il Rimino Sottovoce 2019
   Tre Martiri, la poesia di Guido Nozzoli
"Rimini: 25 aprile: festa della Liberazione, festa della Dignità. La commovente elegia del riminese Guido Nozzoli". Sotto questo titolo su "www.lapiazzarimini.it" si legge l'articolo che riproduciamo in parte.
"Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Paglierani furono impiccati dai nazi-fascisti il 16 agosto del 1944 nellallora piazza Giulio Cesare (oggi Piazza Tre Martiri). Non avevano che una ventina danni. Il 16 agosto, alle 10 da piazza Cavour, la cerimonia di celebrazione del 74esimo anniversario delleccidio dei tre martiri riminesi Mario Capelli, Luigi Nicolò, Adelio Pagliarani. [...] Riportiamo la poesia che il grande giornalista riminese Guido Nozzoli (1918 2000) dedicò ai tre giovani. E di una bellezza commovente."
Fu del fiotto di sangue aggrumato sui vostri panni che in un giorno accecato di mezzo agosto raccogliemmo lurlo della vostra agonia, e nei capestri tesi che sentimmo il peso di questa carne nostra lasciata a guastarsi in quella desolata morte penzolante nel sole Tre volte lalba, con il singhiozzo dei galli e il macinare delle ruote, scivolò dai tetti nei vostri occhi spalancati. Due volte la notte brancolò tra lurlo dei treni e le minacce dei cani nel vostro sangue spento Limpiccagione vi tolse alfine allo sciame incessante delle mosche? per restituirvi alla morte poi rimase un fetido crepuscolo a sbiadirsi nella polvere secca su lorina dei cavalli. Andammo allora nelle vostre tane che serbavano ancora il segno dei vostri piedi scalzi, vagammo nelle campagne stordite dalllito dei fieni, ma lestate ci parve vuota come lo sguardo dei ciechi E ci fu il cuore solo a ridarci coraggio questo piccolo cuore logorato dalla guerra insonne e dal giallore delle stoppie Quando tornammo a voi (il settembre era ancora squassato dai cannoni) laria odorava di terra rimossa dalle macerie, colavano fili derba dalle macerie delle case. Non trovammmo fiori nella fossa no non trovammo i nomi tra le dolci menzogne delle lapidi né un lucignolo inaridito che avesse raggiato per unora la vostra eterna caduta. Una croce sbilenca di canna era la sola pietà. Come balbettare parole? Le parole del pane, del mare, del vento e della strada non sanno dire la morte che non ha strada, né vento, né mare. Silenzio solo silenzio nella siepe dei batticuori. Gli uomini strinsero i pugni nel saluto e il sole portò le croci nelle lacrime azzurre delle madri.
https://www.lapiazzarimini.it/2019/rimini-25-aprile-festa-della-liberazione-festa-della-dignita/ Archivio 2003. Tre giovani riminesi uccisi dai nazi-fascisti...
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