di
Massimo Greco
Estate 2017
Mandarini
senza semi, come anche arance e limoni..., uva senza semi,
anguria e meloni senza semi, come pere, mele, mango,
pomodori e perfino già pesche e ciliegie. Latte senza
lattosio, magari dopato di 'vitamine'... caffé senza
caffeina..., tè (thé!) deteinato, pesce senza spine... simil-carne
vegana.......
Gli insipienti
del pourparler 2.0 saranno certamente pronti ad obiettare
che i mandarini erano già manipolati dalla 'tradizione'
contadina (del contadiname dico io) ma con altra e tanta
sollecitudine va subito stoppata l'insipienza ed affermato
che qui non siamo di fronte a qualche manipolazione
artigianale di nicchia come qualche decennio fa... qui si
parla di produzione Industriale su vasta scala. Globale.
Dove nella migliore delle ipotesi si sgomita, sempre e
comunque, ormai da mezzo secolo per "concorrere" e, quindi,
uniformarsi. Perciò la 'generalizzazione', oltreché
necessaria, è anche opportuna e strettamente legata alla
realtà dei dati di fatto (che tanto l'insipienza delle
'idee' e quanto l'inconsistenza stitica della "geo-politica"
se le fa
letteralmente a pezzettini).
Non sono un
geometra che fa il nutrizionista.... né un 'dietologo'
(magari col diploma di ragioneria) e men che mai un
osteopata tuttologo magari pure con l'hobby della
cartomanzia o dello yoga. Non sono un 'medico' e manco un
bicarbonatista che disinforma x esistere, né un
commerciante forconista... Ma pretendo di intervenire in
materia come genitore prima ancora che come insegnante.
'Generazione Senza' è un titolo che può sembrare
roboante e apparve sul web nel 2010 su uppa.it, un
bimestrale per i genitori scritto e diffuso da pediatri, a
firma Paolo Sarti e Alessandra Puppo. Ne parlo al passato
remoto perché purtroppo, come spesso accade, l'articolo è
poi scomparso, pur continuando ad esistere quel sito.
Qualcuno nei blog o su altri siti, dedicati alla pediatria e
all'alimentazione, ne riprese l'articolo quasi per intero
con tutta la suggestione evocata dal titolo ma l'operazione
è rimasta cosa praticamente nascosta o irraggiungibile senza
una ricerca specifica.
Un
titolo-messaggio. Forse mal giocato di fatto. Dalle
enormi implicazioni già allora. Eppure meritava,
quell'articolo, di essere apprezzato e diffuso ben oltre la
nicchia di uno spazio genitori/pediatri. Naturalmente gli
autori non si limitavano alle considerazioni sui mandarini o
panettoni senza canditi. La riflessione partiva dal percorso
del divezzamento e ne spiegava quanto fosse importante quale
ulteriore passo verso la socialità e l’autonomia. Una fase
dove, malgrado la sua complessità, il bambino possa trovare
la forza della sperimentazione con l’adulto che lo supporta
ed incoraggia ad andare avanti per scoprire che gusti
diversi possono essere anche più piacevoli e che 'cose' di
diversa consistenza e struttura possono dare sensazioni
nuove e magari pure interessanti. L'analisi aveva altresì il
pregio di focalizzare l'attenzione sulla resa educativa di
adulti e genitori come fenomeno massivo e sociale, dove,
giustamente, si evidenziava che per poter scegliere è
indispensabile prima sperimentare, esplorare, conoscere e si
rimarcava come i nostri figli venissero inseriti sempre meno
in questo percorso. Già da neonati viene affermata una
rivendicazione del gusto (“…questo latte non gli piace,
cambiamo marca”) che non è altro invece che un’affermazione
autoritaria del limite. Un po’ come la volpe e l’uva: non
sono capace di insegnargli a mangiare “altro”, quindi mi
difendo dicendo che a lui non piace, “e avrà bene il diritto
di esprimere delle preferenze, no?” Con un atteggiamento di
finta difesa dei diritti dei minori neghiamo loro la
possibilità di scoprire cose nuove.
Tutto ciò
si è consolidato a livello massivo e 'culturale' nelle
ultime generazioni. Tanto che gli stessi, freschi seppur
"rari", genitori di oggi non sono altro che parte integrante
di quella "Generazione Senza", male educata o
malformata...., di qualche tempo prima.... quindi nulla di
cui meravigliarsi se sui social si va ad assistere a tante
idiozie in REAZIONE a considerazioni come quelle proposte in
questa occasione.
