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u.a. 06-02-2008

 

 

KRISNAPHALI

LA RECONDITA SAPIENZA

Traduzione dal testo originale inedito di Vincenzo Capruzzi

Spartaco Giovene Editore - Milano 1946  - Biblioteca scientifico filosofica "HUMANA"

 

 


 

 

PREFAZIONE DEL TRADUTTORE

Vincenzo Capruzzi

 

Asceta, filosofo e poeta altissimo Krisnaphali è il pensatore, per quanto a causa delle sua ritrosia, non. tròppo nòto alle grandi masse, più pivfondo e affascinante dell'India moderna. Nato, da genitori poveri, circa quarant''anni or sono, in Un piccolo paese, quasi un villaggio, sulle rive dell'Irawaddhi, il giovane indiano trovò modo, per l'ausilio d'amore di un Maestro, che lo tenne quale figlio, avendone divinato il genio, di viaggiare, per ben cinque lustri, tutto il mondo, inteso alla ricerca affannosa della Verità. I misteri della sua Terra maliarda non solo, ma i deserti sitibondi, dall'Africa al Tibet, i luoghi santificati dalle vestigio delle civiltà ultramillenarie, dalla Grecia, alla Cina, dalla Palestina al Giappone, e i luoghi nuovissimi, dall'Australia alle due Americhe, lo ebbero romeo infaticabile, osservatore profondo. indagatore sapiente. Nè l'asceta sdegnò le grandi metropoli tentacolari e insonni, e New York, Londra, Berlino e Mosca, Roma e Parigi lo ebbero, per lungo tempo, ignorato ospite. Interrogò le antichissime civiltà e le comparo, nei loro valori, alle moderne, e nella genesi e nel significato della Vita, osò, come psichi, inchiedere il grande « quia » alla fascinosa e terribile Sfìnge della Conoscenza. Quest'uomo meraviglioso, e tuttavia ignoto all'Occidente, ha dato fondo, con la perspicuità di cui solo un orientale è capace, alla filosofia universale, dai presocratici a Kant, da Hegel a Ramakharaka: ha assimilato tutta la cultura occidentale — di tutte le letterature, antiche e moderne — e l'ha fusa nella orientale, in una superiore visione della Vita Tutta raperà di .Krisnaphali, di cui solo ora ha inizio la divulgazione in Europa, e prima che altrove in Italia, viene, di solito, dai suoi critici ed esegeti, divisa in quattro parti: a) il pensiero politico; b) il pensiero filosofico; e) il pensiero religioso; d) letteratura varia - poesie. Il pensiero politico, che non si discosta gran che da quello della maggior parte degli altri filosofi indiani, postula, partendo dal principio storico contingente che ogni popolo ha il governo che si merita, il governo del più «saggio » e del più « illuminato » come il migliore regime dei popoli: alla democrazia da per vertice la « saggézza », intesa nel significato proprio di « sapienza », assumendo, altresì, che scopo precipuo di ogni governo è quello di rendere l'opera del governo superflua: la politica, infine, concepisce come arte di governo solo in quanto espressione della più alta moralità, donde la concezione di uno Stato etico, paterno promotore delle attività dell'individuo, superiore, in molti tratti e lineaamenti, alla stessa concezione mazziniana. E' superfluo aggiungere che ( la teorica della violenza » è del tutto 'bandita e condannata, come assolutamente contraria alle stesse supreme ragioni della Vita, intesa come conquista di maggiore ascenso e di più vasta conoscenza. Questi, in breve, i lineamenti fondamentali del pensiero politico di Krisnaphali. 

Il pensiero filosofico, par tendo dal presupposto, apodittico, che la  scienza » non ha alcun valore, se non è trasformata in « sapienza »", (donde il fenomeno della barbarie occidentale trasferita nel piano Intellettuale) giunge alla negazione di ogni filosofia che non sappia o non possa farsi ( norma » di vita: una filosofìa che non possa farsi « prassi », che non promuova una maggiore plenitùdine spirituale, è un non valore, non è, ini una parola, filosofia. Kant ed Hegel — Egli pensa — hannio ucciso in Occidente, la filosofia in quanto s sapienza » : per potére restaurare gli obnubilati o sovvertiti valori della Vita, bisogna ricreare la filosofia in quanto espressione di suprema sapienza: bisogna riportare la visione e la conoscenza dal pian intellettuale a quello spirituale, dall'esterno all'interno. Su queste premesse Egli basa tutta la sua filosofia che aborre dall'insugherirsi in sistema. Il pensiero religioso, partendo dall'ormai indiscutibile legge della reincarnazione, onora tutte le religioni come differenti espressioni ed imagim, della medesima Verità, e sale a fissare, in sintesi fascinose e profonde, le grandi leggi dello spirito nelle estreme visioni umane e superumane della Conoscenza. C'è poi, tutta una produzione di Krisnaphali, poeta, critico e letterato, della quale non è il caso di occuparsi in così breve notizia. Come nei sommi la sua natura di poeta, non contrasta ma completa le sue grandi attitudini di ricercatore insaziabile della verità, di scienziato e di filosofò: sì che ne scaturisce una figura ciclo-pica di artista e di pensatore eminente, per assoluta originalità e profondità di pensiero. Questa a Divina Sapienza » che presentiamo ai lettori italiani, è opera — non la maggiore — da catalogarsi tra le filosofico-religiose: si disilluda, peraltro, chi credesse trovare negli scrìtti di Krisnaphali l'omogeneità geometrica e fredda di una costruzione sistematica al mo' delle speculazioni dei filosofi occidentali: la filosofìa orientale., è noto, aborre dal (sistema), nel senso tecnico che sì suoi dare a questa parola, ma nella sua molteplice varietà, nell'apparente eterogeneità degli argomenti, in queste « meditazioni », come il grande filosofo è solito chiamare i suoi scritti, il lettore « sapiente » scorgerà urea uniità, dirò meglio, un « monismo » cosmogonico, superiore a qualsiasi "sistema" inteso secondo i varii schemi della filosofia, occidentale. Come conobbi Krisnaphali in un suo passaggio, di ritorno in India, da Bari e da Brindisi, e come il grande filosofo indiano mi fece il grandissimo onore di confidarmi la tradu- zione e la divulgazione di tutte le sue opere in Europa, il che cominciò a fare in Italia, mercé il fervido ausilio della benemerita Casa Editrice Giovené, e storia troppo lunga, e di nessun interesse ,per il lettore dell'opera di Krisnaphali. Nella traduzione mi sono sforzato di rendere esattamente il pensiero, più che la lettera, nel testo del grande filosofo, da molti ritenuto, in India, e min a torto, il possibile successore di Gandhi, se mai Egli volesse, nella sito vita, bilan- ciare pensiero ed azione. Mi riterrò pago della mia modesta fatica, se sarà riuscito a dare all'Italia, per primo, la cono- scenza del pensiero di questo grande filosofo dell'India misteriosa. 

VINCENZO CAPRUZZI 

Bari, marzo 1946.

 

 

 

Catalogo 1946Spartaco Giovene Editore
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