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Alcune mie poesie...


 

"Corrida"

Lo spasimo è di chi,

disidratato e accartocciato

in sé stesso,

para le banderuole

infilzate nell'animo.

Il volgo osserva

i rigagnoli di sangue.

Non li sente scorrere.

 




"Impressioni"

Tu m'hai dato del pazzo!

Di quella pazzia che intacca le menti

dei geni e dei santi….

Ma dissento, amica mia,

io dissento.

La mia volontà desiderata

ha sapore di insipida normalità.

La mia fede svogliatamente supplicata

è cenere al vento.

Nel marasma generale io,

semplicemente io,

ti appaio pazzo:

volesse il Cielo darti ragione!

Io sono solo arena

gettata nel mare oscuro.

E dissento, amica mia,

io dissento.

 

Io insisto,

amico,

io insisto.

Avessi io

la tua fantastica pazzia!

Fosse

la mia parola

freccia

d'arco arcuato

contro

ordine-noia

sconvolte

dal genio

... per te

dal Genio supremo

Dio, che vuole la rivolta

del gregge brucante.

(Ga. M., poetessa e giornalista)

 




"Fiori di loto"

Anche oggi

tu serri i battenti radiosi,

sole di vita.

Ti addormenti quieto

slittante all'orizzonte,

nella nebbia umida,

là dove le foglie profumano

di autunno e asfalto.

Ma questa notte io veglierò.

Mi ritrarrò nel buio ovattato

a contare le ore.

E tu sarai tenera carezza

per l'uomo dimenticato:

essenza di loto

su rive tempestate

dal monsone.




"Ritorno"

Tristezza non ci è permessa.

Si è spento

di girasoli

un campo,

da formicai inzuppato.

Malinconia non ci è permessa.

I battenti riaprono:

e seni al vento

e d'oleandro chiome sparse.

Ma sacrosanto t'è vietato

del Libano il cedro.

Sarcasmo ironia vendetta:

permesso non accordato.

Ma è lo stesso.

Perché trascina ancora

l'errare umano

solo un fruscio di luce.

 




"Nel tuo respiro"

S'adombrava il meriggio,

mentre lamentavo

la sua assenza:

era sì pensiero di vuoto-dolore,

di sterile compensazione.

Nei meandri della

viva fantasia io,

misero, barcollavo.

Barcollavo.

Ma poc'anzi ho mirato

le tue forme regali,

c o  m   p    o     s      t       e        ,

allontanarsi

nell'umida notte…

Gli occhi smerigliavano

come fari di marea

su corpi esausti, d'amore ricolmi.

E odori, e sapori.

Il sonno se n'è andato:

ti ho seguita vivido,

intrigante.

Ho soffiato lieve sulla candela

oro smeraldo.

Ora mi cullo

su tue parti che nominare

non posso.

Solo scivolarti

come goccia d'Aloe:

di fremito inebriarmi.

Per Essere tuo.

Ancora e ancora.

 




"Aveva nevicato"

Dei vostri sorrisi

non so che farne…

Provo solo gelo-muro gelido,

di silenzio mutante intarsiato.

E' come perso nel vuoto

(del portafoglio anche)

il mio tenace sguardo

che fende di tabacco

fluttuanti e informi

nuvolette.

La luce dello Spirito

prorompe sì potente:

è che io, solo,

(s)guardo e apro

della serratura il buco.

Altra forza non ho.

Se non di tirare

i remi in barca.

Per un po’.

 

P.S. Lasciatemi stare…

Cercatemi sempre…

 




"Stille"

Ave, stille

di acuminate lance

in cuore affranto

perforanti.

Così è, la notte,

che inesorabile

invade mente e

da pugno serrato

rosario legnoso.

A farmi volteggiare

come impazzito

impaurito neurone.

A slegarmi

cellophanate ali di smisurata

fantasia.

E' che cerco.

Ancora domando.

Sentenze le risposte.

 




"Il Signore è il mio pastore:

nulla mi mancherà.

In pascoli verdeggianti mi fa riposare,

ad acque di ristoro Egli mi conduce…

Anche se camminassi in una valle oscura,

non temerei alcun male,

poiché Tu sei con me". (Salmo 23, 1-2; 4)

 

Credevo sarebbe stato

quasi di lite quest'incontro

per dirsi addio,

per voltarsi le spalle e

proseguire lontani,

come languido distrutto ricordo.

Un altro ancora.

Ma più potente è la pace Tua,

più vittoriosa d'ogni dilaniante

separazione.

E' giunta l'ora,

mio stupendo amato Amore,

mia lacrima che

 da singhiozzo in gola strozzato

scendi, a sfregiare le guance mie…

Scoccate sono le ore

per cercar Lui,

e Lui solo:

scoprire cosa vuole da noi,

dalle nostre vite

in questa terra.

Che fare, dove muovere i passi.

Forse agli occhi pagani

perdente pare chi,

come noi,

famiglia non ha né figli, e

chissà che altro!

Ma imperscrutabili sono i Suoi piani:

se non in ginocchio

a terra prostrata la faccia

lodarTi e chiedere.

Attendendo

attendendo

attendendo.

E lo stesso, andare avanti.

 


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