Spesso poi
si banalizza il tutto puntando il dito sulla scuola,
sugli insegnanti, con l'ingenua speranza di allontanare o
delegare la soluzione verso qualcosa che è rimasto
altrettanto "SENZA"! Ci si riempie quindi la bocca di
"educazione alimentare" illudendosi (per illudere) di non
fare i conti con una realtà fatta di genitori che ad ogni
occasione si presentano con diavolerie del tipo "mio figlio
è allergico alle verdure".... "ecco il certificato"... di
qualche medico compiacente... "la prego di non
insistere"..... Perché? Perché se si "insiste" (come dicono
loro) si rischia di essere convocati dal manager/"sceriffo"
di turno che vi farà la ramanzina o che vi mobbizzerà di
fatto. Perché NON vuole rotture di "scatole" e che preferirà
di gran lunga vedere impegnati gli insegnanti nell'eterna,
quanto gravemente inutile, ricerca di una schizofrenia
curriculare fondata sulla vuotezza dei concetti di
'competenza'... Di fatto abbiamo bambini che rifiutano, a
stragrande maggioranza a dir poco orwelliana, verdure e pesce. Che non sono in
grado di inforchettare quattro spaghetti (la pasta "troppo
grossa"....), o di sbucciarsi un'arancia, che storcono il
naso di fronte al riso ma che ingurgitano voracemente grassi
animali e dove per status symbol gli si organizza i
compleanni nei Mac Donald's. E se esistono delle
"eccezioni"... esse esistono, in quanto tali, solo e
soltanto per affermare e confermare una regola generale, assunta a trendy
sociale. Poche balle!
Una realtà
fatta di insegnanti che non portano neanche più i bambini in
cortile (dove possibile) per non rischiare "denunce"....
nel caso si sbucciassero un ginocchio e dove certi
insegnanti stessi non vanno neanche più in bagno per 5-6 ore
di fila per il terrore che possa accadere qualcosa fra i 4
spigoli moltiplicati per 25 o per 30 della massima
espressione del 'made in Italy' in materia di arredo
scolastico... e di
essere mobbizzati. Dove insegnare/educare sul serio
significa ormai "rischiare". Una realtà dove i bambini
stessi non sono più attrezzati a scoprire sulla propria
pelle cosa possa significare muoversi male per imparare a
muoversi bene. Sono bambini d'appartamento.
Così come già
sono stati bambini d'appartamento i loro genitori, e forse
ormai, anche presto, più di qualche nonno.
Ecco la 'Generazione Senza'. Siamo di fronte a qualcosa NON
di 'imminente' ma di già consolidato da generazioni. Scusate
il gioco di parole.
Una
generazione indotta forzatamente ad aspettarsi NON SOLO
"opportunità", "spazi" e "ritmi" monotoni ma, costantemente,
ANCHE un pasto monotono dove riconoscere e saper gestire
autonomamente l’alimento nella sua interezza non è
concesso né previsto.
"Frutta
nelle scuole" per una generazione alla frutta. Un
disperato tentativo sconfessato dall'evidenza, oltreché
dalle RAGIONI già accennate in precedenza. Dettato dalla
necessità di porre rimedio, anzi di ostentare rimedi di
facciata, certamente, a qualcosa di
consolidato invece da decenni. Sebbene vestito dalla nobiltà del
supporto promozionale dell'Unione Europea resta fallimentare
poiché empiricamente incurante della generalità delle
dinamiche e condizionamenti, si sfida chiunque a dimostrare
un'inversione significativa del fenomeno.
Quando i
bambini NON erano "d'appartamento"... la frutta la si andava
ANCHE a rubare, dove possibile. Era altresì un gioco,
un'avventura, oltreché un sano modo di nutrirsi. Oggi tutto
ciò è archeologia pura. Anzi peggio. Una perdita di memoria.
Da tempo assistiamo all'allarme di nutrizionisti e pediatri
sul rapporto tra bambini e frutta. Perfino l'editoria ha
trovato modo farci un investimento. Sul WEB non si contano i
titoli su come intervenire, sui "Trucchi per far mangiare la
frutta ai bambini", già i 'trucchi'. In realtà si
tratta della più rappresentativa Babilonia di un mondo fondato
sempre più sull'arraffa-arraffa, sul raggiro e la
fregatura... non resta che elevare la fregatura stessa a
punto di riferimento pedagogico! E non solo.
Così, ad
intervalli regolari, veniamo regolarmente investiti da
sondaggi e statistiche, tra allarmismi fondati e
negazionismi complottari da blog. Il tutto ed il niente allo
stesso tempo. Poiché nella mafiosità corrotta del "political
correct" bisogna sempre strizzare l'occhio alle aziende e
cercare di non "danneggiare" gli "interessi" in gioco. Fra
il tutto ed il contrario di tutto abbiamo allo stesso tempo
e premeditatamente nello stesso periodo del 2017 titoli
roboanti che annunciano compiacentemente presunte riduzioni
dei casi di obesità mentre allo stesso tempo ne avanzano
altri che affermano il contrario con annessi e connessi
dati, in termini di Malattia, di casi di incremento con il
40% delle mamme "sovrane" che "non vedono il problema".
