Il giorno più caldo
Luglio, metà circa, alle due del pomeriggio, quando il sole
picchia così forte da
impedire qualsiasi movimento, con il mondo che semplicemente tace,
perché è impossibile parlare. Da altre parti dicono che c'è un sole
che pela il sedere ai gatti…. I cani e gli uccelli e le zanzare,
tutti tacciono, tutti
fermi, all'ombra, non un alito di vento, persino le cicale e
le formiche stanno ferme, figuriamoci le
persone…
Nessuno si
azzarda ad uscire, i muri delle case, spessi un metro, riempiti di
terra e pietra,d'inverno tengono il calore, d'estate tengono fresco,
basta stare fermi. Un silenzio così piatto si sente solo in luglio,
in certi giorni di luglio…
Ma c'era il
fieno da raccogliere e portare a casa, un temporale l'avrebbe
rovinato…Per i contadini, non c'è caldo che tenga…E così andò tutta
la famiglia, padre madre e figlio, sul loro carro agricolo, trainato
dalla Mora e dalla Nina, le loro manze da tiro. Le quali sembravano
insensibili al caldo,un passo dopo l'altro, ogni tanto un colpo di
coda per scacciare le mosche, non una goccia di
sudore…
Chissà perché a
Marco venne il desiderio di fischiettare, ad un certo
punto…Fischiettava, anzi fischiava come un canarino. E più
fischiava, più sentiva di stare bene "dentro", e stava bene anche
fuori, nonostante i 30 gradi all'ombra, le zanzare, i tafani, il
sudore che colava…
Era lì, in mezzo
al prato, circondato da altri prati, campi, vigne, boschi in
lontananza, con suo padre e sua madre. Con loro, insieme a loro.
Tutti e tre insieme, tranquilli, sereni, svolgevano il loro lavoro.
Quello strano silenzio piatto, diventò qualcosa di diverso. Forse
perché lui fischiettava la sua canzone, forse per tutto il resto,
Marco "sentì" quel momento come non gli era mai successo prima di
allora. Guardava le sue mucche, che ruminavano all'ombra della
pianta, guardava il fieno che man mano veniva disposto in lunghe
file ordinate, guardava i genitori: la gioia di essere con loro, in
quel momento, diventava una sensazione sempre più grande, che poco
per volta assorbiva l'ambiente esterno. Quasi gli dispiaceva
arrivare al termine del lavoro. E allora riprendeva a
fischiettare…
Tornarono a casa
insieme, molto tranquillamente. La Mora e la Nina sapevano la strada
di casa, non avevano bisogno di sollecitazioni. Faceva sempre caldo.
Ma sembravano tutti insensibili…Suo padre gli mise la mano sulla
spalla, e Marco ricambiò, con tutto l'affetto di cui era capace. Sua
madre disse: "Fosse sempre così…"
Nessuno sentì il
bisogno di commentare…
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