fosse nientemeno che Fidel Castro.

Che vi fossero tra Cuba e l'Italia dei legami affettivi e/o ideologici, non � una novit�. Negli anni 70 siamo stati afflitti da quei bravi ragazzi che, in nome del Che Guevara, dei Vietcong e dei Khmer Rossi, inneggiavano alla Rivoluzione comunista; negli stessi anni i cosiddetti "intellettuali" ci osannavano le lotte di liberazione dei popoli oppressi, condotte dalle truppe regolari (si fa per dire) che Cuba metteva generosamente a disposizione. E ancora, di questi tempi i nostri simpatici duri e puri Rifondatori Comunisti inneggiano con ostentazione al modello della rivoluzione cubana, e sfilano con le mai consunte bandiere all'effigie del Che, come alla manifestazione di Napoli del 9 novembre scorso.

Lo stesso D'Alema viene affettuosamente indicato dai giornalisti come "l�der maximo", l'appellativo che Fidel Castro si � appioppato quale capo della rivoluzione cubana.

Ce ne sarebbe dunque abbastanza per comprendere il calore con cui Fidel Castro � stato accolto dai vertici delle Istituzioni italiane (v. L'Italia che cambia) e messo a (vice)presiedere l'augusto consesso, per non parlare della cena in casa del pi� illustre rappresentante dell'odiato capitalismo (vuoi vedere che andremo a finanziare una fabbrica di automobili pure a Cuba?).

Eppure, abbiamo l'impressione che il Fato ci abbia messo lo zampino, facendo incontrare il maestro Fidel e l'allievo Prodi nel momento giusto e al posto giusto.

Infatti, negli oltre trent'anni di dittatura del proletariato, Fidel � riuscito a distruggere i gi� pochi mezzi di produzione cubani, ad annientare l'unica fonte di reddito del Paese (la coltivazione della canna da zucchero), a farsi succhiare tutto il succhiabile dai fratelli sovietici in cambio di armi e protezione, con il fantastico risultato di impoverire i cubani fino al di sotto della soglia di indigenza. E con il corollario della necessit� di sguinzagliare gli uomini validi a combattere per la rivoluzione in giro per il mondo, onde risolvere il problema della loro altrimenti impossibile alimentazione e, ai tempi nostri, di lanciare su grande scala la prostituzione, in particolare minorile, sul modello collaudato di certi Paesi orientali, onde sviluppare come fonte di reddito l'industria del turismo sessuale e pedofilo, cos� attraente per gli odiati capitalisti europei.

Con qualche anno di ritardo, ed in soli sei mesi di Governo, Prodi si sta dimostrando un eccellente allievo nella distruzione dei mezzi di produzione.
Ribaltando di 180 gradi i suoi impegni elettorali ("non aumenteremo le tasse"), Prodi e la sua banda non stanno facendo altro che aggravare sconsideratamente e inutilmente la pressione fiscale sui ceti produttivi sino a livelli parossistici, aumentando le imposte dirette e indirette, queste ultime particolarmente insidiose in quanto passano inosservate (complice la stampa allineata), e vengono scaricate sull'ignaro e impotente cittadino sottoforma di bolli, diritti amministrativi, diritti di registrazione e via dicendo, in particolare ogni qualvolta si abbia a che fare con l'Amministrazione.

Per non parlare degli aumenti delle imposte sulla benzina e metano, graziosamente delegate alla responsabilit� delle Regioni.
E per non citare l'abolizione della legge Tremonti (esenzione d'imposta sugli utili reinvestiti dalle imprese), cosa che procurer� nuova disoccupazione (produzione industriale a -2,8% in settembre).

Ironia del destino, il trionfo dell'allievo Prodi si verifica proprio il giorno prima dell'arrivo a Roma del maestro Fidel: il sottosegretario al Tesoro, on. Laura Pennacchi (PDS) presenta ufficialmente uno studio del Ministero del Tesoro sull'impatto sociale della Finanziaria, cos� come elaborata in prima istanza dal Governo Prodi.
Con candida rassegnazione, l'on. Pennacchi annuncia le conclusioni dello studio: con questa manovra fiscale, altre 35000 famiglie italiane (circa 100.000 persone) scivoleranno al di sotto della soglia di povert�! A conferma di quanto pi� volte scritto su questa rivista (v. ad es. Un progetto di lungo respiro).

Se non fosse per la drammatica realt� cui andranno incontro queste ulteriori 35.000 famiglie e, pi� in generale, l'intera popolazione italiana, verrebbe voglia di chiudere con un "Bravo Prodi, bel colpo! Finalmente un Governo che ci dice la verit�!".

E cos� ci siamo dovuti anche sorbire, seduti l'uno accanto all'altro a presiedere i lavori del convegno sulla fame nel mondo, proprio loro, Fidel Castro e Prodi, nella loro qualit�, verrebbe voglia di dire, di "affamatori dei loro popoli".

Che il Signore abbia piet� degli affamati del mondo.

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