Generation
Less. Poi abbiamo anche un libro, ma scritto in
Australia e per gli Australiani. Potrebbe infatti essere il
solito piagnisteo sul "come si stava meglio una volta"
il "Generation Less" di Jennifer Rayner che focalizza
il problema più sull'aspetto previdenziale o sulle
degenerazioni del mondo del lavoro delle nuove generazioni.
Una cosa che abbiamo già visto in numerose salse anche da
noi e da tempo e che in genere, anzi, solo e soltanto
SEMPRE, si risolve nel misero quanto nauseante chiagni&futti
alla continua ricerca di un "capitalismo dal volto
umano".... La cover del libro riporta un frigorifero
vuoto... qui invece si è preferito focalizzare di più
l'attenzione sulle mostruosità del frigorifero pieno.
Senza una
visione generale e globalizzante di ciò che ci circonda non
si può pretendere di far fronte a ciò che ci stravolge e
determina in modo globale. La cultura del "margine" e quindi
della "marginalità" non può che riproporre, o a sua volta
ricacciare, nella marginalità. Per questo spesso ci si limita
a contrapporre sterili protezionismi, visioni 'nane' che non
possono far altro che dimenarsi all'interno del circuito
perverso. Si urla al mostro per difendere sistemicamente la
mostruosità diffusa come avviene nel caso delle dottrine
fascio complottiste che propugnano la 'decrescita' come
soluzione di tutti i mali per poi, di fatto, difendere il
motore produttore di mostri, diffusi. Inclusa la ricerca di
"popolarità", il dover compiacere sempre qualcuno o il dover
essere sempre e comunque "popolari" che produce populismo.
In questa
ricerca son voluto partire proprio dal non voler essere
"popolare". Dal voler contraddirre il gusto di "popolo" (o
dei fraciconi che pretendono di parlare a nome di esso) o di
ciò che è divenuto "di popolo". Anche consapevole del Fatto
che, oggi, la cosiddetta "domanda"... NON determina
l'offerta. Al massimo la "conferma"... perché la 'domanda'
è creata, almeno, dai tempi di Carosello... NON c'è nessun "gomblotto"
in questo, o supposta congiura di massonerie varie. Vi è
semplicemente la coerentissima quanto naturalissima
evoluzione moderna ed aggiornata della "democrazia" o
"libertà" di mercato, di un sistema/modo di produzione che
vige e regna. Tanto che si è arrivati perfino a considerare
come un'offesa, un'oltraggio (non si capisce bene nei
confronti di chi...) il solo fatto di mettere in discussione
la cosiddetta "libertà" di mercato. Vi è gente che ha
interiorizzato al punto tale l'ineluttabilità del mercato,
con tutte le sue regole..., che è capace di prendere come
un'offesa sul piano personale qualunque cosa che ne possa
mettere in discussione la sua funzione. E credetemi... non
si tratta solo di una "minoranza"...
Per questo si
parte con l'addomesticamento sin da piccoli. E NON si tratta
più dell'addomesticamento nei confronti dell'"autorità"...
"dello Stato"..... queste sono minchiate anarchiche da
secolo scorso. Precetti che NON hanno mai funzionato o che
al massimo funzionano nelle società arretrate, teocratiche o
da terzomondo. Tanto che è la Borghesia stessa a rivendicare
"Meno regole", "Meno Leggi", quindi "Meno Stato", meno
"repressione", depenalizzazione e anti-proibizionismo fino a
trasformare in logo e prodotto non solo la semplice parola
ma perfino il concetto stesso di "libertà". E la
Storicità degli esempi perfino si spreca.
L'addomesticamento vincente si insinua tramite
l'interiorizzazione della merce. Sin dalla fase dello
svezzamento, come già citato all'inizio. Dove la perdita di
memoria si consolida di generazione in generazione. Fin
anche a livello istintuale.
La "Generazione Senza" è prima
ancora di ogni altra cosa una Generazione Senza Memoria. Che
poi vedremo essere Senza Memoria Storica, Istintuale,
Attitudinale molto prima ancora che "Senza opportunità",
"Senza prospettive" e, di conseguenza, Senza fantasia o
creatività. Poiché quando si diviene incapaci di immaginare
qualsiasi cosa al di fuori del Mercato e delle sue sacre
dinamiche si diviene soprattutto fottuti a livello
immaginativo e/o creativo, come quella "generazione" che
urlava "immaginazione al potere" ed allo stesso tempo
rivendicava la libertà di vendere cazzute collanine e
successivamente di trasformare in merce pure gli
handicappati ed i morti di fame in nome del
"cooperativismo".... per poi arrivare ad UNIPOL.....
ed all'infrastruttura per caporalato delle "ONG"....
Ma allora,
viste tutte queste mostruosità, perché focalizzare
l'attenzione sui bambini o sul cibo? O sulla banalità della
soggettività del gusto o della frutta senza semi o dei
sapori artificiali? Non c'è forse 'ben altro' verso cui
puntare il dito?
NO.
Perché quel
benaltrismo... è fatto di cose che prima si ingurgitano e
poi si
interiorizzano.... per poi divenire la stessa cosa,
"crescendo"...
Perché appunto
si è arrivati voracemente a nutrirsi di quelle mostruosità.
Per poi istericamente identificarsi in esse, nel suo esser
prodotto, nel suo gusto drogato ma anche nel suo involucro.
Fino ad accettarlo come parte integrante delle nostre vite.
Del modo di essere e "pensare" o di "apparire" per meglio
sentirsi integrati. Inseriti. Magari funzionali.
NON è solo il
frutto senza semi (che già rappresenta un fenomeno mondiale
in termini di controllo dei mercati) ma la pervadenza della
merce in quanto tale e che al tempo stesso fa danni.
Irreversibili. A tutti i livelli. Anche a livello
ragionativo e, soprattutto, nei casi di 'nazionalismo' o
riscoperta nazi-onalitaria o "sovranista"... Basti pensare che vi sono milioni di genitori
che comprano zainetti firmati ai propri figli, mentre
sbraitano contro i cinesi, ma poi non ammetteranno mai che
su TUTTI quegli zainetti v'è scritto "Made in China" o
comunque arrivano solo e soltanto da lì.
L'Artificial
Flavour NON è solo quel misterioso ingrediente che
viene, o meno, dichiarato sugli involucri a seconda delle
leggi di uno Stato. Esso è l'essenza del mercato in quanto
tale, tramite il prodotto stesso, che deve infinocchiare
l'acquirente o "consumatore" attraverso il gusto, il
piacere, il godimento. Poi se produrrà cancerosità a medio o
lungo termine.... questo non ha importanza. La sua funzione
è quella di determinare "guadagno", consumo, mercato
nell'immediato. Il "Domani"... non fa parte del "realizzo".
Siamo di fronte alla massima espressione dell'idiozia... che
fa tanto "democrazia"... almeno stando al "comune senso"...
dell'idiozia :p
Avete mai
visto un commerciante... quindi un bottegaio... dire che i
suoi prodotti sono una Merda? Che possono far male??? Ciò
NON potrà avvenire Mai. È una cosa "contronatura".
Per il
bottegaio il suo prodotto sarà sempre il migliore del mondo,
se si mangia... sarà sempre la cosa più naturale e perfin
salutare che esista al mondo. Anche quando si tratta di
acqua sporca al gusto di arancia, come di patatine fritte
in olio industriale o brioches della montedison.. ve li
venderà a peso d'oro in base alla "marca"... dove,
inevitabilmente, maggiore sarà il prestigio del "logo"...
e più Alta sarà l'entità della Fregatura.
L'Artificial
Flavour È anche "biologico", a "Km Zero" o "equo e
solidale" quando credete di far scelte sane in un mondo dove
ogni metro quadrato È determinato dai particolati più
inimmaginabili delle infinite ILVA, Enichem, Concerie,
Petrolchimici e solventi. Meglio il Km Mille... nella
stramaggioranza dei casi.
Artificial Flavour È anche vestirsi o credere di
sentirsi a proprio agio con l'industria del "benessere"
attraverso la finzione della panacea del "fitness" o del
Mercato (anche quello) del "tempo libero" e/o dello "svago".
Ce n'è per tutti.
L'insorgere
di una infinità di 'nuove' patologie o cosiddette
"intolleranze" alimentari non va forse di pari passo con
quelle tumorali in un contesto di devastazione e saccheggio
ambientale?
Una
"Generazione Senza" consapevolezze, gusti, esperienze, ma
anche in via di trasformazione antropomorfa dove il "morphing"
è reale e NON 'virtuale' tant'è che in uno dei settori che
maggiormente esprime tendenza, moda... e quindi Mercato...
oltre alla frutta "senza semi", il caffé senza caffeina...
il "grasso senza grassi"...... abbiamo donne senza tette per
uomini senza palle.
[Massimo Greco]
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